L’interruzione della viabilità in via
Orsi, a causa della pericolosa inclinazione della spada dell’Angelo
che sovrasta il campanile, ha costretto i santangiolini ad alzare
lo sguardo e ad osservare, in maniera più attenta e curiosa,
la torre campanaria, chiedendo informazioni sulle sue vicende
storiche, alle quali desideriamo risponedere attingendo le notizie
da fonti d’archivio.
Il 22 giugno 1662 si diede inizio
alla costruzione di una nuova chiesa (che fece poi posto all’attuale
Basilica) in sostituzione di quella ormai cadente risalente
al secolo XIV e demolita nel 1600. Il nuovo edificio fu ultimato
nel 1673 con l’edificazione della facciata. Alla nuova chiesa
però mancava il campanile che fu iniziato il 4 agosto
1684 e la cui struttura terminava alla cella campanaria avente
al di sotto di essa un unico orologio collocato sul lato che
dà alla piazza. Un primo intervento di sopraelevazione
fu effettuato nell’anno 1787 con l’aggiunta di un’elegante cupola
in stile barocco.
Il 21 luglio del 1826, un fulmine
colpì la torre campanaria procurando gravi danni, in
modo particolare sotto il quadrante dell’orologio. Questa circostanza
contribuì alla decisione di metter mano alla struttura
e decidere per il sopralzo. Fu chiamato a dirigere i lavori
l’architetto Carlo Amati (1776 –1852), il progettista celebre
per le sue opere di gusto neoclassico e palladiano, autore della
chiesa di S. Carlo a Milano e collaboratore dell’architetto
Zanoja alla facciata del Duomo di Milano. Sotto la guida del
capomastro Cattaneo di Milano, i lavori procedettero celermente,
venne modificata la cupola barocca inserendo ai quattro lati
di essa i quadranti dell’orologio, fu formato il terrazzo delle
statue ed elevata la colonna scannellata di foggia neoclassica
che fu ultimata il 24 settembre dello stesso anno.
Il 13 aprile 1827, caricata
su due carri trainati da 4 buoi ciascuno, giunse la statua dell’Angelo,
composta da due pezzi più il piedistallo, in marmo di
Viggiù, opera dello scultore milanese Enrico Butti. Il
costo della scultura comprese le due ali di rame fu di 1.200
lire milanesi. Tre delle quattro statue poste sul terrazzo furono
donate dal sig. Giovanni Antonio Sommaria di Sant’Angelo, nipote
del famoso Giovanni Battista Sommariva, che si trovavano inutilizzate
nella sua villa di Valbissera (ubicata sulle colline di S. Colombano),
dopo che erano state tolte dalla facciata della vicina Chiesa
dedicata alla Madonna dei Monti. La quarta fu acquistata dalla
fabbriceria a Milano. Le statue furono collocate il 24 maggio
1827, poggiate sopra delle grosse beole donate dal conte Marco
Attendolo Bolognini.
Nel 1836 il fabbro santangilino
Fermo Savarè, costruì la ringhiera in ferro battuto
che corona il terrazzino alla base della colonna.
Così completato, il campanile
con alla sommità l’effige di San Michele Arcangelo, divenne,
insieme alla torre del castello visconteo, l’emblema della borgata
santangiolina e il testimone silenzioso degli avvenimenti tristi
e lieti della nostra comunità. per circa 140 anni le
cronache del campanile riguarderanno solamente il numero delle
campane che aumenteranno gradatamente: quattro nel 1758; cinque
nel 1767, sei nel 1887 e otto nel 1923.
Il 18 novembre 1973 l’Amministrazione
comunale, in unione d’intenti con la parrocchia e la Pro Loco,
annunciò la decisione di intervenire per restaurare l’intero
campanile che presentava segni evidenti e preoccupanti di sfacimento,
con le parti murarie, pilastri e cornicioni completamente corrosi
dagli agenti atmosferici.
Il 28 giugno 1974 il Consiglio
Comunale (con atto m. 69), sulla base di un preventivo predisposto
dalla ditta "Geom. Russi" di Milano, deliberava il
relativo appalto concorso che ebbe luogo il,15 novembre con
l’aggiudicazione all’impresa edile "Franco Preti"
di Milano. Al finanziamento dei lavori il cui importo finale
risultò di L. 28 milioni, concorsero la Regione Lombardia
con un contributo di 12.995.000; l’Amministrazione comunale
e le offerte volontarie di alcuni cittadini.
I lavori, con l’innalzamento
del mastodontico ponteggio, iniziarono nella primavera del 1975
con l’assistenza dell’arch. Paolo Mascheroni, il quale, alla
conclusione degli stessi, avvenuta nel mese di settembre dello
stesso anno, indicò le misure delle varie parti del campanile,
verificate nel corso dell’opera: L’altezza totale risultò
di mt. 61,10, dal piano stradale alla testa dell’Angelo, mentre
le misure parziali riscontrate fuono; my. 6,18x6,26 la canna
principale di pianta quadrata; mt. 41,60 dalla strada alla cella
campanaria compresa; mt. 8,10 dalla cella al terrazzino; mt.
6,70 la colonna che ha un diametro di mt. 2,5; mt. 0,90 il piedistallo
della statua; mt. 3,80 la statua, sulla quale era ancora visibile
la firma dello scultore Butti.
Assieme ai lavori di risanamento
e di pulitura, fu rifatto il parapetto in ferro del terrazzino,
sostituito il parafulmine, applicate nuove aste indicatrici
agli orologi e nuove ali di rame alla statua dell’Angelo, entrambe
opera degli artigiani santangiolini di ferro battuto Vittorio
e Giovanni Beccaria, modellate su frammenti delle originarie.
Antonio Saletta