Avendo letto con interesse quanto denunciato da un lettore sul numero 3 de "Il Ponte" circa l'attuale disservizio postale non posso esimermi dall'evidenziare una inaccettabile gestione di un pubblico servizio fra l'altro anticipatamente pagato dagli utenti.
Attualmente sto sperimentando l'anomala gestione della nostra corrispondenza anche in base a quanto mi hanno comunicato dal locale ufficio postale.
Il 5 luglio 2005 ho spedito una raccomandata con avviso di ricevimento dall'ufficio postale di Sant'Angelo Lodigiano indirizzata ad un ufficio professionale distante circa 300 metri dall'ufficio postale.
Essendo i contenuti della suddetta raccomandata di rilevante importanza, non avendo ricevuto dopo dieci giorni nessun riscontro ho provveduto a telefonare all'ufficio postale chiedendo il motivo di questo ritardo. Seppur gentilmente la mia interlocutrice mi ha dato la seguente risposta che comunico "pari pari": "Tutta la corrispondenza in partenza da questo ufficio sia essa destinata a Sant'Angelo Lodigiano piuttosto che a Lodi o a Canicattì viene inviata ad un centro di raccolta fuori Sant'Angelo (Peschiera Borromeo? Non me lo ha comunicato) e da lì inoltrata ai diversi luoghi di destinazione. Se entro 3 settimane non dovesse ricevere nessun riscontro dell'avvenuta consegna della sua raccomandata si presenti al nostro ufficio per istruire la relativa pratica. Buona giornata". "Fortunatamente" la ricevuta di ritorno mi è arrivata il giorno 18 luglio 2005 ovvero dopo ben 13 giorni. Ora mi chiedo: A cosa servono le due scritte sulle cassette postali ed indicanti "Per la città" e "Per tutte le altre destinazioni" se il tutto viene inviato successivamente ad un unico centro di raccolta e smistamento fuori città?

Lettera firmata

Abitare su una delle principali arterie cittadine induce ad alcune riflessioni sulle possibili qualità che dovrebbero qualificare una città di recente assurta a tale titolo.
A far diventare Sant'Angelo una città degna di questo nome saranno forse le corse notturne in auto e in moto di alcuni nostri - ahimé - concittadini che si dilettano ad accelerare al massimo i propri roboanti veicoli tra un semaforo e l'altro? O forse l'assenza di isole pedonali e l'imperare degli autoveicoli in pieno centro conferiscono tale dignità? Oppure l'insufficienza di parchi ed aree verdi attrezzate e curate che, seppur motivata dagli alti costi gestionali di tali spazi, è tale da indurre alcuni amanti della natura a spostarsi con la prole in paesi limitrofi non potendo nemmeno fruire della campagna circostante trasformata spesso in un cassonetto a cielo aperto? Purtroppo alla base di tutto questo non crediamo vi sia l'assenza di qualità e potenzialità, che senz'altro non mancano anche nel nostro paese, quanto piuttosto lo scarso senso civico di alcuni suoi abitanti, oltre - forse - all'ignavia di qualcuno dei nostri amministratori.