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Nel 2007, l’allora direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Lodi, Piergiorgio Spaggiari, presentava il progetto di creazione di un “polo della riabilitazione” all’ospedale Delmati di Sant’Angelo. A occupare due piani dell’ospedale sarebbe arrivata la Fondazione don Gnocchi, portando la riabilitazione cardiologica e la riabilitazione pneumologia. Sarebbe nato un polo d’eccellenza, capace di creare anche un indotto per il territorio. La storia ha poi preso altre strade e l’esito è noto a tutti: si sono levate ferme opposizioni da parte dei sindacati e di alcuni gruppi politici, è cambiato il direttore generale, è passato del tempo. Morale: la don Gnocchi non si è fatta più vedere e probabilmente prima o poi aprirà un nuovo centro riabilitativo d’eccellenza in qualche altra città. Diversi cittadini, liberi pensatori, ci hanno chiesto cosa sta succedendo alla Pro Loco, o meglio, cosa sta accadendo attorno a questa nobile e storica associazione, ormai ultrasettantenne. In effetti, da qualche mese, assistiamo a un fenomeno particolare. Il Comune tende ad assegnare l’organizzazione di feste e momenti di socialità e svago ad associazioni private, certamente degne di rispetto, mentre per la Pro Loco gli spazi di “espressività” sembrano essersi ridotti. Un consigliere comunale, pochi giorni fa, ci ha poi segnalato che basta dare con regolarità un’occhiata all’albo pretorio del Comune per notare stanziamenti di qualche migliaia di euro alle associazioni private incaricate per il Comune di organizzare, come detto, feste ed eventi.
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