Convegno e festa multietnica
Integrazione con iniziative concrete

Domenica 29 maggio si sono tenute due importanti manifestazioni riguardanti il tema dell'immigrazione extracomunitaria nel territorio di Sant'Angelo. Entrambi gli eventi sono stati promossi dal circolo ACLI: nella mattinata una conferenza dal titolo "Cammini di Integrazione" presso la sala della Banca Popolare di Lodi è stata poi seguita da un festa multietnica nel giardino delle Mura Spagnole.
La conferenza ha sicuramente rappresentato il mo-mento di maggiore impegno e di più profonda analisi riguardo al tema della giornata: sono intervenuti, presentati da Pinuccia Bracchi, Luisella Lunghi e Vittorio Rusconi, il sindaco Giuseppe Carlin e l'assessore Maurizio Villa; la dottoressa Camilli, responsabile dei servizi alla persona per la Provincia di Lodi e Pedro Iorio, coordinatore dei servizi all'immigrazione della Caritas di Milano.
Il Sindaco si è soffermato soprattutto sui problemi di amministrazione e bilancio che una presenza abbastanza rilevante di cittadini extracomunitari sul nostro territorio comporta.
Ha rivolto il compiacimento dell'Amministrazione comunale alle ACLI, che, in collaborazione con vari enti, hanno aperto uno sportello polifunzionale di servizi agli immigrati, progetto che va sotto il nome di "ConTatto". Ultima di una serie di iniziative implementate è una guida ai servizi del territorio, redatta in cinque lingue (oltre all'italiano, anche arabo, albanese, rumeno e francese).
Più tecnico il contributo dell'assessore Villa, che ha messo in cifre quanto espresso dal Sindaco.
La presenza a Sant'Angelo di immigrati regolari è di circa 1.000 unità, che rappresenta l'8% della popolazione totale del Comune. I rumeni sono i più numerosi, con 288 persone, poi albanesi con 186, a seguire egiziani e ivoriani, più altri gruppi minoritari. Il 30% dei fondi per le politiche sociali viene destinato agli immigrati, soprattutto (per oltre il 40%) a contributi per la casa.
Una situazione che, per le casse comunali, l'assessore non esita a definire "di difficile sostenibilità nel lungo periodo".
Con gli interventi dei due esperti, le tematiche affrontate dalla conferenza si sono spostate all'immigrazione come fenomeno in sé e come fenomeno caratterizzante il mondo in cui viviamo: "L'immigrazione rappresenta ormai qualcosa di strutturale, non accidentale o transitorio" ha detto la dottoressa Camilli. Un carattere riscontrabile nel fenomeno migratorio a livello nazionale è il maggior bilanciamento tra immigrati maschi e femmine: il che significa che non si è più di fronte al singolo immigrato che viene a cercare lavoro con la prospettiva di ritornare un giorno alla terra di provenienza (cosa che per altro non è quasi mai avvenuta); ma che vi è uno spostamento di famiglie, il che pone capo ad alcune questioni in ordine allo sviluppo demografico, specie in un paese quale l'Italia a crescita zero e con un'altissimo tasso di invecchiamento della popolazione.
In conclusione di conferenza, è stato proposto uno spunto particolarmente interessante, riguardo la figura stessa dell'emigrante, la quale viene troppe volte erroneamente inquadrata: l'idea per esempio dell'emigrante quale "soggetto debole", qualità che quasi istintivamente ci sentiamo di affibbiargli in virtù di una condizione lavorativa e di alloggio precaria, di emarginazione all'interno delle nostre comunità, nella stragrande maggioranza dei casi non corrisponde assolutamente alla realtà.
Si tratta di soggetti su cui la famiglia spesso investe molto, sia in termini di aspettative ma anche di risorse economiche: e un tale investimento non si fa su di un soggetto debole, che certo non lo deve essere se è vero che al distacco da casa e dalla famiglia seguirà l'approdo in un Paese di cui non conosce la lingua, con prospettive di lavoro incerte, e le personali difficoltà a dividere un alloggio con altri suoi connazionali in condizioni che eufemisticamente si possono definire disagiate.
La giornata è proseguita poi con una festa multietnica in cui le quattro maggiori comunità di immigrati presenti a Sant'Angelo (araba -con marocchini e egiziani- rumena, albanese e ivoriana) hanno offerto i piatti tipici della propria cucina ai presenti, accompagnando il tutto con addobbi, cartelloni e fotografie che richiamavano il Paese di origine.
La conclusione della manifestazione si è peraltro rivelata quanto mai appropriata quando gruppi canori folcloristici valtellinesi, chiamati dall'Amministrazione comunale per esibirsi lo stesso giorno, sono stati invitati ad unirsi alla festa in cui già suonavano melodie mediorientali, africane o est europee.
Decisamente un buon esempio di incontro culturale.

L'intrattenimento musicale nel giardino delle Mura Spagnole, all'insegna dell'interculturalità

Massimo Ramaioli

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