Diario d’estate 2008


E pedala pedala tutti gli anni sulla stessa strada, tutti gli anni si scoprono novità. Così la via che porta al Mio Lungo, già via F. Cortesi si è arricchita di cartelli pubblicitari, mentre chi va per la via dei Boschi può trovare dei gattini abbandonati in una scatola. Segni dei tempi: anche Sant’Angelo si è votata all’invasione della pubblicità e all’abbandono di animali.
Sono anche i tempi della sicurezza e non sono affatto belle le cancellate apparse attorno al giardino di via Morzenti che peraltro aveva già i bidoni incatenati per evitare disastri. Ma non sarebbe meglio un bel giro collinare, in bicicletta naturalmente, invece che perder giornate a far danni al boschetto o al Chiesuolo? Ma mica ci si lamenta in queste poche righe, si pedala e pedalando si finisce poi tutti immancabilmente a rotta di collo giù per la discesa della fontanella. A proposito dove sono finiti i pensionati che l’abitavano e dove si è nascosta la magia del luogo? L’ultima volta che ci sono passato era deserta, infangata e l’acqua era ridotta ad un rivolo intristito. Ritornando poi sempre sul Mio Lungo (consentitemi di chiamarlo così per affetto anche se in molti sostengono sia il vio Lungo) finalmente la lieta sorpresa di vigili che controllano il traffico in entrata ed in uscita per fare in modo che quella via sia, almeno alla domenica, la vera ciclabile di Sant’Angelo.
Cambio itinerario. Pedalare tra i muri di granturco rigogliosi e fitti ha ancora un fascino potente che ricorda la bellezza e il mistero della pianura; meno male che Marudo conserva nel suo stemma una spiga che ci promette almeno il mantenimento del territorio agricolo. Diversa è l’atmosfera di Vidardo dove ormai si pedala, su pista ciclabile, tra abitazioni e casermoni per arrivare al ponte sul Lambro ripristinato, dove finalmente le biciclette possono tornare a circolare e raggiungere l’abbandonata, ma quieta Domodossola. Lì per i ciclisti come me che non la raggiungevano da tempo, la novità di alcuni murales a carattere naturalistico ad abbellire una casa d’angolo. Una bella sorpresa che vale una pedalata.
Intanto prepariamoci a convivere con nuove razze di ciclisti, non sono i normali pensionati rivestiti di tute sgargianti e caschetto. No a quelli già ci siamo abituati con allegria. Sono i bikers che timidamente si af-facciano tra noi. E accanto ai bikers gli skaters, i rollers. Ragazzi scatenati che con la bicicletta o qualche altra diavoleria sanno saltare dove e come nessuno di noi ha mai osato. Tutti amanti del movimento in versione due o quattro ruote. Nuove mode e nuovi modi di intendere il ciclismo. Perché non dedicargli uno spazio adeguato e attrezzato? Sempre di sport ecologici si tratta.
Cristoforo Vecchietti


I lavori di costruzione della cancellata al parco pubblico delle Vignole