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IL PONTE
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ANNO 7 - N. 2 (Versione web - anno 4 n.2) NUOVA SERIE APRILE 2003

Promuovere la giustizia e la solidarietà

Per una cultura della Pace

Anche a Sant’Angelo le persone che appartengono ad enti, associazioni, gruppi da tempo impegnati sul nostro territorio, si sono incontrate ed hanno costituito un Comitato per la Pace che si prefigge di promuovere iniziative e suscitare dibattiti su questo tema.

Per la sua organizzazione sono chiamate a collaborare tutte le persone che lo desiderano e tutte le associazioni che vorranno offrire il proprio sostegno. A tale scopo è stato istituito, presso il negozio del Commercio Equo e Solidale di via Umberto I, uno sportello che raccoglierà le adesioni all’iniziativa.

L’obiettivo è quello di far sì che le voci che si oppongono spontaneamente alla guerra non rimangano isolate ma, unendosi, acquistino più efficacia.

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Partendo dalla considerazione che solo il diffondersi di una cultura della pace, basata sulla ricerca della giustizia e della solidarietà, può evitare che intere popolazioni vivano ancora oggi nel dramma della guerra e nella paura di atti terroristici, i promotori del Comitato hanno steso un Manifesto Programmatico, che di seguito pubblichiamo.

 MANIFESTO PROGRAMMATICO DEL COMITATO PER LA PACE DI SANT’ANGELO

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Cittadini e Cittadine

 in un momento come questo non possiamo tacere: scegliamo quindi la strada del dialogo personale e diretto; uniamo la nostra azione e i nostri pensieri anche se possono essere diversi .

Stiamo vivendo giorni difficili e tristi, giorni in cui il termine “guerra” è tornato ad abitare la nostra quotidianità.

Alcuni parlano di una guerra necessaria per liberare un popolo oppresso. Altri sono arrivati a definirla generosa. Altri ancora, con inquietante franchezza, la chiamano preventiva. Quasi che l’arma della legittima difesa possa essere brandita contro le sole, eventuali, intenzioni del nemico.

Questa come tutte le altre guerre noi la chiamiamo guerra della paura.  

Siamo invece convinti che ci vuole il coraggio di scegliere la pace, cioè dare speranza offrire opportunità, rendere accessibili per tutti cibo, casa, scuola, cure mediche e lavoro. Non possiamo accettare un mondo in cui tre miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale, vive con meno di due dollari al giorno.

Costruire la pace significa impegnarci per la giustizia, affrontando la questione dei rapporti economici, degli aiuti allo sviluppo, delle regole del commercio internazionale. Lavorare per la giustizia significa fare una politica che dia regole e istituzioni internazionali democratiche ed eque.

Costruire la pace significa  ricercare la verità. Non scegliere mai la violenza o la protesta fine a se stessa. Non stancarsi mai di approfondire, non accontentarsi di uno slogan, ma guardare ad ogni persona come ad altri noi stessi, da rispettare, ma soprattutto da incontrare. Significa anche cercare informazioni non di parte.

Costruire la pace significa promuovere la solidarietà: Crediamo che la diversità sia una ricchezza e non un motivo di divisione, che il mondo unito si costruisca non sull’omologazione ma sulla valorizzazione di quanto di prezioso c’è in ogni uomo, in ogni donna, in ogni cultura.

Guardatevi intorno, aprite gli occhi e scegliete il vostro personale modo di dire che non volete questa guerra e volete la pace.

Non vi chiediamo di partecipare solo ad una iniziativa, vi chiediamo di vivere con consapevolezza la cultura di pace che si è diffusa da quando alla fine della seconda guerra mondiale si levò il grido “mai più la guerra”.

Dunque è tempo di mettersi in cammino. È tempo di camminare insieme. È tempo di gridare la speranza.

Nonostante i tempi stretti di formazione del Comitato (che di fatto sta ancora nascendo), già nella prima sera dei bombardamenti sull’Iraq si è riunito spontaneamente in Piazza Libertà un folto numero di persone che ha manifestato la propria disapprovazione alla guerra.

La prima vera iniziativa promossa dal Comitato è stata comunque la marcia che domenica 30 marzo ha attraversato Sant’Angelo. Al corteo, partito alle 17 da via Colombo, in quartiere San Rocco, si sono unite almeno 800 persone sventolanti le bandiere arcobaleno. Durante la marcia alcune fermate per ascoltare le voci dei bambini che hanno letto i loro pensieri. Poi la tappa più significativa, quella davanti alla basilica, durante la quale don Peppino Barbesta, rappresentante dei Lavoratori Credenti e da tempo impegnato nel lavoro delle missioni, ha ripetuto ad alta voce il gran bisogno di aiuti e solidarietà per le terre straziate dai conflitti.

Il corteo si è sciolto in via Morzenti davanti al monumento dell’Unicef, dopo la lettura del manifesto e l’animazione di alcuni ragazzi dell’Eda (Educazione degli adulti).

La manifestazione è stata una novità assoluta per Sant’Angelo, vista la straordinaria adesione arrivata da numerose associazioni e singoli cittadini. Per questo nuovo gruppo una vera e propria iniezione di entusiasmo, indispensabile per dare la base a quel lavoro di informazione e sensibilizzazione che il Comitato per la pace intende avviare.

Giuseppe Sommariva

 

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