Come
la Schola Cantorum così anche il Corpo Bandistico
è stata una derivazione della Società Cattolica
Operaia di Mutuo Soccorso. Lo ha accertato un’indagine
storica condotta nel 1984 dai ragazzi della I D della Scuola
Media "F. Baracca", coordinati dagli insegnanti
Pinuccia Bracchi e Vincenzo Tassinari, i quali dopo attente
ricerche, sono risaliti alle fonti parrocchiali, deducendone
che: "Se anche il corpo bandistico è nato nel
1882 insieme alla scuola di canoro, certamente di esso non
c’è notizia scritta prima del 20 luglio 1884, data
in cui la "Nuova Banda Musicale della società
Cattolica Operaia" presta il suo primo servizio in occasione
dell’inaugurazione della nuova statua della Madonna del Carmine
a S. Rocco. Questa data è da considerarsi come anno
di nascita ufficiale della banda, preceduto certamente da
un periodo di uno o due anni necessari all’istruzione musicale
dei componenti".
L’artefice
della fondazione della Banda è stato il musicista santangiolino
don Sante Vigorelli, assieme al parroco mons. Bassano Dedè
che con la creazione della Società Cattolica Operaia
faceva propri i suggerimenti di Papa Leone XIII, e della nuova
dottrina sociale della Chiesa a beneficio dei lavoratori.
L’istituzione della Banda e della Corale intendeva essere
un momento ricreativo e di aggregazione tra gli appartenenti
alla Società.
Nella
funzione di assistenti spirituali, dopo don Vigorelli si sono
succeduti don Gaetano Buscaini, don Domenico Oltrasi, don
Giuseppe Saletta, don Ernesto Merlini, don Pietro Baiocchi,
don Lorenzo Pozzoni, don Sandro Beccaria, don Carlo Cerri,
don Piero Bernardelli, don Lino Magenes, don Domenico Grazioli
e ancora don Carlo Cerri.
Altrettanto
cospicuo l’elenco dei direttori in questi 116 anni di vita:
i maestri Donini, Boni, Cianfoni, Lenzi, Pirani, Meani, Balladori,
De Stefani, Bernocchi, Bruschi, Bracchi,Bolciaghi, Salvi ed
attualmente il M° Ivano Grioni.
Dei
primi decenni di vita della Banda non è rimasta nessuna
documentazione se non alcune foto, tra cui una sbiadita dal
tempo, collocata attorno agli anni ’20, in cui sono ritratti
i bandisti Angelo Abbiati, Ardizzi, Domenico Biancardi, Mauro
Biancardi, Salvatore Callegari, Corbellino, Alessandro Daccò,
Gigino Devecchi, Motta, Enrico Rossi, Antonio Rozza, Giuseppe
Scarioni, Nando Scarioni, Pietro Vigorelli. Tra di loro appare
il maestro elementare sig. Boggi, sostenitore della Banda.
Le
prime notizie scritte risalgono all’anno 1921, nella ricorrenza
del Santo Natale, quando si apprende dell’esistenza di una
Piccola Banda dell’Oratorio (chiamata anche "Fanfara")
formata dagli allievi, che per le vie di Sant’Angelo eseguiva
le pastorali natalizie, imitando gli anziani bandisti che
da qualche anno allietavano i santangiolini con la tradizionale
"Piva".
Rifletteva
il gusto dell’epoca la divisa che veniva adottata dalla Banda
nel 1922, così descritta dalle cronache locali: "La
divisa è semplice ma di buon gusto. Un taglio uso sport
di color caffè-oscuro con ornamenti di color paonazzo".
Confezionata dal sarto Marcello Bramati, l’uniforme era completata
da un cappello alpino fornito dalla Casa Riva e C. di Monza.
Il1922
è l’anno in cui la banda raggiunge un notevole sviluppo,
annoverando un numero considerevole di bandisti che le permettono
di eseguire ottimamente una serie di concerti, fra cui vanno
ricordati quelli del 4 giugno per la "Festa Nazionale
dello Statuto" e quello tenuto in Borgo S. Rocco nel
cortile adiacente la chiesa omonima.
Sempre
nello stesso anno, il giorno 21 del mese di aprile, la Banda
presenzia allo scoprimento della lapide, posta nell’atrio
della Scuola elementare, per ricordare l’eroe volontario di
guerra Riccardo Morzenti, cui sarà intitolata più
tardi la scuola stessa.
Nel
settembre del 1935 diventa direttore della Banda il maestro
Mario Bernocchi di Zelo Buon persico. Così le cronache
descrivono la sua personalità: "Egli insegna molto
bene, con passione, con abilità non comune e con tanta
pazienza, e non conosce la fatica. I nostri bandisti ne sono
entusiasti, anche per il suo bel carattere che sa imporsi
e tenere la disciplina senza urtare". Il maestro Bernocchi
debuttava la prima domenica di ottobre, festa del S. Rosario,
con un concerto il cui brano più impegnativo era la
sinfonia "Festa di campagna" di Filippa, oltre a
marce e valzer. Questo concerto rimase però l’unico
diretto dal Maestro, perché, inspiegabilmente, dopo
neppure un anno dalla sua nomina, nel giugno 1936, il direttore
Bernocchi veniva sollevato dall’incarico e sostituito dal
maestro cav. Alfredo Bruschi di Pavia.
