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Canto e musica a Sant’Angelo:
una passione antica
LA BANDA
Colonna sonora degli avvenimenti
santangiolini
Dopo
l’articolo dedicato alla Schola Cantorum "S. Cecilia",
pubblicato su "Il Ponte" (n. 6 –dicembre 2000), continuiamo
con il secondo argomento dedicato alla storia del Corpo Bandistico
"S. Cecilia". La pubblicazione di queste memorie storiche,per
il periodo della fine dell’800 ai giorni nostri, vuole sottolineare
la grande passione dei santangiolini per la musica e il canto,
che affonda le radici nella cultura stessa della nostra comunità.
Come
la Schola Cantorum così anche il Corpo Bandistico
è stata una derivazione della Società Cattolica
Operaia di Mutuo Soccorso. Lo ha accertato un’indagine storica
condotta nel 1984 dai ragazzi della I D della Scuola Media "F.
Baracca", coordinati dagli insegnanti Pinuccia Bracchi e
Vincenzo Tassinari, i quali dopo attente ricerche, sono risaliti
alle fonti parrocchiali, deducendone che: "Se anche il corpo
bandistico è nato nel 1882 insieme alla scuola di canoro,
certamente di esso non c’è notizia scritta prima del 20
luglio 1884, data in cui la "Nuova Banda Musicale della società
Cattolica Operaia" presta il suo primo servizio in occasione
dell’inaugurazione della nuova statua della Madonna del Carmine
a S. Rocco. Questa data è da considerarsi come anno di
nascita ufficiale della banda, preceduto certamente da un periodo
di uno o due anni necessari all’istruzione musicale dei componenti".
L’artefice
della fondazione della Banda è stato il musicista santangiolino
don Sante Vigorelli, assieme al parroco mons. Bassano Dedè
che con la creazione della Società Cattolica Operaia
faceva propri i suggerimenti di Papa Leone XIII, e della nuova
dottrina sociale della Chiesa a beneficio dei lavoratori. L’istituzione
della Banda e della Corale intendeva essere un momento ricreativo
e di aggregazione tra gli appartenenti alla Società.
Nella
funzione di assistenti spirituali, dopo don Vigorelli si sono
succeduti don Gaetano Buscaini, don Domenico Oltrasi, don Giuseppe
Saletta, don Ernesto Merlini, don Pietro Baiocchi, don Lorenzo
Pozzoni, don Sandro Beccaria, don Carlo Cerri, don Piero Bernardelli,
don Lino Magenes, don Domenico Grazioli e ancora don Carlo Cerri.
Altrettanto
cospicuo l’elenco dei direttori in questi 116 anni di vita: i
maestri Donini, Boni, Cianfoni, Lenzi, Pirani, Meani, Balladori,
De Stefani, Bernocchi, Bruschi, Bracchi,Bolciaghi, Salvi ed attualmente
il M° Ivano Grioni.
Dei
primi decenni di vita della Banda non è rimasta nessuna
documentazione se non alcune foto, tra cui una sbiadita dal tempo,
collocata attorno agli anni ’20, in cui sono ritratti i bandisti
Angelo Abbiati, Ardizzi, Domenico Biancardi, Mauro Biancardi,
Salvatore Callegari, Corbellino, Alessandro Daccò, Gigino
Devecchi, Motta, Enrico Rossi, Antonio Rozza, Giuseppe Scarioni,
Nando Scarioni, Pietro Vigorelli. Tra di loro appare il maestro
elementare sig. Boggi, sostenitore della Banda.
Le
prime notizie scritte risalgono all’anno 1921, nella ricorrenza
del Santo Natale, quando si apprende dell’esistenza di una Piccola
Banda dell’Oratorio (chiamata anche "Fanfara") formata
dagli allievi, che per le vie di Sant’Angelo eseguiva le pastorali
natalizie, imitando gli anziani bandisti che da qualche anno allietavano
i santangiolini con la tradizionale "Piva".
