Indagine sulle scelte scolastiche dopo la licenza media

Che scuola fanno i nostri giovani? Con quale esito?


Ci ponemmo queste domande l’anno scorso, in una riunione di redazione e decidemmo di fare una piccola indagine per sapere che scelta avevano fatto i ragazzi dopo la licenza media e vedere quanti, di quelli iscritti cinque anni prima alla scuola superiore, avevano raggiunto la maturità nei tempi regolari.
Sapevamo in partenza che non avremmo potuto trarre conclusioni sociologiche dal nostro lavoro: sia il metodo artigianale (con una base dati limitata per ragioni organizzative alle scuole superiori della sola provincia di Lodi) sia la frequenza della rilevazione, basata su un solo anno anziché su una serie storica, non potevano che offrire un quadro parziale della situazione.
Ritenemmo però di tentare ugualmente l’“esperimento” se non altro per sopperire alla mancanza di informazioni in questo settore tanto importante per il futuro della nostra comunità.
Veniamo dunque ai dati.
La Tabella 1 riepiloga il dato della scelta della scuola superiore nell’anno scolastico 2005/2006.
È abbastanza rappresentativa in quanto, dei 116 ragazzi residenti a Sant’Angelo licenziati dalla scuola media Cabrini (non abbiamo i dati dei ragazzi che hanno fatto le medie altrove), siamo riusciti a seguirne 77 (pari al 66%). In 47 hanno preferito istituti tecnico/professionali mentre in 30 hanno scelto i licei. Rileviamo che nessuno ha scelto il liceo classico e solo in 5 hanno scelto il liceo scientifico, scuole considerate tradizionalmente più difficili.

Più ardua (sia per le variabili che non abbiamo potuto considerare quali i cambi di scuola o di residenza, sia a causa della difficoltà a reperire i dati degli istituti) è invece la lettura della Tabella 2 attraverso la quale, per misurare il successo scolastico, abbiamo raffrontato il numero degli iscritti in una scuola superiore nell’anno scolastico 2000/2001 e quello di coloro che cinque anni dopo hanno superato l’esame di maturità.
La base statistica, lo ripetiamo, è chiaramente insufficiente e la nostra piccola indagine va presa per quello che è: una fotografia un po’ sfocata della situazione scolastica nel 2005. L’idea che ci ha mossi ci sembra però valida.


Disporre di un monitoraggio sistematico di questo tipo aiuterebbe a capire dove stanno andando i nostri ragazzi, a verificare come affrontano l’impegno; a valutare la qualità della scuola media e, nel limite del possibile, ad indirizzare scelte che peseranno sul futuro della nostra comunità, essendo i giovani di oggi la classe dirigente di domani.
Consentirebbe inoltre di evidenziare i successi oltre che gli scogli dei percorsi scolastici. Insomma, informazioni utili alle istituzioni al fine di sostenere chi è in difficoltà ma anche di valorizzare le eccellenze scolastiche. Su quest’ultimo punto ci piace ricordare la proposta di una nostra lettrice che chiedeva all’Amministrazione comunale di istituire premi per gli studenti che si distinguono, come avviene in alcuni Comuni del circondario.

Monitorare professionalmente i percorsi scolastici e premiare gli studenti più meritevoli: chi si interessa di politiche giovanili e di istruzione saprà valutare la portata di queste proposte.
E le forze politiche che la prossima primavera scenderanno in campo per il rinnovo del Consiglio comunale, se lo vorranno, potranno considerarle nell’azione programmatica dei prossimi cinque anni.
Giancarlo Belloni.