ANNO 6 - N. 6 (Versione web - anno 3 n.6)
NUOVA SERIE DICEMBRE 2002
Santangiolini illustri
Don Nicola De Martino
Nel 40° anniversario della morte
|
El cinema de Don Nicola
Gh’èra el fòrte e ‘l barbisén,
gh’èr la giùna e i lasaròn,
i cau boi e un bèl caval
ch’èl salvèva…tüti quanti.
Don Nicola èl fèva tüte,
perché ‘l cinema l’èr müte:
èl parlato e ‘l sonòro,
èl spieghèva la tramüsna.
Tüt’i fiöi ièrun cuntènti,
quande gh’èra Don Nicola,
ch’el te fèva an’ le sparade
quande gnèva i lasaròn.
Cèrti d’ön in mes a nöme,
sènsa lü, ià fèva ‘stéss,
le sparade, cu’l dedré;
i parivun fina vira!
Pum! Pum!…Pèm! Pèm!…
Cèntu volte i se massèvun,
pö i saltèvun sü ‘ncamò
per massàs un’oltra volta!
Ma una roba sur’a tüte
me spetèvi, ogni volta
che a la fen, i se truèvun
èl murus cun la murusa…
Per svià la nosta mènte,
Don Nicola èl cumentèva:
-Va che lé… va che lü…
vache insèma tüti dü! –
Pö…de cursa in mes al campe!…
A giügà ai lasaron,
a massas un pò’nca nöme
cu’l pèm-pèm de Don Nicola.
Don Domenico Oppizzi
(da "Via Barasa"
Ed. Pavoniane, Milano, 1979)
|
Nella rassegna dei "santangiolini
illustri" curata dal prof. Angelo Montenegro non poteva mancare
il sacerdote don Nicola De Martino, del quale proprio nel mese di
dicembre, ricorre il 40° anniversario della morte. Di don Nicola
è stato detto e scritto tutto, interessante in proposito
è il libro del 1996 : "don Nicola" scritto dal
concittadino Fausto Pelli patrocinato dall’Amministrazione Comunale
di S.Angelo e dalla Parrocchia S.Antonio Abate e S. Francesca Cabrini.
Noi vogliamo ricordarlo ancora una
volta attraverso alcuni pensieri espressi da don Ferruccio Ferrari
e da un articolo preparato qualche anno fa per il Bollettino Parrocchiale
"la Cordata".
SACERDOTE E PROMOTORE DI CULTURA
Don Nicola nacque a S.Angelo Lodigiano
il 3 giugno 1892 da Giulia Caselli e Giuseppe De Martino, si racconta
che amò fin da bambino giocare facendo la parte del prete
e questo suo desiderio si realizzò nel 1914 quando all’età
di ventidue anni fu ordinato sacerdote.
Dapprima fu coadiutore a S.Fiorano,
poi a Bargano e poi insegnante di lettere nell’allora seminario
diocesano di Vigarolo.
Nel 1918 morì il padre Giuseppe,
proprietario dell’Osteria della Torre , l’anno dopo don Nicola fu
trasferito a S. Angelo (e vi rimase per ben 43 anni) a fianco ora
di Mons. Domenico Mezzadri (Vescovo di Chioggia dal 1920), ora di
Mons. Enrico Rizzi, di Mons. Antonio Gaboardi.
A S. Angelo operò prima nell’allora
vecchio e storico oratorio di via S. Bartolomeo visitato tra l’altro
da S. Giovanni Bosco, e poi col prevosto Mons. Rizzi curò
l’erezione dell’oratorio S. Luigi (inaugurato nel settembre 1924)
e collaborò alla grande realizzazione dell’odierna Basilica.
Spese per oltre un ventennio le
sue energie giovanili in opere di apostolato in mezzo alla piccola
e grande gioventù: infatti, divenuto direttore dell’oratorio,
organizzò campeggi alpini, tornei di calcistici che convogliavano
all’oratorio tutto il paese, diede vita anche al doposcuola, alla
colonia elioterapica e agli scout chiamati "Esploratori"
che don Nicola lanciava in divisa cantando "sui campi aperti
ad imparare la vita!"; fu altresì coadiutore nel rione
S.Martino, cappellano presso l’orfanotrofio delle Suore Missionarie
del Sacro Cuore.
