RITORNA ALL’ANTICO
SPLENDORE L’ARMERIA
DEL CASTELLO MORANDO
BOLOGNINI
Sono terminati i lavori
di restauro di tutti i pezzi della preziosa collezione
Dopo tre anni di meticoloso
lavoro, gli oltre 400 pezzi della Sala delle Armi del Museo
Morando Bolognini sono stati interamente restaurati.
Apprezzata sia per i suoi
contenuti che per le caratteristiche e l’atmosfera suggestiva
dell’allestimento, l’armeria del Castello richiama ogni anno a
Sant’Angelo numerosissimi visitatori. Uno dei motivi per cui la
Fondazione Morando Bolognini ha pensato che fosse assolutamente
indispensabile intervenire per riportare all’antico splendore
armature, fucili, alabarde, sciabole e spade che, minacciate da
un inarrestabile processo di ossidazione, rischiavano di perdere
bellezza e valore.
L’operazione si è resa
possibile grazie alla fattiva collaborazione della Regione Lombardia
che ha concesso i contributi necessari alla sua realizzazione.
Una volta convenute le modalità di intervento con la Soprintendenza
ai Beni Artistici e Storici di Milano, sono iniziati i lavori
di restauro, affidati a Enrico Bertasi di Brescia, un appassionato
di armi, oltre che un vero esperto del settore. Armi e armature
sono state completamente smontate, le parti in metallo ripulite
per rimuovere impurità e residui di grasso, i manufatti
in legno trattati con prodotti antitarlo e rilucidati a cera e
le parti in cuoio ripristinate ove mancanti o sostituite se irrecuperabili.
Un lavoro "da certosino",
si diceva, che non solo ha permesso di restituire ai pezzi lo
splendore e il fascino di un tempo, ma che ha anche consentito
di risalire all’epoca di realizzazione di alcuni di essi, per
cui oggi si è in grado di offrire al visitatore notizie
più precise sulla loro provenienza. Nel corso delle operazioni
di pulizia infatti si è potuto constatare la presenza di
"marchi", identificativi dei singoli oggetti. Ad esempio,
su alcune mezze armature da munizione del 1500-1600 è comparso
il marchio "Pavo" di provenienza bresciana, mentre su
una serie di armi da fuoco sono riaffiorati i marchi "Toschi"
e "Colombo-Beretta": E ancora, sulle lame di alcune
spade ora si possono leggere le sigle di spadai italiani e stranieri
risalenti al 1500-1600, su altre sono apparse le incisioni del
Leone di San Marco a simboleggiare l’arsenale di Venezia o motti
di carattere religioso e patriottico quali "In Te Domine
speravi" e "Vive l’eroi de Sardegne".
Ora che i restauri delle armi
sono terminati, l’idea è quella di perfezionare l’allestimento
della sala che le ospita, nel rispetto comunque della sua impostazione
d’origine voluta agli inizi del ’900 dal Conte Morando Bolognini,
cui va riconosciuto il merito di aver riportato il Castello, vittima
di una devastante serie di vicissitudini storiche, alla grandiosità
dei tempi della signoria Viscontea e di Regina della Scala.
Anna Morosini