L’arte e i ritratti di Marta Tonali

Giovani artisti santangiolini


Di solito sono gli artisti che fanno i ritratti. Dipingono, e i loro volti si colorano dell’arte, che li colloca in una dimensione quasi fuori del reale. Ma qualche volta piace pure a noi ritrarre loro, e dire qualcosa su chi si cimenta nell’espressione visiva qui dalle nostre parti, cogliendone l’esperienza e il percorso di studi. Un “ritratto dell’artista da giovane”, quello che si vuole fare, ribaltando il punto di vista di chi “oggettivizza” il proprio mondo, per renderlo a sua volta, l’oggetto delle nostre attenzioni.
Ed è proprio a questo punto che vorremmo parlare dei giovani artisti santangiolini, e di tutto quel sottobosco che in Sant’Angelo, pare progressivamente farsi vivo. Anche Marta Tonali, classe 1981, è una di loro.
Ha fatto pure una mostra nella nostra città, nel corso di quest’anno, una personale alla caffetteria “Il Viaggiatore”, in centro. Potrebbe essere l’esempio di come promuovere l’arte in città, e anche nella nostra piccola provincia. Trasformare in una “galleria” il bar di tutti i giorni, basta già ad offrire il senso creativo di chi si può chiamare artista.
Marta però, si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano quando ancora frequenta il quinto anno integrativo del Liceo Artistico Callisto Piazza di Lodi, e la sua passione si rafforza man mano nel corso di pittura universitario, che la porterà a diplomarsi l’autunno dell’anno accademico 2003/2004. Qualcuno ne coglie fin da prima l’estro cercandone la collaborazione alla realizzazione dei fondali scenografici per il Gran Galà di Danza Classica a Bel-gioioso, e ancora nel 2004, alle scenografie per il Teatro Don Bosco di Pavia.
Ma la tesi di Marta spazia in merito alla Body Art con la docente Francesca Alfano Miglietti, e all’indomani del titolo conseguito, inizia alcune mostre personali nel prolifico contesto culturale di Milano.


“Riccardo” olio su tela, 2005

Il Coquetel Bar in via Vetere, nella metropoli lombarda, è il punto di partenza per integrare il suo curriculum artistico, che la inserisce l’anno successivo in alcune collettive, sempre nel milanese, e poi a Lecco e dintorni, collaborando addirittura con gli studenti di un’accademia americana.
Non è strada facile, quella di manifestare la propria ispirazione attraverso i linguaggi non convenzionali dell’espressione artistica, ma l’iniziativa di certo non le manca. “Giro, faccio delle foto, e poi dipingo” - racconta in merito alla ricerca dei suoi soggetti. E spesso è la gente stessa a ritrovarsi, magicamente, nelle tele esposte: “…vengono qui, guardano e dicono: ‘ma quello sono io’!”.


“Pierino” olio su cartone telato, 2006

Oltre a vari concorsi nel lodigiano, così, partecipa a una personale al Caffè Morzenti di Bergamo, e al Canale Studio 1 di Treviglio come ospite alla trasmissione televisiva Spazio Ribelle, con la possibilità di mostrare alcuni dei suoi lavori.
Scomodando Woody Guthrie, cantore di protesta americano, ravvediamo un comune concetto: “Il mio laboratorio è il marciapiedi, la vostra via e il vostro campo, la vostra strada e il vostro palazzo. Non sono niente di più o di meno che un fotografo senza macchina fotografica. Perciò voglio chiamare voi il poeta e voi il cantante, perché voi leggerete queste righe con una voce che ha più musica della mia”.
Nella modestia di poche parole, l’abilità a rendere partecipe ciascuno della propria espressività.
Matteo Fratti.