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Antenna per la telefonia al Cimitero.
Il parere dell’assessore

Vorrei chiarire alcuni passaggi riguardo l’articolo sull’antenna comparso su “Il Ponte” di Febbraio.
Prima di tutto nessuno è mai uscito dalla legge, ci sono tutti i documenti che lo attestano.
Non si è perso nessun senso né dell’opportunità né della decenza, forse quello del decoro (non piace neanche a me quel palo), ma l’unica alternativa era vederlo a qualche decina di metri più in là su territorio privato, e sfido chiunque a dire che non avrebbe accettato la richiesta.


E’ vero, il palo antistante il cimitero è molto alto, ma non avrà nessuna corona piena di braccia alla sua estremità.
Quella specifica zona è stata scelta perché ci sono gli alberi più alti che possono coprire il più possibile il manufatto, sono anche state piantate delle siepi per nascondere gli armadi.
Non è stata fatta nessuna va-riazione al PRG, né tantomeno si è andati contro la fascia di rispetto cimiteriale di cui c’è la congruità.
Il rispetto favorevole è stato confortato anche dal redattore del PRG Dott. Arch. Mario Cremonesi.
Visto il dilagare che c’è in questi ultimi anni di antenne, questa Amministrazione ha deciso di mettere in atto il “Principio di Precauzione”, pianificando la messa in opera di altre future antenne con un Regolamento.
Il Regolamento è pronto da tempo ed è già stato approvato dalle Commissioni Ecologia e Affari Istituzionali, ma si è dilungato nella preparazione del Piano di Localizzazione, avendo riscontrato alcune difficoltà.
La partecipazione diretta dei Gestori di rete al processo pianificatorio rappresenta un atto dovuto per dare un valore aggiunto alla qualità del lavoro finale, e per evitare imposizioni da parte loro.
E’ inutile predisporre un piano individuando zone che poi non vanno bene per i Gestori, ai quali il Comune deve garantire il livello di copertura del segnale per una capillare distribuzione sul territorio.
La scelta di coinvolgerli in prima persona nel percorso di costruzione del Piano ha portato allo slittamento della sua presentazione in Consiglio Comunale.
Purtroppo le antenne sono ormai un dato di fatto della nostra vita, a nessuno piacciono, ma nessuno rinuncia al cellulare.
Sono disponibile a collaborare, come ho fatto con i Gestori, anche con un eventuale “Comitato”, che non tenga conto solo alla parte visiva, ma che si preoccupi anche della salute soprattutto dei bambini.
Simona Malattia
Assessore all'
Ecologia del Comune di Sant'Angelo Lodigiano

I chiarimenti dell’Assessore all’Ecologia Simona Malattia si commentano da soli, tuttavia alcune sottolineature si impongono. Vorremmo anche che ci spiegasse perché la questione è di competenza dell’Assessorato all’Ecologia e non di quello dell’Urbanistica.
Quanto al richiamato “Principio di precauzione” per pianificare le antenne future, ci sembra che assomigli tanto alla porta che viene chiusa dopo che i buoi sono scappati.

Collaborare con l’Amministrazione comunale: si può?

Ogni Amministrazione comunale che si affaccia alla ribalta esordisce con l’espressa volontà di collaborare con la cittadinanza alla soluzione dei tanti problemi della comunità, siano essi di carattere sociale, urbanistico o storico-culturale. In realtà, immancabilmente, succede che una volta eletti, i nuovi am-ministratori si sentono autorizzati a gestire il Comune in ma-niera unilaterale, in nome del mandato che hanno ricevuto dagli elettori.
E’ un atteggiamento che non può essere accettato, specialmente se riguarda progetti (al di fuori del programma elettorale) atti a cambiare radicalmente la struttura cittadina, nei suoi diversi aspetti.
E’ doveroso da parte dell’Amministrazione Comunale ascoltare consigli ed esaminare idee da qualsiasi parte provengano, senza pregiudizi, per il bene del paese e tenendo presente che la amministrazioni passano, ma le “ferite” restano.
Tramite i fogli di informazione locale si dovrebbero anticipare le intenzioni progettuali ed invitare la comunità ad esprimersi al riguardo, per giungere a soluzioni condivise dalla maggior parte dei cittadini.
Lo scrivente ha provato più volte a contattare gli esponenti sia dell’Amministrazione passata sia di quella attuale per alcune proposte operative di carattere storico ed urbanistico, ma nessuno si è degnato di una risposta. Eppure non erano “cattedrali nel deserto”, neppure dal punto di vista economico.
Tanti sono gli interventi dei quali la cittadina necessita, tutti di somma importanza, con particolare riferimento all’edilizia popolare, alla viabilità interna ed alla riqualificazione del centro storico (il cui degrado è sotto gli occhi di tutti). Per esempio, un collegamento tra piazza Vit-torio Veneto e via Umberto I tramite una galleria (attraverso gli immobili di proprietà comunale) faciliterebbe, abbreviandolo notevolmente, il percorso dal parcheggio di via Bolognini alla via principale e alla Basilica; passaggio che, arricchito di affreschi raffiguranti eventi storici particolari, darebbero prestigio al patrimonio architettonico.
Ho appreso da “Il Ponte” che gli artisti santangiolini Savarè e Cerri hanno ideato un bozzetto per il monumento ai “tilè”: ottima proposta. Non bisogna, però, dimenticare che ogni quartiere porta con sé specifiche caratteristiche storiche: perché non ricordare tutti i vecchi mestieri (tilè, curdè, filsunè, geròn e pescadù) con bassorilievi o graffiti posti sui lati di una aiuola poligonale, da sistemare al centro di una piazza (Vittorio Veneto?).
Augurandomi che, in futuro, vengano ascoltate, democraticamente le voci di tutti i cittadini che hanno la loro Sant’Angelo nel cuore, vi ringrazio per l’ospitalità.
Geom. Ottorino Mascheroni (ex tecnico comunale)