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IL PONTE
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Basilica concerto di natale

ANNO 5- N.1 (Versione web - anno 2 n.1) NUOVA SERIE FEBBRAIO 2001

Concerto di Natale

Tenuto in basilica il tradizionale appuntamento con la banda e la corale santangioline


basilica concerto di natale

Il 2000 è ormai alle spalle e, al di là del contenzioso matematico sulla fine del millennio, Sant’Angelo gli ha dato il suo addio in musica. La basilica di Sant’Antonio Abate e Santa Francesca Cabrini, lo scorso 16 dicembre, è stata infatti teatro del tradizionale concerto natalizio del corpo bandistico "Santa Cecilia" e del coro parrocchiale.

La serata, offerta dal comitato per i festeggiamenti dell’anno cabriniano e presentata da Antonio Saletta, è servita anche a Monsignor Carlo Ferrari come pretesto per riaccendere per la prima volta le luci sul soffitto della navata centrale, oggetto di laboriosi restauri che lo hanno riportato all’originario splendore. Il pubblico ha così potuto seguire la manifestazione in un’incantevole cornice, impreziosita ulteriormente dai quadri del "Gruppo pittori santangiolini" ispirati alla vita di Madre Cabrini e abbinati alle poesie dialettali di Ruce.

Ma parliamo di musica: il maestro Ivano Grioni, del corpo bandistico, ha diretto il concerto in tutte le sue parti, anche quelle riservate alla corale preparata nello studio e accompagnata alle tastiere dal maestro Carlo Rognoni.

I musicisti hanno giocato molto con le atmosfere rarefatte create sulle note di brani apparentemente semplici, come semplici erano le scene che andavano a descrivere, nei quali però i più attenti ascoltatori hanno riconosciuto una sensibilità artistica non indifferente.

La "Pastorale" di Giovanni Bracchi, "I pastori nella notte" e "Lontano lontano", all’interno del programma, sono stati i brani ideali per rievocare le immagini non ancora ben definite (troppo lontane, all’orizzonte…) di pastori in cammino verso un’umile stalla, giaciglio di quel neonato stretto tra le braccia di una giovane madre dai delicati lineamenti mediorientali.

"A Betlemme", la "Pastorale" di Gaetano Donizzetti, "Appare un astro" di Haendel e il conosciutissimo "Venite fedeli" hanno invece sottolineato la misticità dell’evento natalizio, grazie soprattutto alla curata interpretazione di entrambi i gruppi musicali.

Non sono mancati pezzi di pregevole raffinatezza tecnica: coro e banda hanno infatti eseguito il celebre "Corale dalla cantata 147" di Bach, mentre il corpo bandistico (alle soglie dell’anno "verdiano") ha sprigionato tutta la potenza della sinfonia del "Nabucco", che ha riscontrato il più acceso consenso del pubblico.

Non si è però dimenticato il carattere festoso che non può mancare quando si celebra la nascita di un bambino: "Merry Christmas", un medley delle più celebri melodie natalizie, è stato il brano che, come un augurio, ha chiuso un concerto reso unico dalla delicatezza delle interpretazioni, la morbidezza dei canti, le melodie in qualche modo discrete per non turbare il sonno di un bimbo appena nato, con la consapevolezza che per stupire ed incantare, a volte, bastano poche parole, dette sottovoce.

G.Som.

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