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IL PONTE
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ANNO 6 - N.2 (Versione web - anno 3 n.2) NUOVA SERIE APRILE 2002

L’Oratorio certosino di S. Colombano al Lambro

Questo l’argomento della conferenza di Clotilde Fino

presso la Sala dei cavalieri

Sono state seguite con vivo interesse le vicende storiche dell’antico oratorio certosino del castello di S. Colombano raccontate, sulla base di un’ampia documentazione, dalla prof.ssa Clotilde Fino nel corso di una conferenza tenuta presso la Sala dei Cavalieri del Castello di Sant’Angelo.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione "Amici del castello di Sant’Angelo e dei suoi musei", si inserisce nel più ampio programma di iniziative programmate dalla dinamica associazione presieduta da Letizia Tonali per il primo semestre di quest’anno.

Con le sue attente descrizioni e osservazioni la prof. Fino ha guidato gli ascoltatori in un vero e proprio viaggio nella società e nell’arte del Medioevo. Prendendo le mosse dalla istituzione dell’ordine dei certosini in Francia nell’XI secolo, fondato da Bruno e riconosciuto poi dal papa Gregorio VII nel 1080, ha esposto le vicende che condussero i certosini a stabilirsi nella Certosa di Pavia e ad operare nei territori lodigiano e pavese fino all’erezione, nel XVI secolo dell’oratorio nella parte occidentale del castello di S. Colombano, per opera dell’architetto milanese Martino Bassi, noto per la realizzazione del palazzo vescovile di Lodi. L’oratorio fu dedicato a S. Maria Maddalena, santa molto cara agli ordini monastici contemplativi, specie in Francia dove, secondo una leggenda la santa si sarebbe trasferita dalla Terra Santa e dove sarebbe morta. Alla stessa santa si ispirarono gli affreschi realizzati dal pittore cremonese Bernardino Campi. Sulle vicende di questi affreschi la relatrice si è soffermata in modo particolare, ricostruendo, sulla base di un’approfondita ricerca archivistica, le singolari vicende attraverso cui questi affreschi riuscirono a salvarsi dall’abbattimento dell’oratorio, avvenuto nel XIX secolo per volontà di uno degli eredi dei Belgioioso. Quasi un giallo poi il percorso e i passaggi di mano cui gli affreschi, rimossi dall’oratorio, furono sottoposti fino alla loro definitiva sistemazione in parte al Museo delle Scienze e della Tecnica di Milano e in parte nei magazzini della Pinacoteca di Brera.

Si è trattato insomma di un appuntamento di notevole spessore culturale cui l’Associazione "Amici del Castello" ci ha ormai da tempo abituati. Ricordiamo i prossimi appuntamenti del 27 aprile col prof. Samarati, che tratterà di alcuni aspetti della storia del Castello di Sant’Angelo, del 4 maggio con la dott.essa Talevi sugli Inca e del 1 giugno con il prof. Montenegro che parlerà del primo storico santangiolino Pedrazzini Sobacchi. Tutte e tre le iniziative avranno logo alle ore 21, presso la Sala dei Cavalieri del castello di Sant’Angelo.

Angelo Montenegro

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