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IL PONTE
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amministrazione comunale progetti progettisti
ANNO 5- N.2(Versione web - anno 2 n.2) NUOVA SERIE APRILE 2001

Il corsivo

Le Osservazioni alla Variante del PRG

Dell’adozione della VARIANTE GENERALE al vigente Piano Regolatore di Sant’Angelo abbiamo già dato notizia sullo scorso numero di febbraio. Oggi ci sembra necessario accennare ad alcune significative osservazioni presentate da privati cittadini, che hanno ritenuto opportuno e necessario non solo far presente alcune palesi situazioni lesive di legittimi interessi privati (del resto facilmente sanabili e, certo, non imputabili a cattiva volontà o incapacità dei progettisti), ma anche sottolineare la mancanza di volontà, da parte dell’Amministrazione Comunale, di realizzare, prima, un reale ed efficace contesto di informazione e, poi, opportuni spazi di confronto e collaborazione con rappresentanti delle diverse categorie che compongono la compagine sociale.

Gli indirizzi di sviluppo della Variante non sono mai stati oggetto di dibattito. Di essi, ammesso che siano stati individuati e delineati in modo chiaro, non è mai stata data alcuna notizia. Dall’esito dell’elaborato progettuale non sembra che gli indirizzi forniti dall’Amministrazione Comunale ai progettisti possedessero contenuti idonei, per sostanza e concezione, a proiettare Sant’Angelo verso lo sviluppo futuro e non solo verso una sopravvivenza semplicemente basata sull’ordinaria gestione dell’abitato e del territorio.

Fra tutte le osservazioni presentate (che, ci dicono, sono molte ed anche rilevanti), ci sembra degna di segnalazione quelle di alcuni tecnici e professionisti locali che, certo non ispirati da interessi di bottega, hanno rivolto all’Amministrazione alcune osservazioni in merito ad alcune pesanti carenze di proposte dal punto di vista viabilistico, a scelte di recupero del centro storico che sembrano contrastare pesantemente con l’esigenza e l’opportunità di rivitalizzare la vita e l’attività all’interno dell’abitato, alla mancanza di validi indirizzi di sviluppo dell’attività produttiva per rendere più facile l’occupazione in paese, favorendo in tal modo un maggior benessere generale, alla necessità ed urgenza di un positivo ed efficace riutilizzo del patrimonio immobiliare di proprietà comunale, altrimenti destinato alla rovina.

In particolare, per ciò che riguarda l’edificabilità nel centro storico, secondo quanto fatto rilevare da tecnici del settore, risulterebbero, in sostanza, di fatto inedificabili tutti gli spazi ancora liberi da costruzioni, dovendosi rispettare parametri di volumetria molto restrittivi. Il che ci sembra non poco penalizzante, sia in termini di interesse privato, che in termini di facilitazione all’insediamento all’interno del nucleo storico dell’abitato.

Insistiamo nel sostenere che, in mancanza di chiare, valide e qualificanti direttive impartite dall’Amministrazione in rappresentanza dei diretti interessati (che sono, alla fine, i cittadini) non si può pretendere che i progettisti, al di là delle loro capacità tecniche e dell’originalità delle loro elaborazioni, svolgano una azione sostitutiva della committenza.

Con il risultato che, come qualcuno ha osservato, questo Progetto di Variante "sembra una abito di Armani che veste un manichino senz’anima".

 

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