Parco della valle del lambro


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IL PONTE

Parco della valle del lambro

 

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Parco della valle del lambro
ANNO 5- N.3(Versione web - anno 2 n.3) NUOVA SERIE GIUGNO 2001

Dalla depurazione al parco

lambro

Nel numero scorso abbiamo parlato delle eterne vicende del depuratore di Nosedo, il principale impianto della città di Milano che porterebbe finalmente a riversare nel Lambro acque più pulite.

E' da almeno vent'anni che si aspetta il contestato progetto. Probabilmente dovremo aspettare ancora. Anche se qualche timido passo avanti è stato fatto, si è aperto formalmente il cantiere, tutto è ora bloccato dalle elezioni amministrative nella metropoli. Poi, dopo l'obbligatorio rodaggio della nuova giunta municipale di Milano sapremo come evolverà la costruzione del depuratore. Insomma senza esser pessimisti passerà un altro anno prima che si muova qualcosa.

Visto che il problema depurazione l'abbiamo risolto da tempo con il consorzio (azienda) del basso Lambro che produce buon lavoro, cosa possiamo fare noi per il nostro Lambro? Non certo starcene con le mani in mano. Molte associazioni, tra cui il WWF Alto Lodigiano hanno da tempo promosso l'idea di un parco della bassa valle del Lambro che organizzerebbe tutto il territorio lodigiano da Cerro al Lambro alla foce, nei pressi di Orio Litta.

Il parco è diventato progetto ufficiale della provincia di Lodi. Tutti i comuni coinvolti hanno approvato la delibera, ma purtroppo ci pare che il progetto stia languendo nei cassetti provinciali. Mentre le associazioni insistono e fanno il lavoro di divulgazione e di proposta ( nuove manifestazioni di cui parleremo stanno per affacciarsi) non ci pare che le amministrazioni comunali abbiano ben compreso la portata del progetto e piuttosto che sostenerlo con forza lo subiscono passivamente, non senza qualche fastidio per i vincoli di operatività territoriale che un parco potrebbe portare.

Vediamo però cosa significa far parte del parco fluviale del Lambro. Significa prima di tutto che non vogliamo vivere in un territorio degradato. Significa che il nostro segno di civiltà non è il Lambro degradato, da cui farci trascinare nel degrado ambientale. Ma al contrario un parco con una natura controllata che porti il fiume alla sua guarigione.

Avere un parco porterebbe ad una maggior attenzione alla salubrità degli impianti industriali che vengono collocati sul territorio. Certi bruciatori o certe aziende chimiche non sono certo compatibili con un'idea di territorio pulito. Al contrario aumenterebbe un uso ecologico del territorio e sarebbero incentivate tutte le iniziative imprenditoriali che fanno dell'ambiente naturale una risorsa.

Avere un parco significherebbe anche un rilancio turistico e culturale.

Il parco avrebbe dei percorsi per le visite, punti di ritrovo, itinerari di fruibilità. Esso potrebbe essere la nuova risorsa economica dei comuni della bassa valle del Lambro, limitando una vocazione industriale che continua ad esserci estranea.

Per fare tutto questo occorre lavoro ed entusiasmo, fantasia ed impegno. Aspettare le istituzioni non è sufficiente. Possibile che nessuno voglia provarci?

Cristoforo Vecchietti

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