casa della cultura cultura giovani
giovanile
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E' ormai da anni che andiamo sottolineando sul nostro foglio
lo stato di progressivo degrado dell'ex ospedale Delmati, un
edificio del primo Ottocento che rappresenta un importante pezzo
di storia della nostra comunità. Ma le risposte che abbiamo
ricevuto da parte dell'amministrazione comunale sono state sempre
vaghe e poco plausibili.
Dopo l'abbattimento della casa, di struttura ancora più antica,
con i portici e i balconi di ferro battuto settecenteschi, sul
lato nord-est di piazza Libertà, siamo ancora più preoccupati.
Non vorremmo che anche l'ex Ospedale Delmati dovesse subire
lo stesso destino, lasciandolo semplicemente all'incuria.
Ricordiamo che questo storico edificio, dopo il trasferimento
dei servizi ospedalieri nel nuovo ospedale, ha ospitato per
alcuni anni una succursale dell'Istituto tecnico industriale
di Lodi. Quando la scuola venne chiusa, l'Ospedale rimase praticamente
privo di qualsiasi altra funzione (salvo la parentesi degli
anni in cui fu utilizzato come sede dei Vigili Urbani).
Circa otto anni fa venne inserito nel programma elettorale della
maggioranza guidata da Crespi, come un edificio da ristrutturare
per farne la sede del Comune, ma poi, ci si accorse che l'edificio
era posto a tali vincoli d'uso da parte della Sovrintendenza
alle Belle Arti che non se ne potè fare nulla. Questa tardiva
presa d'atto da parte della maggioranza, a elezioni ormai avvenute,
fu anzi uno dei più forti motivi di critica da parte delle opposizioni,
cui la maggioranza non poté dare risposte. Solo che da allora
non è stato più predisposto un progetto di intervento conservativo
né un piano di riutilizzo di quell'edificio nell'interesse della
nostra comunità.
Vi furono e vi sono proposte avanzate da parte di partiti e
associazioni, finalizzate a trasformarlo in un centro policulturale
che possa ospitare mostre, associazioni, concerti e che possa
offrire più spazi alla biblioteca, in eterna sofferenza strutturale,
facendone anche sede dell'archivio storico comunale: una sorta
di "Casa della cultura", con occhio particolarmente rivolto
alle esigenze della cultura giovanile.
Ma a queste generose proposte sono state sempre opposte da parte
dell'Amministrazione comunale motivazioni di bilancio, con l'argomento
che le fogne, l'illuminazione e le infrastrutture sono bisogni
prioritari per la popolazione e quindi vengono prima della cultura.
Il problema è che questo argomento avrebbe potuto convincere
se si fosse trattato di programmare gli investimenti di pochi
anni. E' invece trascorso un decennio di giunte Crespi e questi
argomenti, francamente, non sono più credibili, anche perché
assistiamo da tempo a chiusure annuali del bilancio comunale
con avanzi miliardari (cioè soldi incassati, ma non spesi).
Sarebbe stato intellettualmente più onesto allora dire "a noi
non interessa investire in strutture con funzioni culturali!".
E basta. Il messaggio sarebbe stato più chiaro e i cittadini
avrebbero potuto meglio valutare la mentalità di coloro che
li amministrano.
Ogni volta è stata invece posta una qualche priorità "strutturale"
che veniva prima della cultura e così Sant'Angelo, a differenza
dei due altri comuni del Lodigiano di pari o poco maggiore popolazione
(ricordiamo per esempio l'ospedale Soave di Codogno), non dispone
ancora di una struttura adeguata ai bisogni culturali del paese,
trovandosi con un biblioteca insufficiente ad ospitare gli stessi
libri che annualmente vengono acquistati, penosamente accatastati
in grossi pacchi lasciati sul pavimento; e con un archivio storico
stipato male e disorganizzato.
E nel frattempo l'ex ospedale Delmati va in malora. Ci domandiamo:
è ragionevole e dignitoso tutto questo in un paese civile coma
Sant'Angelo, giustamente orgoglioso della propria identità e
del suo patrimonio storico e artistico?
Angelo Montenegro
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