Rifletteva
il gusto dell’epoca la divisa che veniva adottata dalla Banda
nel 1922, così descritta dalle cronache locali: "La
divisa è semplice ma di buon gusto. Un taglio uso sport
di color caffè-oscuro con ornamenti di color paonazzo".
Confezionata dal sarto Marcello Bramati, l’uniforme era completata
da un cappello alpino fornito dalla Casa Riva e C. di Monza.
Il1922
è l’anno in cui la banda raggiunge un notevole sviluppo,
annoverando un numero considerevole di bandisti che le permettono
di eseguire ottimamente una serie di concerti, fra cui vanno ricordati
quelli del 4 giugno per la "Festa Nazionale dello Statuto"
e quello tenuto in Borgo S. Rocco nel cortile adiacente la chiesa
omonima.
Sempre
nello stesso anno, il giorno 21 del mese di aprile, la Banda presenzia
allo scoprimento della lapide, posta nell’atrio della Scuola elementare,
per ricordare l’eroe volontario di guerra Riccardo Morzenti, cui
sarà intitolata più tardi la scuola stessa.
Nel
settembre del 1935 diventa direttore della Banda il maestro Mario
Bernocchi di Zelo Buon persico. Così le cronache descrivono
la sua personalità: "Egli insegna molto bene, con
passione, con abilità non comune e con tanta pazienza,
e non conosce la fatica. I nostri bandisti ne sono entusiasti,
anche per il suo bel carattere che sa imporsi e tenere la disciplina
senza urtare". Il maestro Bernocchi debuttava la prima domenica
di ottobre, festa del S. Rosario, con un concerto il cui brano
più impegnativo era la sinfonia "Festa di campagna"
di Filippa, oltre a marce e valzer. Questo concerto rimase però
l’unico diretto dal Maestro, perché, inspiegabilmente,
dopo neppure un anno dalla sua nomina, nel giugno 1936, il direttore
Bernocchi veniva sollevato dall’incarico e sostituito dal maestro
cav. Alfredo Bruschi di Pavia.
Il
maestro Bruschi, che godeva fama di ottimo insegnante, in un solo
mese preparava il concerto per la Festa patronale del 5 luglio,
facendo eseguire dalla Banda un nutrito programma fra cui la fantasia
della "Cavalleria Rusticana" di Ma scagni e il coro
da "I Lombardi alla prima crociata" di Verdi. L’anno
seguente, il 1937, ancora per la Festa patronale, la Banda eseguiva
con successo il tradizionale Concerto, comprendente la fantasia
dalla "Aida" di Verdi, oltre a marce, valzer e fox-trot.
Il 18 luglio, presso il teatro di Vidardo, la Banda si esibiva
con un saggio di fanfara, eseguendo alcune marce di Vidale. Nel
mese di dicembre ulteriore Concerto con fantasie dall’operetta
"La danza delle libellule" di Franz Lehar e dall’opera
"La Traviata" di Verdi. E così la Banda continuava
a progredire fino agli anni della seconda guerra mondiale, periodo
in cui fu costretta a limitare e poi a cessare totalmente la sua
attività.
La
sua ripresa avviene immediatamente dopo la Liberazione, come è
testimoniato dal "Chronicon" parrocchiale, dovuto alla
penna del parroco mons. Giuseppe Molti, che in data 4 maggio 1945
così scriveva: "S. Ecc. Mons. Vescovo di Lodi ordina
alle ore 15 di suonare a festa tutte le campane perché
la guerra è finita. A sera in Prepositurale si canta il
Te Deum (popolo ed autorità); infervorata orazione
del Prevosto. Quindi il concerto della Banda locale, spari di
fuochi artificiali; corteo popolare al monumento dei caduti".
