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IL PONTE
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ANNO 6 - N.2 (Versione web - anno 3 n.2) NUOVA SERIE APRILE 2002

RITORNA ALL’ANTICO SPLENDORE L’ARMERIA

DEL CASTELLO MORANDO BOLOGNINI

Sono terminati i lavori di restauro di tutti i pezzi della preziosa collezione

Dopo tre anni di meticoloso lavoro, gli oltre 400 pezzi della Sala delle Armi del Museo Morando Bolognini sono stati interamente restaurati.

Apprezzata sia per i suoi contenuti che per le caratteristiche e l’atmosfera suggestiva dell’allestimento, l’armeria del Castello richiama ogni anno a Sant’Angelo numerosissimi visitatori. Uno dei motivi per cui la Fondazione Morando Bolognini ha pensato che fosse assolutamente indispensabile intervenire per riportare all’antico splendore armature, fucili, alabarde, sciabole e spade che, minacciate da un inarrestabile processo di ossidazione, rischiavano di perdere bellezza e valore.

L’operazione si è resa possibile grazie alla fattiva collaborazione della Regione Lombardia che ha concesso i contributi necessari alla sua realizzazione. Una volta convenute le modalità di intervento con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Milano, sono iniziati i lavori di restauro, affidati a Enrico Bertasi di Brescia, un appassionato di armi, oltre che un vero esperto del settore. Armi e armature sono state completamente smontate, le parti in metallo ripulite per rimuovere impurità e residui di grasso, i manufatti in legno trattati con prodotti antitarlo e rilucidati a cera e le parti in cuoio ripristinate ove mancanti o sostituite se irrecuperabili.

Un lavoro "da certosino", si diceva, che non solo ha permesso di restituire ai pezzi lo splendore e il fascino di un tempo, ma che ha anche consentito di risalire all’epoca di realizzazione di alcuni di essi, per cui oggi si è in grado di offrire al visitatore notizie più precise sulla loro provenienza. Nel corso delle operazioni di pulizia infatti si è potuto constatare la presenza di "marchi", identificativi dei singoli oggetti. Ad esempio, su alcune mezze armature da munizione del 1500-1600 è comparso il marchio "Pavo" di provenienza bresciana, mentre su una serie di armi da fuoco sono riaffiorati i marchi "Toschi" e "Colombo-Beretta": E ancora, sulle lame di alcune spade ora si possono leggere le sigle di spadai italiani e stranieri risalenti al 1500-1600, su altre sono apparse le incisioni del Leone di San Marco a simboleggiare l’arsenale di Venezia o motti di carattere religioso e patriottico quali "In Te Domine speravi" e "Vive l’eroi de Sardegne".

Ora che i restauri delle armi sono terminati, l’idea è quella di perfezionare l’allestimento della sala che le ospita, nel rispetto comunque della sua impostazione d’origine voluta agli inizi del ’900 dal Conte Morando Bolognini, cui va riconosciuto il merito di aver riportato il Castello, vittima di una devastante serie di vicissitudini storiche, alla grandiosità dei tempi della signoria Viscontea e di Regina della Scala.

Anna Morosini

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