Santa Francesca Saverio Cabrini
In un'importante conferenza della prof. Lucetta Scaraffia
Santa Francesca Saverio Cabrini
Numerosi i santangiolini
presenti all'iniziativa tenuta a Milano presso l'Università Cattolica
del Sacro Cuore
L'ultima fotografia di Madre Cabrini
Santa Francesca Saverio Cabrini
Nel pomeriggio di Sabato 18 ottobre il pullman dei santangiolini
simpatizzanti e sostenitori della grande figura della nostra cara
e illustre concittadina ha viaggiato nel traffico caotico di Milano
per arrivare all'Università Cattolica del Sacro Cuore dove, nell'aula
Magna la graziosa Elisabetta Gardini ha condotto la speciale serata
dedicata al tema e dibattito sulla "Spiritualità e cultura nel messaggio
di Santa Francesca Cabrini".
Dopo un breve ma piacevolissimo momento musicale del trio Lazzaroni-
Zurlo- Drufuca, che ha intrattenuto il pubblico con un concerto per
pianoforte, violino e violoncello del Maestro B. Smetana, si è passati
al vivo della tavola rotonda. Il moderatore dott. Luigi Amicone, direttore
del settimanale "Tempi", ha aggiunto alcune personali riflessioni
sull'importanza storica di Francesca Cabrini, ammettendo di conoscerne
il peso storico- sociale solo da brevissimo tempo. Il giornalista
ha comunque coinvolto parecchio il numeroso pubblico di religiosi
e laici, riuscendo a profilare la figura della santa in modo originale,
infatti la definisce una persona che nell'ambito della storia del
suo tempo ha saputo superare un'analisi sociale fine a se stessa,
per arrivare subito alla sintesi pacifica, senza rotture, con la realtà
che la circonda. Ma che cosa può giustificare un successo così clamoroso?
La risposta, secondo Amiconi, è senza dubbio il suo affidamento totale
in ciò che crede, cioè Cristo. Colpisce di questa Santa la certezza
tranquilla, illuminata da una luce solare che solo i grandi Santi
riescono a possedere e la sua Cristianità è resa ancora più tangibile
dai fatti in cui si ha la realizzazione in pienezza della sua umanità.
Il dibattito continua con l'intervento significativo della dr.ssa
Lucetta Scaraffia, docente di storia all'Università della Sapienza
di Roma che parte subito dalla sorprendente modernità della Cabrini
che capovolge un po' il concetto di santità modellato attraverso i
secoli e, soprattutto nell''800, dove le monache o comunque le donne
che si consacravano dovevano rispondere a precisi canoni di spiritualità.
In Francesca c'è ancora forte la teologia della "Riparazione" , che
è il cardine su cui poggia tutta la sua vita, ma nello stesso tempo
in lei si realizza il modo positivo e più concreto di attuarla: lavorare
in letizia valutando e valorizzando tutte le capacità umane, infatti
incitava tutte le consorelle a sviluppare le proprie attitudini.
Bisogna ricordare anche che nell''800 avviene l'espropriazione di
beni ecclesiastici, la classe aristocratica langue e la borghesia
si allontana dalla vita religiosa per inseguire sia con il lavoro
che con la capacità di impresa, l'innovazione anche sul piano economico-sociale:
c'è un capovolgimento del concetto di lavoro che diventa mezzo per
progredire; anche nell'opera della Santa si realizza questo e, accanto
ad un'emancipazione femminile della sua Istituzione che avviene ancora
prima che nel mondo laico, si ha anche una rivalutazione dell'opera
benedettina che considera la manualità come pratica ascetica e di
contemplazione. Accanto a queste riflessioni poi ce ne sono altre
che ci inducono a ritenere la Cabrini di un'attualità enorme, se si
pensa ad esempio al fatto di come riuscisse attraverso l'imprenditorialità
a solidarizzare creando imprese che hanno prodotto iniziative per
la difesa e la tutela degli immigrati italiani all'estero. Anche il
linguaggio che traspare dagli scritti autografi è di interesse particolare:
amava ad esempio le frasi brevi, incise, preludio di correnti futuriste,
i suoi brevi detti o "slogan" passeranno alla storia!
Accanto ad una così previdente lungimiranza c'è in Lei qualcosa da
cui anche noi adesso possiamo attingere, anche se ci troviamo di fronte
il problema dell'immigrazione in senso inverso, rispetto alla Santa,
che emigrò negli USA ed ottenne anche la cittadinanza americana. Prima
di tutto, secondo la Scaraffia bisogna fare una riflessione sul concetto
di Patria, fede e identità che allora aveva l'emigrante italiano e
rapportarlo a quello che noi italiani oggi viviamo per riuscire a
mettere a frutto le intuizioni della santa per trovare soluzioni oggi.
A questo scopo si può ritenere senz'altro positivo il fatto che la
stessa Cabrini risolveva l'inserimento nuovo dell'emigrante garantendo
in lui l'identità precedente fatta di cultura e religione, riuscendo
a colmare l'assenza dello Stato uscente (Italia) e l'insensibilità
dello Stato entrante (USA). Non a caso infatti negli Istituti di accoglienza
si insegnò sempre l'italiano come seconda lingua con un'attenzione
particolare alla comprensione della cultura americana, per aiutare
la capacità di inserimento nella nuova società. Sicuramente oggi possiamo
trarre vantaggio dall'esempio di questa donna facendo nostri alcuni
principi come l'accoglienza e l'annuncio di Speranza, insieme alla
fermezza nella repressione degli abusi: si pensi che il mercato di
clandestini finora sbarcati in Italia ha un fatturato di 30.000.000
di dollari!
E' lampante: le missioni sono venute a noi, che dovremmo come Francesca
Saverio Cabrini assumere un atteggiamento critico, soprattutto sulla
nostra dimensione religiosa fatta di ricchezza culturale e valori
da preservare, quindi riflettere la nostra identità per accoglierne
di nuove.
Dopo un sentito applauso interviene la dott.ssa Anselma Dall'Olio
che intrattiene il pubblico con la sua storia di californiana, figlia
di un italiano di origine pugliese e di un'ebrea americana, accudita
fin dalla più tenera età dalle suore Missionarie di Madre Cabrini.
I ricordi dell'educazione ricevuta in collegio sono moltissimi e appassionano
gli ascoltatori, annuncia poi che ha già scritto una sceneggiatura
per un film sulla vita di Francesca Cabrini e spera nella sua prossima
realizzazione: "Ho già avuto contatti con un famoso regista americano,
figlio di italiani", dice. La serata prosegue con l'intervento dell'arcivescovo
mons. Tomasi, Nunzio Apostolico in Etiopia ed Eritrea, che presenta
brevemente sia la personalità del vescovo Scalabrini, che incontrò
più volte la Cabrini, sia i dato, recentemente aggiornati sul fenomeno
della migrazione di dimensioni ormai mondiali.
La musica di un complesso peruviano e il coro delle "Voci Bianche"
dell'Istituto Cabrini, dirette dal santangiolino maestro Carlo Rognoni
hanno concluso l'incontro.
Giuliana Lunghi