Antenne in mezzo alle case:
i timori dei santangiolini


L’antenna Tim di via Pescherone

Elettrodotti, impianti per la telecomunicazione, ripetitori per la telefonia cellulare sono ormai dappertutto. Queste fonti artificiali au-mentano il campo elettromagnetico già presente naturalmente sulla Terra e provocano una forma di inquinamento ambientale chiamata elettrosmog.
La localizzazione degli impianti segue spesso regole non condivise con la cittadinanza che si interroga sulla loro sicurezza senza trovare risposte chiare. Tanto più che l’accesso ai dati di controllo non è facilitato.
La scienza ha finora dato risposte contraddittorie. Infatti uno dei problemi dell’elettrosmog (questione relativamente recente), è la scarsità di dati epidemiologici che non consente di stabilire con certezza se e in quale misura l’esposizione alle onde elettromagnetiche provochi danni alla nostra salute.
I numeri sono impressionanti: solo di apparati per la telecomunicazione, nel territorio della nostra Provincia, nel 2004 risultavano attivi 100 impianti di cui 87 di telefonia mobile, 4 di radiofonia e 9 di diffusione televisiva.
A Sant’Angelo, come altrove del resto, abbiamo as-sistito alla posa di diverse stazioni radio base (le antenne per i cellulari) anche in zone densamente abitate. Per tutte valga l’esempio della antenna Tim in via Pescherone posta in mezzo alle case e a ridosso delle scuole.
Recentemente, proprio su queste pagine, l’assessore all’ecologia del nostro Comune, rispondendo alle polemiche sollevate per l’antenna posizionata davanti al cimitero, ha richiamato il Principio di Precauzione quale linea guida dell’Amministrazione nel disciplinare la localizzazione dei futuri impianti.
Tale Principio, introdotto nell’ordinamento comunitario già dal trattato di Roma (1957) comporta la scelta ottimale del sito dove insediare l’apparato, al fine di minimizzarne i rischi.
Chi ha pensato di costruire l’antenna in via Pescherone (e chi l’ha autorizzata) probabilmente ignorava il Principio: ci sembra infatti che la scelta del luogo sia stata ottimale solo dal punto di vista economico, grazie all’utilizzo del cortile che già era di proprietà dell’azienda!
Le preoccupazioni di ordine sanitario sono diverse. L’inquinamento elettromagnetico è sospettato di essere causa di gravi malattie.
Già da tempo si discute dell’effetto delle emissioni a bassa frequenza (quelle degli elettrodotti) che in diversi studi viene classificato come “possibile cancerogeno per l’uomo”.
Per gli impianti di telefonia mobile invece non ci sono (ancora) evidenze scientifiche che ne dimostrino i danni.
Le organizzazioni internazionali sottolineano però la necessità di ulteriori studi e raccomandano di uniformarsi al principio di cautela sopra richiamato suggerendo, ad esempio, di non mettere an-tenne vicino a scuole e ospedali e di ridurre al minimo gli impianti in zone residenziali.
Va ricordato che la legge italiana è più cautelativa rispetto a quella degli altri Paesi dell’Unione Europea, prevede limiti di esposizione più bassi e la realizzazione di una rete di monitoraggio.
Per conoscere dati e procedure di controllo ci siamo rivolti all’ARPA, l’agenzia regionale per la protezione ambientale che nella nostra Provincia cura l’istruttoria per l’installazione degli impianti ed effettua i calcoli di stima dell’impatto del campo elettrico.
Siamo stati informati che solo quando i calcoli previsionali sono prossimi al valore limite l’agenzia si attiva d’ufficio per fare le rilevazioni degli apparati.
Di norma (cioè quando i valori stimati non sono vicini ai limiti di legge) la procedura non prevede rilevazioni automatiche. Possono però essere effettuate misure su richiesta di Enti (Comuni, ASL, ecc.) qualora essi lo ritengano opportuno.
L’ARPA di Lodi ci ha comunicato che a Sant’Angelo “le stime finora eseguite e le misure svolte nel 2000 su richiesta del Comune (nelle scuole della zona di via Pescherone) hanno mostrato valori molto inferiori ai limiti previsti dalla vigente normativa”.
Dunque l’ultimo controllo risale a sei anni fa e nel frattempo l’antenna di via Pescherone è stata ampliata. Crediamo sia il caso di rispondere alla preoccupazione della gente con nuove rilevazioni, non solo nelle scuole ma anche nelle abitazioni circostanti. Lo stesso dicasi per gli altri impianti esistenti.
Non vogliamo allarmare nessuno. Pensiamo però che l’applicazione del Principio di Precauzione contempli anche la programmazione di controlli periodici e la sistematica informazione alla cittadinanza.
Il nostro giornale ospiterà volentieri la pubblicazione dei dati.
Giancarlo Belloni

Per chi volesse approfondire l’argomento segnaliamo la pubblicazione a cura dell’assessorato all’ecologia della Provincia di Lodi della “Prima relazione sullo stato delle installazioni degli impianti fissi di telefonia mobile e di radiotelevisione della Provincia di Lodi”. In distribuzione gratuita e sul sito internet www.provincia.lodi.it