Diario di un viaggio sul Po
Tre giorni in barca a contatto con la natura

Il gruppo ripreso durante una sosta di ristoro sul fiume Po

La prima giornata di navigazione, giovedì 2 giugno, del gruppo nautico composto dai santangiolini Gianni Bertolotti e i coniugi Pietro e Domenica Lucini, con altri sei compagni di viaggio milanesi e pavesi, a bordo di due barche a motore, prevede un percorso di 170 chilometri che da Porto Viro porta a Chioggia.
Si risale il Po prima di imboccare la Biconca di Porto Grimana, una chiusa che ci permette di introdurci nel Po di Levante. Il panorama è di grande suggestione e consente di ammirare luoghi naturalistici ricchi di rara avifauna. Il canale Po di Brontolo ci porta a Chioggia dopo aver attraversato il fiume Adige ed il fiume Brenta. Effettuiamo un'escursione in questa cittadina: visitiamo la cattedrale dove si trovano i resti mortali di mons. Domenico Mezzadri, vescovo di Chioggia, che fu parroco di Sant'Angelo dal 1910 al 1920.
Attraversiamo la striscia di mare che porta alla foce del Po di Venezia. Abbandoniamo il mare per entrare nel Po di Pila: siamo nelle zone di più recente avanzamento del fiume.
Venerdì 3 giugno, prevediamo di risalire il fiume sino all'imbocco con il Po di Goro, di arrivare alla foce, circumnavigare l'Isola dei Gabbiani, immetterci nel Po di Gnocca sino a Porto Tolle e ritornare a Porto Viro, una volta imboccato il Po di Venezia. Si tratta di percorrere 140 chilometri.
Lo scenario di questo territorio deltizio è un'esplosione di colori e profumi.
In località Santa Maria di Punta avviene la biforcazione e si entra nel Po di Goro. È fantastica la visione di campanili che rivelano la presenza di piccoli paesi, antichi casali e nobili dimore del patriziato veneziano. Risaliamo il Po di Gnocca, catturati dal suo fascino. È a Porto Tolle che le barche entrano nel Po di Venezia.
Sabato 4 giugno, si decide per un'escursione di 90 chilometri discendendo il Po di Venezia, sino all'imbocco col Po di Maistra, sbocco in mare da percorrere sino al Po di Levante e ritorno a Porto Viro. Il Po di Maistra è il ramo senile del grande fiume. L'acqua, di portata inferiore rispetto agli altri rami, scopre meandri, lagune e valli incantevoli. La fitta vegetazione avvolge il fiume come un gigantesco ombrello naturale. Le barche percorrono lentamente questo tratto. Lo sbocco del Po di Maistra nel mare è ciò che di più entusiasmante si può immaginare: il fiume scorre ai lati di una laguna abitata da centinaia di uccelli. Cineprese e macchine fotografiche fanno a gara per immortalare il cavaliere d'Italia, con le sue lunghe zampe, l'avocetta, il gabbiano reale, l'airone cinerino, l'airone rosso. Dopo questa sosta fotografica, entriamo in mare diretti a nord, per raggiungere la confluenza del Po di Levante che collega il delta alla litoranea veneta. Raggiungiamo Porto Viro nel pomeriggio
Proprio all'interno del Po di Maistra si trova una zona riconosciuta "Patrimonio dell'umanità" protetta per la salvaguardia di fauna, flora e habitat. La biodiversità della golena favorisce la presenza di numerose specie di uccelli, in particolare tantissime anatre ed il falco della palude. Numerosi sono i resti di fornaci. Dai finestrini dell'auto è un susseguirsi di paludi, golene, stagni, isolotti, il tutto permeato dalla luce di un rosso tramonto.
La serata e le vacanze terminano in una rustica trattoria in un piccolo borgo di golena con gente dedita a mestieri antichi.

Il cronista del gruppo

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