Importante iniziativa culturale del gruppo missionario
“Africa Chiama”
Suggestioni cinematografiche dal continente nero
Studenti barasini in visita alla Mostra
Il Castello Bolognini ha ospitato, lo scorso ottobre, l’iniziativa “Cinemafrica - Mostra sulla cinematografia africana” realizzata dal gruppo Africa Chiama.
La mostra ha raccolto frammenti della vastissima cultura cinematografica africana scegliendo tra le opere più significative, presentate attraverso locandine, fotogrammi e resoconti di carattere storico e produttivo.
Una raccolta necessariamente parziale, a detta degli stessi curatori, data la ricchezza della scelta che il cinema africano offre. Da qui anche la soluzione del percorso espositivo diviso in quattro macroaree geografiche: Maghreb, Egitto, Africa Nera e Africa Australe. “Cinematografia africana” di-venta quindi un’espressione di convenienza, essendo l’Africa un sistema complesso e fonte inesauribile di punti di vista sociali e culturali. La mostra ha fatto emergere una straordinaria varietà tematica e di genere: nostalgia, amore, solitudine, ricerca di sé sono alcuni degli argomenti trattati col tono del dramma, della tragedia, ma anche della farsa, della commedia, della poesia. Il cinema africano si distingue in maniera più evidente quando tratta dei temi politici e di denuncia sociale: seguendo l’evoluzione dei film algerini si nota il passaggio dalla frustrazione del periodo coloniale alla narrazione tutta incentrata sui beur, che in Francia sono gli immigrati di seconda o terza generazione ancora sospesi tra due identità. Nei Paesi dell’Africa Nera è spesso portato sugli schermi il problema dello sfruttamento minorile e della mancanza di istruzione, mentre molti cineasti si impegnano a denunciare la condizione della donna, rappresentata muta nella suggestione di un film prodotto in Mali. La caratteristica profonda di molti film africani resta comunque il linguaggio, spesso apparentemente ingenuo, in realtà riconducibile alla radicata cultura delle favole di tradizione orale.
La mostra di Africa Chiama ha offerto anche numerose proiezioni, soprattutto per i ragazzi delle scuole barasine. Un’opportunità pressoché unica, visto che i film prodotti in Africa non conoscono mercato al di fuori del Continente e spesso nemmeno all’interno. A fronte dei numerosi festival africani (tra i più importanti il Fespaco, biennale che dal 1969 si tiene a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso) e delle presenze nei più prestigiosi festival europei (su tutti Venezia e Cannes), la distribuzione nelle sale africane è infatti dominata dalle più dozzinali produzioni americane e giapponesi, mentre anche in Congo si sviluppa un’industria di cassetta detta Nollywood, in risposta alla statunitense Hollywood e all’indiana Bollywood ma strutturata sugli stessi modelli. Così l’occidente critica le ingiustizie sociali di alcuni Paesi, contribuendo al silenzio di chi quelle ingiustizie denuncia dall’interno.
Sarebbe forse utile, accostandosi ad altre culture, accettare l’invito della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie: “Fate uno sforzo, provate a guardare con i nostri occhi”.
Giuseppe Sommariva