Il
maestro Bruschi, che godeva fama di ottimo insegnante, in
un solo mese preparava il concerto per la Festa patronale
del 5 luglio, facendo eseguire dalla Banda un nutrito programma
fra cui la fantasia della "Cavalleria Rusticana"
di Ma scagni e il coro da "I Lombardi alla prima crociata"
di Verdi. L’anno seguente, il 1937, ancora per la Festa patronale,
la Banda eseguiva con successo il tradizionale Concerto, comprendente
la fantasia dalla "Aida" di Verdi, oltre a marce,
valzer e fox-trot. Il 18 luglio, presso il teatro di Vidardo,
la Banda si esibiva con un saggio di fanfara, eseguendo alcune
marce di Vidale. Nel mese di dicembre ulteriore Concerto con
fantasie dall’operetta "La danza delle libellule"
di Franz Lehar e dall’opera "La Traviata" di Verdi.
E così la Banda continuava a progredire fino agli anni
della seconda guerra mondiale, periodo in cui fu costretta
a limitare e poi a cessare totalmente la sua attività.
La
sua ripresa avviene immediatamente dopo la Liberazione, come
è testimoniato dal "Chronicon" parrocchiale,
dovuto alla penna del parroco mons. Giuseppe Molti, che in
data 4 maggio 1945 così scriveva: "S. Ecc. Mons.
Vescovo di Lodi ordina alle ore 15 di suonare a festa tutte
le campane perché la guerra è finita. A sera
in Prepositurale si canta il Te Deum (popolo ed autorità);
infervorata orazione del Prevosto. Quindi il concerto della
Banda locale, spari di fuochi artificiali; corteo popolare
al monumento dei caduti".
Chi
firma queste note ricorda la serata trascorsa al Teatro Centrale
nel dicembre del 1945 in cui recitò un componimento
poetico dell’insegnante Piera Manera per inaugurare la nuova
divisa della banda, che consisteva in ingombranti divise militari
tinte di un bel colore blu. Artefici della serata furono il
cav. Francesco Cerri e il M° Giovanni Bracchi che iniziò
quell’anno la sua lunga e appassionata collaborazione con
la Banda santangiolina durata fino alla sua morte, avvenuta
il 27 agosto 1987. Giovanni Bracchi era reduce del servizio
militare prestato a Pavia, con l’incarico di prima tromba
nella Banda dell’Arma del Genio. Nel dopoguerra conseguiva
la licenza superiore di Strumentazione di Banda, il diploma
di composizione e di Musica. L’instancabile maestro Bracchi
diventava anche direttore dei Corpi Bandistici di Villanterio,
Belgioioso, S. Colombano, Brembio, Livraga e Lodivecchio,
alternando l’attività di insegnante con quella di autore
di musica per banda, poi pubblicata dalla casa editrice Vidale.
Momenti
importanti di quegli anni sono stati la partecipazione alle
celebrazioni per il decennale della resistenza nel 1955 a
Roma; il concorso per bande a Dorga (Bergamo) nel 1949, dove
vinse il primo premio; un concerto a Bobbio (Piacenza) e vari
altri concerti tenuti in occasione delle celebrazioni per
Santa Cabrini.
Come
ogni associazione composta da volontari, anche la Banda nel
corso della sua lunga storia, ha avuto alterne vicende. L’ultima
crisi in ordine di tempo si è verificata tra il 1962
e il 1965, da cui si uscì per merito del parroco mons.
Antonio Gaboardi, del M° Bracchi e del cav. Antonio Beccarla.
Sono
molti i santangiolini che hanno fatto la storia della Banda,
oltre a quelli già menzionati, vanno ricordati: Paolo
Alcoli; Angelo Allieri; Giuseppe e Piero Altrocchi; Carlo
e Gaetano Anelli; Antonio Beccaria; Giordano Belloni; Angelo
e Alessandro Biancardi; Dionigi e Gino Bracchi; Alessandro
Brusabastro; Ferdinando Buttali; Ginetto e Giuseppe Cabrini;
Salvatore e Regnato Callegari; Attilio Cavallini; Pasquale
Cavallotti; Francesco e Mario (l’attuale Presidente) Cerri;
Antonio Corbellini (detto Tura); Rino Cordoni; Domenico Curioni;
Anselmo Daccò; Giovanni De Vecchi; Angelo Ferrari;
Virginio Frigni; Martino Gatti; Giulio guarnirei; Paolino
Lodigiani; Carletto Lucini; Francesco Lunghi; Giuseppe Maiocchi;
Carlo Malusardi; Felice Midali; Luigi Monti; Antonio Moretti;
Francesco, Gino e Rocco Moroni; Ambrogio Opizzi; Sisino Piloni;
Bassano bozzoli; Vittorio Quaini; Ernesto Rota; Luciano e
Tanino Rozza; Angelo Sabbioni; Mario e Paolino Scacchi; Carlo
e Nando Scarioni; Gino Secchi; Paolo Battista Sommaria; Costantino
Trabucchi; Egidio e Francesco Varesi; Mario Vigorelli; Dino
Zelioli.
Un
cenno particolare merita il suonatore di piatti e grancassa
Giuseppe Rossi (conosciutissimo col nome di "Faustino")
che per tanti anni, dietro l’apparente immagine di figura
briosa, si nascondevano virtù preziose per l’equilibrio
bandistico tra anziani e giovani.
Nel
1994, in occasione del 110° anniversario della sua fondazione,
il Corpo Bandistico "S. Cecilia", si è dato
un nuovo Statuto con norme più confacenti ai tempi
con l’adeguamento del Consiglio e l’allargamento del numero
dei soci, il riordino del regolamento e dell’amministrazione.
Per
il futuro c’à da augurarsi che l’educazione musicale
abbia sempre più spazio e al Corpo Bandistico "S.Cecilia",
che ha sempre operato su base volontaria, con spirito di servizio
e con l’obiettivo di educare e preparare i giovani all’arte
della musica, sia assegnato un ruolo importante nella promozione
e nella diffusione della cultura musicale nella nostra comunità.
(2.continua)
Antonio
Saletta