Don Nicola, ormai nel pieno della
maturità, lasciò l’oratorio per occuparsi della parrocchia:
la sua figura è particolarmente legata alle celebrazioni
cabriniane del 1938, 1947, 1950 in occasione della beatificazione,
della canonizzazione della Santa e del centenario della nascita;
non mancò anche di adoperarsi, con gusto artistico non indifferente,
allo splendore del tempio a Lei dedicato e alla creazione nelle
sale superiori del Castello del Museo Cabriniano o della Pace (marzo
1939) in collaborazione con la prof.ssa Maria Luisa Perduca .
Don Ferruccio Ferrari ricordava
spesso di aver assistito all’incontro di don Nicola e la poetessa
lodigiana Ada Negri, proprio nella casa di S. Cabrini. "Si
parlavano come amici di lunga data, e si erano capiti assai, assai:
lei la poetessa contestataria della Lodi dei ricchi, impietosa verso
la città dei poveri, lui l'umile poeta impegnato per tutta
una vita in un apostolato a tutto campo popolare".( Dai ricordi
di don Ferruccio). La stessa Ada Negri citò don Nicola
in "Erba sul sagrato" : "Cielo senza nubi, sole senz’ombre
…….gioia e pace nella mia terra, oggi ch’io vado a salutare Madre
Cabrini nella casa dove nacque in Sant’Angelo Lodigiano……..Non ignoro,
pertanto, che la casa, nell’interno, è tutta mutata dal tempo
in cui ella, coi parenti, ci visse. L’Ordine delle Missionarie del
Sacro Cuore ……la comprò per riverenza verso la fondatrice,
nel 1929; e un sacerdote di Sant’Angelo, don Nicola De Martino,
interamente offerto al culto della Beata, nelle stanze ove pochi
mobili rimangono dell’epoca di Agostino e Stella ha raccolto, con
sobria finezza di scelta, le cose essenziali che possono rappresentare
una sintesi della sovrumana esistenza di Madre Cabrini. (….)."
Uomo di fiducia della Contessa Lydia Morando Bologini, don Nicola
ultimò la sistemazione e la catagolazione delle opere d’arte,
si dedicò alla cura del Castello e srisse il libro "S.Angelo
e il suo castello" (1958) – libro che varrebbe la pena ristampare
- .
|
Nel 1938 lo vediamo fondatore della Pro
Loco, associazione approvata dall’Ente Provinciale Turismo il 15 aprile
dello stesso anno, proprio dopo un mese don Nicola fu colpito da un grave
lutto, il 17 maggio morì la madre Giulia all’età di 70 anni,
figura a cui egli era particolarmente legato.
Il sacerdote barasino tenne alto il prestigio
del paese con moltelpici iniziative folcloristiche e con dimostrazioni
dell’operosità artigiana locale.
Un aspetto poco conosciuto è che
buona parte della diffusione del cinema tra i santangiolini si deve all’immancabile
Mons. Nicola De Martino: prima, con la chiusura al culto nel 1925 della
Chiesa di S. Marta (demolita nel 1966) che venne utilizzata come Salone
Parrocchiale e dove don Nicola sapeva intrattenere e divertire i giovani
d’allora arricchendo con i suoi commenti, i primi film muti che vi proiettava.
Poi, negli anni seguenti, essendo completato il nuovo Oratorio S.Luigi,
don Nicola vi proiettava i film con la macchina "Cinema Imperator"
comprata a proprie spese.
