Il Ponte di Sant'Angelo Lodigiano Foglio d'informazione locale

L’evoluzione tecnologica

BIG DATA e Intelligenza Artificiale

di Giorgio Mazza

Nell’articolo precedente avevamo parlato di alcune delle tecnologie che, dopo l’avvento di Internet, stanno rivoluzionando il nostro modo di vivere e lo sviluppo della società: il Cloud Computing (traducibile in elaborazione nella Nuvola) e l’IoT – Internet of Things (Internet delle cose). Avevamo dato anche le previsioni della mole di dati che, grazie a queste tecnologie, si sarebbero accumulati entro il 2025: oltre 73mila miliardi di gigabyte (1 gigabyte = 1 miliardo di caratteri).
Questa enorme quantità di dati prende il nome di BIG DATA, e ci troviamo di tutto: dati prodotti dall’uomo, dalla natura e dalle macchine.
L’accumulo di dati per poi estrarne informazioni o statistiche non è una novità. Pensiamo per esempio alle tessere del supermercato che tutti utilizziamo e che danno una fotografia esatta di ogni consumatore, le sue preferenze e la frequenza con cui consuma. E da queste informazioni una azienda può sapere quali e quanti prodotti vengono consumati, dove, in che stagione e se per esempio, a Sant’Angelo Lodigiano, si consuma più gelato alla crema o al cioccolato.
Oggi a queste informazioni si aggiungono anche quelle dei nostri spostamenti che i nostri smartphone trasmettono costantemente e che vengono utilizzate per esempio dalle APP di navigazione per dirci quanto traffico c’è su una strada a una certa ora e consigliarci strade alternative.
Ma nei BIG DATA si trovano anche le informazioni di quello che viene pubblicato sui social media, le visite web e le ricerche e poi ci ritroviamo le pubblicità delle cose che ci interessano e che possono influenzare i nostri acquisti.
Un altro esempio dell’utilizzo dei BIG DATA è nella sanità.
I BIG DATA possono essere utilizzati per analizzare grandi volumi di dati di pazienti, studi clinici e cartelle cliniche.
Questo può aiutare i ricercatori a scoprire nuovi fattori di rischio per le malattie, sviluppare nuovi farmaci e trattamenti, migliorare la comprensione delle malattie.
Evidentemente, non tutti i dati prodotti dagli utenti consentono un accesso indiscriminato, dal momento che spesso sono schermati da sistemi di protezione, né tutti i dati vengono costantemente condivisi per salvaguardare la nostra privacy e per evitare utilizzi truffaldini delle informazioni.
Bisogna comunque stare molto attenti alle informazioni che si pubblicano sui social perché quelle sono di uso pubblico.
È comunque evidente che avendo a disposizione questa enorme quantità di dati, che vanno al di là delle normali capacità di gestione, sono stati sviluppati strumenti sempre più sofisticati per la loro catalogazione e analisi.
Da un lato, le macchine in grado di elaborare queste informazioni sono sempre più potenti: se un computer portatile è in grado oggi di eseguire circa 3 miliardi di operazioni al secondo, un supercomputer ne può eseguire oltre un milione di miliardi al secondo.
Dall’altro, sono stati sviluppati metodi di analisi che cercano di simulare le capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.

In questo ultimo anno abbiamo sentito parlare, sempre più spesso, di Intelligenza Artificiale.
Non è una cosa nata oggi. Sono più di 60 anni, dopo l’avvento dei computer, che si cerca di simulare le capacità umane, partendo dal riconoscimento della voce, dalla capacità dell’uomo di camminare e di muoversi e di afferrare gli oggetti, fino alla simulazione delle capacità intellettive. In pratica l’idea che sta alla base dell’Intelligenza Artificiale (IA) è molto semplice. Si tratta, infatti, di sviluppare delle “macchine” dotate di capacità di apprendimento automatico e di adattamento che siano ispirate ai modelli di apprendimento umani. Con il perfezionarsi della tecnica dei sensori, dello sviluppo delle telecamere e della velocità di elaborazione dei computer si è arrivati a una vera e propria esplosione del fenomeno.
Abbiamo degli assistenti vocali (es: Alexa, Siri, l’assistente di Google) che, grazie all’IA e al riconoscimento vocale sono in grado di eseguire ordini ricevuti dalle persone: leggere le ultime notizie, dare informazioni sul meteo, diffondere musica o programmi radiofonici, leggere ricette di cucina, gestire agende, sveglie o timer, in tutte le lingue.
Abbiamo auto a guida autonoma in grado di muoversi nel traffico, robot che sostituiscono l’uomo nelle mansioni più pesanti o pericolose (disinnesco dei residui bellici) e assistenti vocali o Chatbot che rispondono alle domande degli utenti via telefono o nei siti Internet.
L’IA viene alimentata dai dati, da tutti i dati che sono disponibili in rete, ma anche da quelli che noi, tutti i giorni, volontariamente o involontariamente forniamo.
Dove vedremo le applicazioni dell’IA?
Le applicazioni dell’IA in ambito sanitario possono portare a numerosi benefici. Ad esempio, consentono di definire diagnosi sulla base di dati clinici dei pazienti, supportando i medici nel prendere decisioni in modo più rapido e nel personalizzare le cure. Utilizzare l’IA in ambito sanitario non significa sostituire il medico, ma consente a quest’ultimo di ridurre i tempi per la ricerca e l’incrocio di informazioni necessarie a effettuare diagnosi.
Anche in ambito bancario e finanziario l’IA può consentire di conoscere in maniera più approfondita i propri clienti e garantire un servizio mirato e coerente con il rispettivo profilo di rischio. Le soluzioni e-commerce (acquisti via Internet) comprendono i sistemi in grado di suggerire acquisti basandosi su quelli fatti in precedenza o sulle ricerche effettuate, influenzando l’utente nel suo processo decisionale.
Nel caso di negozi fisici, invece, sono presenti camerini dotati di display trasparenti e touch. Questi forniscono in tempo reale le informazioni richieste dal cliente e, una volta comprese le preferenze, mostrano i prodotti in linea con i loro interessi.
La tecnologia dell’Intelligenza Artificiale è una minaccia o un’opportunità? Saranno le macchine a sostituire l’uomo?
Una sola cosa è certa: l’innovazione è una necessità e non una minaccia!
Come è sempre successo è l’uso che ne fa l’uomo che trasforma la tecnologia in una opportunità di sviluppo o uno strumento di sopraffazione del più forte nei confronti del più debole.
Il 13 marzo 2024 l’Unione Europea ha approvato una legge sull’Intelligenza Artificiale che è il primo quadro giuridico in assoluto in materia, che affronta i rischi dell’IA e posiziona l’Europa a svolgere un ruolo di primo piano a livello globale.
La legge sull’IA mira a fornire agli sviluppatori e agli operatori dell’IA requisiti e obblighi chiari per quanto riguarda gli usi specifici dell’IA. Tutti i sistemi di IA considerati una chiara minaccia per la sicurezza, i mezzi di sussistenza e i diritti delle persone saranno vietati.




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