Era una mattina come tante, quella mattina. Almeno così sembrava sino a quando, davanti alla scuola, la mamma di Chiara, con gli occhi gonfi di lacrime, ci disse che non c’eri più: un maledetto incidente ti aveva portato via, per sempre. Una morte inconcepibile la tua, come del resto quella di tanti giovani, ma ancor più inaccettabile perché tu eri, prima di tutto, “mamma”.
Il dolore che pervade parenti, amici, conoscenti di una persona morta prematuramente è sconvolgente e, nel tuo caso, è stato ancora più forte, ancora più violento, ancora più inspiegabile perché tu eri, prima di tutto, “mamma”.
Il pensiero è corso immediatamente a loro, ai tuoi bambini che oggi non ti hanno più e ai tanti piccoli e grandi momenti in cui tu eri il loro mondo: il mattino, quando di corsa ci si doveva preparare per andare a scuola, il pomeriggio al parco giochi e poi a casa a fare i compiti e la sera, le coccole prima di dormire. E proprio in questi istanti, semplici e quotidiani, il tuo ricordo irrompe, un grande senso di impotenza e di sconforto stringe il cuore.
Ci piace pensarti, e un po’ ci consola, lì accanto a loro in quei momenti, attimi in cui ognuna di noi, mamma come te, oggi più di ieri, ama ripetere i tuoi stessi gesti, le tue stesse premure, i tuoi atti d’amore … sempre.
Noi, mamme come te
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