Ha aperto i battenti il Museo della Basilica
Un altro passo per la tutela del nostro patrimonio culturale
La grande sala museale posta al di sopra dell’ingresso principale della Basilica
I festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, patrono della nostra città, si sono arricchiti quest’anno di occasioni ed eventi significativi.
Mentre si svolgevano i consueti appuntamenti che caratterizzano per tradizione la giornata del 17 gennaio, la città ha avuto il piacere di accogliere mons. Giuseppe Merisi, nuovo vescovo di Lodi, per la sua prima visita ufficiale. Particolare richiamo ha avuto anche alla vigilia della festa, la sera del 16 gennaio, l’inaugurazione del Museo della Basilica, allestito per volontà del parroco mons. Carlo Ferrari, grazie all’intervento fattivo di nu-merosi collaboratori, di aziende cittadine e il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi.
Il museo è stato creato per l’esigenza di assicurare agli oggetti esposti migliori condizioni di conservazione, che non erano garantiti dalla collocazione in sagrestia e che stavano subendo processi di deterioramento; naturalmente un obiettivo non secondario del progetto è la prevenzione dei furti di oggetti sacri, che anche nel nostro territorio stanno sempre più diffondendosi. Questo, in sintesi, è quanto ha illustrato Antonio Saletta nella sua presentazione del museo a conclusione dell’applaudito concerto del coro Angel Singers, offerto dal Comune, che ha aperto la serata.
Molti i santangiolini partecipanti all’evento, segno che l’interesse per la cultura e la storia della nostra città è particolarmente vivo.
Tutti i presenti sono saliti nei matronei dalla Basilica, luogo in cui è stata allestita la raccolta, per la benedizione del museo, impartita da don Giancarlo Baroni, e per la visita guidata.
Molta attrattiva hanno suscitato nei visitatori sia le opere esposte sia le fotografie d’epoca, appese come corredo documentario alle didascalie, che aiutano a ricostruire situazioni, luoghi e personaggi della storia religiosa santangiolina.
È da segnalare la presenza di don Pino Cipelli, parroco di Dresano e responsabile diocesano per l’arte sacra e i beni culturali, che ha espresso soddisfazione per l’iniziativa e ammirazione per la cura dell’allestimento e per la qualità delle opere esposte. È innegabile, infatti, che il museo è ben ideato e strutturato.
Il percorso museale, progettato dall’architetto Beppe Roberti, si sviluppa lungo due ambienti tematici: la balconata del matroneo (in cui sono esposte le statue anticamente collocate in chiese santangioline e gli stendardi delle antiche confraternite laiche) e la sala in controfacciata (dove sono conservate entro bacheche esempi di suppellettile liturgica, dipinti, reliquiari e altro ancora).
Opere di particolare rilevanza artistica sono un dipinto con San Carlo Borromeo del tardo Seicento, un portatile ligneo ottocentesco dello scultore Antonini, una collezione di reliquiari e un parato del Seicento in seta e velluto.
La raccolta non solo adempie così al compito di preservare queste opere dal tempo e dai furti, ma aiuta tutta una comunità a ripercorrere e studiare la propria storia religiosa.
Silvia Trivellato
Il Museo è accessibile, in assenza di funzioni liturgiche, i mercoledì, non festivi,
dalle ore 10,30 alle 11,30 e il sabato dalle ore 16 alle 17,30.
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