corsivo Cassintegrati Rimaniamo colpiti da una lettera che riceviamo ( firmata "un disperato") da un operaio santangiolino della Cartiera di Vidardo, il quale vorrebbe che qualcuno si interessasse al loro problema o quanto meno informasse la popolazione circa la drammatica situazione che stanno vivendo. "Da due mesi", ci scrive, " siamo fermi e non sappiamo se siamo in cassa integrazione ordinaria o straordinaria....sollecito perciò di informare i cittadini su quello che avviene oppure avverrà". E fa quindi appello a sindacati, amministrazioni locali affinché si interessino della questione dato che si tratta di famiglie che hanno ormai serie difficoltà a sbarcare il lunario. "Il Ponte" nei numeri passati si era interessato più volte delle vicende societarie della cartiera di Vidardo, dove trovano occupazione anche diversi santangiolini, e ha dato conto delle difficoltà incontrate dalla Cartiera dal 1997 in avanti. Sappiamo che nell'ottobre del 2000 la Cartiera Lodi, che gestisce l'impresa, ha chiesto la cassa integrazione, riducendo a 63 il numero dei dipendenti (dai 120 che risultavano nel 1997) e avviando quindi le pratiche di fallimento. Si è vociferato dell'interessamento per la Cartiera da parte di una non meglio specificata Società del settore, ma mancano notizie più precise. All'intera vicenda è stata messa la sordina e il futuro appare incerto e nebuloso. Di qui la comprensibile angoscia e disperazione dei dipendenti e delle loro famiglie. Perché non se ne parla? Che cosa stanno facendo Sindacati e Amministrazioni comunali per trovare una soluzione? Vogliamo dare qualche risposta a queste famiglie? a.m. Tasse comunali Nella seduta preconsiliare tenuta martedì 30 gennaio, presentando e commentando il bilancio preventivo dell'esercizio 2001, il Sindaco ha tenuto a sottolineare che "non si annunciano inasprimanti fiscali locali" ("Il Cittadino", Lunedì 5 febbraio 20001) e ciò è stato più volte ripreso dalla stampa locale con titoli del tipo "Niente salassi per i santangiolini: tasse e tariffe rimangono invariate" ("Il Cittadino", Giovedì 8 febbraio 2001), come se si trattasse di una notizia. Giornalisticamente fa notizia un inasprimento delle tasse o una diminuzione delle stesse, ma che rimangano invariate, non ci pare davvero una notizia, tanto più che, per esempio, se prendiamo l'aliquota Irpef, a Sant'Angelo, come abbiamo già denunziato lo scorso anno, si è ormai toccato il massimo con lo 0.4% e quindi, anche con tutta la buona volontà, questa tassazione almeno non si sarebbe potuta ulteriormente aumentare. A questo proposito vale però la pena richiamare l'attenzione dei Santangiolini su quanto lo stesso "Cittadino" faceva notare in un articolo dell'11 gennaio 2001: " Equità fiscale, è tutto un bluff. Una ricerca realizzata dalla UIL di Roma dimostra che in Italia e anche nel Lodigiano, l'addizionale Irpef applicata dai comuni ha scompaginato gli equilibri sull'uniformità della tassazione sul territorio e si è mangiata una parte più o meno consistente del bonus fiscale che il governo Amato ha messo in busta paga per Natale: erano 350.000 lire a testa. Il problema è però che da questa cifra si deve togliere qualcosa a seconda del comune di residenza. A parità di reddito, infatti, un operaio di Lodi pagherà al comune 20 mila lire ogni dieci milioni e uno che sta a Boffalora, a Camairago, a Galgagnano o a Sant'Angelo subirà un salasso di 40.000 lire. Quindi se consideriamo un reddito lordo medio imponibile di 30 milioni: i barsini si ritroveranno nelle tasche 120.000 lire di meno, quelli di Mulazzano 90.000 lire in meno, mentre a Lodi sarà sufficiente sborsare 60.000 lire". Sant'Angelo, cioè, è uno dei quattro comuni che fra tutti quelli del Lodigiano applicano per l'Irpef, l'aliquota massima, obbligando i cittadini a pagare più di quanto paghi la stragrande maggioranza dei Lodigiani. Dobbiamo essere perciò grati all'Amministrazione comunale per averci graziato, almeno quest'anno, su altre aliquote? a.m
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