Venduta l'area di viale Europa
La cronaca
Alla fine l'asta ha portato nelle casse comunali una pioggia di euro, ben oltre i 3 milioni.
Il terreno di viale Europa, 26mila metri quadri edificabili, è stato venduto al prezzo di 2,9 milioni di euro.
Una vera manna per qualsiasi amministratore: soldi che saranno reinvestiti nelle opere pubbliche, per interventi che dovrebbero, almeno in parte, cambiare il volto del centro. La vicenda delle alienazioni ha tenuto banco negli ultimi mesi con uno scontro in Consiglio comunale tra la maggioranza e le opposizioni.
A far scoccare la scintilla il terreno di viale Europa: le opposizioni, infatti, si sono schierate contro la sua vendita, chiedendo in prima battuta di modificare al rialzo le valutazioni o di trasformare l'area in un grande parco pubblico. Poi le posizioni sono state riassunte in un'unica mozione, presentata al Consiglio comunale.
La richiesta era quella di fare marcia indietro, sospendere la vendita e fare dell'area un polmone verde cittadino. La mozione però non è passata.
Il passo successivo, la carta giocata in ultima istanza dalle opposizioni, è stata la raccolta delle firme, nel mese di maggio, per fermare l'iter dell'alienazione. Alla chiusura della campagna il bilancio ha fatto registrare l'adesione di circa 2.000 cittadini.
Forti di questo risultato, le opposizioni hanno scritto una lettera al Sindaco per chiedere di bloccare l'asta per la vendita. Ma il primo cittadino si era già espresso più volte: l'idea dell'Amministrazione era ben chiara, vendere un campo incolto, ritenuto una proprietà non strategica e fare così cassa.
In un periodo in cui i tagli dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni si fanno sentire, e non poco, la decisione di predisporre una maxi alienazione indica una via alternativa per poter programmare le spese in conto capitale, gli investimenti.
L'apertura delle buste ha assegnato il terreno di viale Europa alla Aedis 2004 Srl di Sant'Angelo, con un'offerta di 2,9 milioni di euro. Sorgeranno nuove ville e palazzine. Tra gli altri beni in vendita, il terreno edificabile di via Polli e Daccò è stato alienato per 500mila euro.
Ancora al palo invece la vendita dell'ex ufficio di igiene: l'asta è andata deserta. Sullo sfondo il fantasma di Villa Redentore: un problema ancora aperto, un grande immobile che sta andando in rovina, un parco in stato di abbandono. E nessuno interessato all'acquisto.
Le osservazioni
La grande area compresa tra le parallele via Europa e via dei Tulipani è stata ceduta dal Comune ad un prezzo di tutto rispetto e di indubbio interesse.
E' tuttavia opportuno esporre alcune riflessioni, per tentare di far sì che operazioni di questo genere, qualora si dovessero riproporre in futuro, vengano condotte con la massima chiarezza, tenendo conto di tutti gli aspetti che vengono posti in gioco, onde evitare, a carico dell'Amministrazione cedente, facili critiche e possibili ostacoli e, da parte delle forze di opposizione che siedono in consiglio comunale, reazioni intempestive e recriminazioni sterili.
Prima dell'ultima variante puntuale al vigente PRG, tale area era destinata al culto e all'istruzione di base e dell'obbligo. Prima ancora era identificata, per la massima parte, come area per standards comunali (ed infatti, nelle sue vicinanze esiste un grande parcheggio) e, per il resto, in fregio all'attuale via dei Tulipani, come fascia di rispetto stradale.
Oggi è divenuta residenziale, perché l'Amministrazione comunale ha ritenuto di utilizzarla per rimpinguare le proprie casse. A suo tempo, oltre vent'anni fa, quell'area, da agricola che era, venne espropriata appunto per realizzarvi opere di pubblico interesse (vedi il parcheggio). Oggi viene ceduta per realizzare ancora (altrove) opere di interesse pubblico o interventi di riqualificazione urbana. In proposito si impongono tuttavia alcune osservazioni.
Una, di carattere generale, riguarda la scomparsa di una grande estensione di terreno destinata ad opere di cui avrebbe potuto usufruire l'intera comunità e che non viene sostituita (di fatto) con altre aree, perché quella individuata in fregio alla strada dei boschi richiederebbe investimenti di gran lunga superiori (solo per la sua acquisizione e dotazione di infrastrutture di servizio adeguate) alla somma ricavata dalla vendita.
Un'altra, di carattere più particolare, discende dal fatto che in quella zona, con la costruzione di altre residenze, viene ad essere incrementata la domanda di servizi di prima necessità e la domanda di spostamento dei residenti della zona per accedere a negozi, uffici pubblici ecc.. Anche di questo occorre tenere conto, quando si operano scelte rilevanti in campo urbanistico.
Quanto alla destinazione del ricavato dalla vendita, sembrerebbe ovvio che, a fronte di una diminuzione patrimoniale, si debba intervenire con interventi, se non patrimonialmente compensativi (cioè con nuove acquisizioni), almeno destinati ad una efficace riqualificazione del patrimonio comunale esistente, che deve avvenire all'insegna della assoluta validità tecnica e funzionale e con completezza e organicità di risultati. Se il patrimonio pubblico è stato impoverito, di altrettanto dovrà essere valorizzato e sempre e solo nel più ampio interesse della comunità.
Urbano
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