estate gita fuori porta
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Ormai pedalare d'estate in paese è sempre più arduo. La calura opprime e non si può più trovare riposo sotto l'ombra di alberi, non dico secolari, ma almeno trentennali, visto il taglio sempre più rapido di tutti i filari storici barasini. Così improvvisiamo una gita WWF fuori porta, in pianura, alla ricerca dei luoghi che potrebbero diventare tappe di un itinerario del parco Lambro sud. Con gli amici esco dal paese da Via Cavour, affronto pericolosamente la rotonda della nuova tangenziale e mi immetto sulla strada statale Melegnano Sant'Angelo, con l'intenzione di raggiungere Vidardo. Tratto ciclistico da intrepidi, con il continuo sfrecciare a velocità elevata di auto di vacanzieri, TIR carichi e pullman di linea lanciati come kamikaze. Penso che il collegamento potrebbe essere più semplice se si facesse la pista ciclabile prevista dalla provincia di Lodi. Ma pare che l'amministrazione barasina non sia intenzionata a collaborare al progetto. Arrivo finalmente a Vidardo con l'idea di raggiungere il nucleo storico di Castiraga alla scoperta di una delle zone più incontaminate del Lambro. Intanto, guidato dal desiderio ecologista, mi imbatto nel bruciatore per biomasse (rifiuti cartacei e legnosi) collocato all'interno dell'area della cartiera, che in una sera di calura ha procurato non pochi guai, con rumori tali da far pensare ad un'imminente esplosione e fuoriuscita immediata di vigili del fuoco, polizia, protezione civile carabinieri e cittadinanza allarmata. Un bel gioiello per il nostro parco tutto fumi, odori, rumori e lamiere. Finalmente raggiungo con un bel percorso ciclabile, anche lì è sparita una quercia, la lanca della Pagnana dove, sembra incredibile, sul Lambro si possono osservare anatre, aironi, garzette, folaghe e nutrie. Un angolo incontaminato per ora protetto e difeso. Faccio il percorso inverso e ripassando per Castiraga e per il vecchio mulino, tutte zone di pregio nel progetto di parco, arrivo alla ponticella che collega Vidardo a Domodossola. Un altro tratto della pista ciclabile in progetto che anche il comune di Sant'Angelo dovrebbe contribuire a realizzare visto che la frazione di Domodossola è in parte territorio barasino. Attraverso il piccolo abitato, anche qui una fabbrica chimica nascosta nel verde e mi immetto sulla strada che mi riporta a Maiano. Pedalando sul rettilineo la mente divaga e mi ritrovo a Genova, la protesta, gli scontri del G8, il ragazzo steso a terra, i pacifisti inermi picchiati, che abbiamo rivisto tante volte alla TV. Ricordo di aver incrociato alcuni pacifisti pedalatori all'altezza di Caselle Lurani, quando andare a Genova poteva apparire ancora una festa; erano in tre, carichi di zaini con la bandiera gialla di Legambiente. Spero che siano potuti tornare pedalando allegramente così come li ho visti partire. Ho l'impressione di pedalare con una bici pesantissima, senza cambi, con la catena arrugginita. una bici degli anni '30 forse. Ripenso a idee estemporanee quali la "sospensione temporanea del diritto di manifestare" e la bici si fa ancor più pesante. Ma siamo nel 2001 e non potranno toglierci il diritto di pedalare verso nuove mete. Mi ridesto all'incrocio della statale Lodi Sant'Angelo. Solito traffico che rende difficile l'attraversamento ( ma perché non disegnare un attraverso ciclabile, magari un semaforo ciclopedonale per rendere possibile anche ai bambini questa bella passeggiata?) Passo all'interno della frazione di Maiano e raggiungiamo un luogo di duplice visita. Da un lato l'impianto di depurazione del Consorzio basso Lambro, già meta di numerose scolaresche, dall'altro un luogo inedito. Il punto di incontro del Lambro meridionale con il settentrionale che si trova all'interno della cascina Battistina. Con il permesso dei proprietari entro con gli amici e scopriamo un luogo mai visto che, nonostante l'odore, conserva la sua bellezza. Sono convinto che il nostro territorio abbia ancora molto da dare in termini di bellezze naturali. E allora pedaliamo! Cristoforo Vecchietti
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