L’assessore provinciale Antonio Bagnaschi
invita il Comune ad entrare nel Consorzio Laus Care
Un nuovo appello per i servizi alla persona
Il santangiolino Antonio Bagnaschi, assessore provinciale ai servizi alla persona
Per la gestione dei servizi alla persona il Comune di Sant’Angelo aveva inizialmente pensato ad un grande accordo con numerosi Comuni del territorio. Parte di questi però, nel corso degli ultimi mesi hanno aderito al Consorzio promosso dalla Provincia di Lodi. Sant’Angelo invece ha deciso di proseguire in una direzione diversa e ha aderito ad un accordo di programma il cui Comune capofila è Vidardo e che comprende cinque realtà (Sant’Angelo, Vidardo, Caselle Lurani, Valera Fratta e Massalengo).
Simile ma distinto è invece l’accordo di programma della Bassa, con Codogno come capofila. In pratica la gestione dei servizi nel Lodigiano è oggi divisa tra tre enti: il Consorzio della Provincia con la maggior parte dei Comuni (46), l’accordo di Vidardo e quello della Bassa.
L’assessore provinciale che ha seguito la nascita del Consorzio, il santangiolino Antonio Bagna-schi, lancia ora un invito agli amministratori della sua città, affinché tornino sui loro passi e scelgano la strada del Consorzio, come hanno già fatto la maggior parte del Comuni lodigiani.
“Penso ci sia la possibilità - dice l’assessore - che Sant’Angelo pensi ad una soluzione che metta fine ad una contrapposizione francamente oggi incomprensibile nella provincia di Lodi”.
Sul piatto ci sono servizi importanti rivolti ai minori, ai portatori di handicap, agli anziani. Servizi fino a qualche mese fa offerti dalle Asl.
Assessore Bagnaschi, come si raccoglie oggi la sfida dei servizi alla persona nel Lodigiano? Cosa è cambiato rispetto al passato?
“Da un lato gli enti locali, cioè i Comuni, tornano titolari delle competenze in materia di servizi alla persona, dall'altro lato però non c’è un adeguato ritorno in termini di trasferimenti economici. Le Asl non possono più fare i servizi e dunque tocca ai comuni arrangiarsi, con i soldi che hanno a disposizione. La nascita del Consorzio è legata ad un’idea, quella di mettersi in rete, consorziare i Comuni in un ente pubblico per meglio dare risposte ai cittadini”.
Non tutti però la pensano come lei. Il Comune di Sant’Angelo ad esempio ha scelto un’altra strada.
“L’accordo di programma scelto dal Comune di Sant’Angelo viene presentato come uno strumento più agile, come sostengono gli amministratori comunali santangiolini, ma inevitabilmente esternalizza tutti i servizi alla persona. E a questo punto mi domando se i santangiolini pagheranno la differenza in termini di qualità dei servizi ottenuti. Il Consorzio invece, solo per fare un esempio, ha assunto una quindicina di operatori sociali, che sono dipendenti a tutti gli effetti”.
Gli oppositori del Consorzio lo definiscono un carrozzone, nel quale parte dei soldi non è spesa per i servizi ai cittadini ma per chi amministra l’ente. Siamo tornati alla prima repubblica?
“Qualsiasi società ha delle spese per gli organismi amministrativi. I membri del consiglio di amministrazione del Consorzio, che sono tutti professionisti, ricevono per ogni seduta del Consiglio di amministrazione cento euro. Sfido chi ci critica a trovare una società, amministrata da una Cda, che costi meno”.
E i servizi?
“Faccio qualche esempio. Il Consorzio si occupa della tutela minori con dei propri assistenti sociali. Per il segretariato sociale e professionale abbiamo diviso il territorio Lodigiano in sei zone e ci sono sei assistenti sociali che lavorano direttamente sul territorio, nei Comuni. Ad oggi hanno esaminato oltre trecento casi. Un ultimo esempio: per il servizio di assistenza domiciliare anziani, il Consorzio ha indetto una gara di appalto. Quest’ultimo non è stato assegnato al massimo ribasso, al contrario il criterio di scelta è stata la qualità dell’offerta. Aggiungo che per un minore in comunità la spesa per un Comune può essere di circa 20.000 euro l’anno mentre, per gli enti consorziati, grazie alla quota di solidarietà prevista per i Comuni, si può ridurre anche di un terzo”.
Se il Consorzio funziona così bene perché Comuni come Sant’Angelo e Vidardo, ma anche Codogno, hanno scelto di non aderirvi?
“Il contenzioso finora è stato unicamente di natura politica. Noi, come Provincia, chiediamo il ritorno alla coesione territoriale su questo fronte. Personalmente nutro dei dubbi sul fatto che l’accordo di programma siglato dal Comune di Sant’Angelo con altri pochi Comuni possa effettivamente resistere al-la bufera. Troppe poche risorse e troppi compiti per gli Enti Locali. Sui servizi sociali è vietato sbagliare: bisogna tornare a sedersi intorno ad un tavolo e affrontare il merito dei problemi. Il bisogno sociale aumenta e non v’è dubbio che il Lodigiano è un territorio troppo piccolo per pensare di fare da soli. Non è più il tempo di litigare intorno alle forme della gestione dei servizi, discutiamo della qualità delle prestazioni che diamo ai cittadini. La vera sfida, ed è una sfida difficile per tutti, è nell’affrontare le nuove marginalità sociali emergenti dando risposte certe e di qualità.”.
L. R.