Ma non era solo promotore di cultura,
giochi e feste: " (….) don Nicola privilegiava sempre la componente
religiosa - dai ricordi di don Ferruccio – …. La componente religiosa
oltreché dell’attività ordinaria di tutti i giorni festivi
nei quali alla Messa e al Catechismo emergeva la sua abilità oratoria
semplice, facile e che incatenava l’attenzione anche dei più distratti,
si espletava nei momenti di più intensa devozione, come nel Maggio
Mariano, nella festa della Madonna, nelle Domeniche di S.Luigi, alla Messa
della Notte di Natale (insuperabili i meravigliosi presepi di don Nicola!)
e soprattutto alla Festa di Cristo Re, la cui statua volle intronare sull'altare
e al quale si cantava un inno difficile con salti di quarta e di ottava,
con fragoroso impeto giovanile, come dovette essere impetuoso (commentava
don Nicola) il grido dei giovani martiri messicani: Viva Cristo Re!. (….)
Ebbene don Nicola aveva il dono della conciliazione degli spiriti, che
sapeva attuare con illuminata saggezza: incoraggiando gli animi depressi
dagli inevitabili insuccessi, ma più ancora temperando le impennate
degli spiriti più accesi con il lepido motto: "Amico non t’affan
– nar!" (….)".
" DEFENSOR CIVITATIS "
Durante l’ultima guerra si prodigò
nell’assistenza ai soldati, ai prigionieri, ai partigiani, fu arrestato
(proprio il giorno della festa liturgica della Beata Cabrini), il 22 dicembre
1944, si offrì pure come ostaggio ai tedeschi il 25 aprile 1945
per non mettere a repentaglio la vita dei concittadini.
Queste sue instancabili ed eroiche attività
furono fonte di riconoscenze e cospicui onorificenze da parte della Santa
Sede (che lo nominò Cameriere del Papa), della Repubblica Italiana
e dell’Amministrazione Comunale la quale, rappresentata dal sindaco Mario
Beccaria, in occasione del 6° Congresso Eucaristico di zona, il 23 settembre
1962 lo dichiarò cittadino benemerito conferendogli la medaglia
d’oro di "difensor civitatis".
Don Nicola De Martino
il 23 settembre 1962, in occasione dell'assegnazione
della benemerenza "defensor Civitatis" da parte dell'Amministrazione
comunale
Don Nicola stremato di forze e ammalato,
passò gli ultimi anni come ospite d’onore della Clinica milanese
del Columbus, delle R.R. Madri Missionarie, dove, con costante pensiero
al suo S.Angelo, il 3 dicembre 1962, alle prime ore del pomeriggio, morì.
Esecutore delle sue ultime volontà
era stato nominato Mons. Geralamo Toscani che celebrò alla presenza
di ottanta sacerdoti anche la S.Messa funebre nella Basilica stracolma
di gente commossa.
La sua salma che riposa nel cimitero di
S.Angelo, per sua espressa volontà fu posta nella nuda terra per
essere più vicino ai cari santangiolini morti e per ricevere dai
vivi il ricordo affettuoso e la carità del suffragio.
Solo dopo cinque anni dalla sua scomparsa
il giorno 3 dicembre 1967 la Pro-Loco e la cittadinanza vollero dimostrare
a quel "prete del popolo" il loro affetto inaugurando il monumento
a don Nicola opera dello scultore milanese Ettore Cedraschi.
Ricordando fin qui don Nicola, ci si è
soffermati sul suo impegno a livello laicale, culturale, sociale, ma non
dimentichiamo che egli fu soprattutto un sacerdote attivo, un prete al
servizio della comunità e dei poveri.
Il suo messaggio era rivolto ai giovani
perché non perdessero la Fede dei padri, perché con la Fede
nel cuore amassero il loro paese impegnandosi per una sua crescita religiosa
e umana, oltre che culturale.
Sia Mons Carlo Ferrari che l’ex sindaco
Domenico Crespi alla serata della presentazione del libro del Pelli hanno
sottolineato e rimarcato che "è doveroso di ogni santangiolino
ricordare don Nicola con tutta quella riconoscenza e stima che merita".
Quindi anche se molti di noi non l’hanno
conosciuto, possono comunque stimare e apprezzare quest’uomo e accogliere
il suo invito.
Achille Ferrari
Altre notizie su Don Nicola
Lettere dal fronte
|
|