Chi
firma queste note ricorda la serata trascorsa al Teatro Centrale
nel dicembre del 1945 in cui recitò un componimento poetico
dell’insegnante Piera Manera per inaugurare la nuova divisa della
banda, che consisteva in ingombranti divise militari tinte di
un bel colore blu. Artefici della serata furono il cav. Francesco
Cerri e il M° Giovanni Bracchi che iniziò quell’anno la
sua lunga e appassionata collaborazione con la Banda santangiolina
durata fino alla sua morte, avvenuta il 27 agosto 1987. Giovanni
Bracchi era reduce del servizio militare prestato a Pavia, con
l’incarico di prima tromba nella Banda dell’Arma del Genio. Nel
dopoguerra conseguiva la licenza superiore di Strumentazione di
Banda, il diploma di composizione e di Musica. L’instancabile
maestro Bracchi diventava anche direttore dei Corpi Bandistici
di Villanterio, Belgioioso, S. Colombano, Brembio, Livraga e Lodivecchio,
alternando l’attività di insegnante con quella di autore
di musica per banda, poi pubblicata dalla casa editrice Vidale.
Momenti
importanti di quegli anni sono stati la partecipazione alle celebrazioni
per il decennale della resistenza nel 1955 a Roma; il concorso
per bande a Dorga (Bergamo) nel 1949, dove vinse il primo premio;
un concerto a Bobbio (Piacenza) e vari altri concerti tenuti in
occasione delle celebrazioni per Santa Cabrini.
Come
ogni associazione composta da volontari, anche la Banda nel corso
della sua lunga storia, ha avuto alterne vicende. L’ultima crisi
in ordine di tempo si è verificata tra il 1962 e il 1965,
da cui si uscì per merito del parroco mons. Antonio Gaboardi,
del M° Bracchi e del cav. Antonio Beccarla.
Sono
molti i santangiolini che hanno fatto la storia della Banda, oltre
a quelli già menzionati, vanno ricordati: Paolo Alcoli;
Angelo Allieri; Giuseppe e Piero Altrocchi; Carlo e Gaetano Anelli;
Antonio Beccaria; Giordano Belloni; Angelo e Alessandro Biancardi;
Dionigi e Gino Bracchi; Alessandro Brusabastro; Ferdinando Buttali;
Ginetto e Giuseppe Cabrini; Salvatore e Regnato Callegari; Attilio
Cavallini; Pasquale Cavallotti; Francesco e Mario (l’attuale Presidente)
Cerri; Antonio Corbellini (detto Tura); Rino Cordoni; Domenico
Curioni; Anselmo Daccò; Giovanni De Vecchi; Angelo Ferrari;
Virginio Frigni; Martino Gatti; Giulio guarnirei; Paolino Lodigiani;
Carletto Lucini; Francesco Lunghi; Giuseppe Maiocchi; Carlo Malusardi;
Felice Midali; Luigi Monti; Antonio Moretti; Francesco, Gino e
Rocco Moroni; Ambrogio Opizzi; Sisino Piloni; Bassano bozzoli;
Vittorio Quaini; Ernesto Rota; Luciano e Tanino Rozza; Angelo
Sabbioni; Mario e Paolino Scacchi; Carlo e Nando Scarioni; Gino
Secchi; Paolo Battista Sommaria; Costantino Trabucchi; Egidio
e Francesco Varesi; Mario Vigorelli; Dino Zelioli.
Un
cenno particolare merita il suonatore di piatti e grancassa Giuseppe
Rossi (conosciutissimo col nome di "Faustino") che per
tanti anni, dietro l’apparente immagine di figura briosa, si nascondevano
virtù preziose per l’equilibrio bandistico tra anziani
e giovani.
Nel
1994, in occasione del 110° anniversario della sua fondazione,
il Corpo Bandistico "S. Cecilia", si è dato un
nuovo Statuto con norme più confacenti ai tempi con l’adeguamento
del Consiglio e l’allargamento del numero dei soci, il riordino
del regolamento e dell’amministrazione.
Per
il futuro c’à da augurarsi che l’educazione musicale abbia
sempre più spazio e al Corpo Bandistico "S.Cecilia",
che ha sempre operato su base volontaria, con spirito di servizio
e con l’obiettivo di educare e preparare i giovani all’arte della
musica, sia assegnato un ruolo importante nella promozione e nella
diffusione della cultura musicale nella nostra comunità.
(2.continua)
Antonio
Saletta
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