Ricerche d’archivio fissano nei primi anni dell’Ottocento, all’epoca del Regno Lombardo Veneto, con la Società Filarmonica, le origini della nostra Banda.
L’affermazione per cui la storia va continuamente riesaminata e riletta alla luce della scoperta di nuovi documenti, trova ulteriore conferma sulla questione riguardante l’anno di nascita di una Banda musicale a Sant’Angelo Lodigiano.
La pur lodevole indagine storica condotta nel 1984 dai ragazzi della 1° D della Scuola Media “F. Baracca”, che indica nel 1884 l’anno di nascita ufficiale, è ora corretta in presenza di nuovi documenti.
D’altra parte il 1884, data rilevata dal “Chronicon” parrocchiale, sembra poco credibile confrontandola con le date di altre società bandistiche lodigiane, che sono molto più antiche, pur essendo queste località di minore importanza rispetto a quella santangiolina, ad esempio il 1839 per Senna Lodigiana, il 1845 per Castiglione d’Adda e il 1859 per Brembio.
Un’altra annotazione che lascia trasparire qualche dubbio, si può leggere nella pubblicazione “Sant’Angelo ed il suo Castello” compilata nel 1958 da mons. Nicola De Martino, il quale afferma che: “Il 6 Maggio 1834 vi fu la prima comparsa della banda con la nuova montura”.
I componenti la Banda Musicale di Sant’Angelo nei primi anni del 1900.
La Società Filarmonica
La formazione delle Società Filarmoniche (così si chiamavano i gruppi di coloro che si dilettavano di musica) sono avvenute durante il Regno Lombardo Veneto (1814-1859) di cui il Lodigiano faceva parte, e non deve essere stato facile perché la polizia austriaca non vedeva di buon occhio le persone che indossavano uniformi.
Il primo documento scritto che certifica l’esistenza di una Società Filarmonica a Sant’Angelo Lodigiano è una quietanza della Fabbriceria della chiesa parrocchiale, datata 22 maggio 1818, in cui sono pagate Lire milanesi 61 per la partecipazione alla processione del Corpus Domini. In altre quietanze degli anni seguenti, appaiono alcuni nomi dei filarmonici santangiolini: Giuseppe Comaschi, Giovanni Polenghi, Giovanni Battista Battaini e Alessandro Zuccari, indicato dal 1832 come direttore.
Da rilevare che la Società Filarmonica, un’emanazione dell’autorità civica, non si limitava alle prestazioni bandistiche ma, era richiesta anche per arricchire le funzioni religiose con la partecipazione di cantanti.
Purtroppo la ricerca per rintracciare nell’Archivio comunale l’atto costitutivo della Società santangiolina è risultata vana.
Come si rileva dalle quietanze della Fabbriceria, l’attività della Società Filarmonica prosegue regolarmente con la partecipazione alle sacre funzioni sino al 1857, anno che si rivela denso di avvenimenti.
Dall’analisi dei documenti si deduce che all’interno della Società Filarmonica avvengono disaccordi che preoccupano l’autorità civica, come si desume da un documento del maggio 1857, in cui il Commissario, consentendo alla Società Filarmonica di Sant’Angelo di partecipare alla processione del Corpus Domini, avverte: “che in pendenza delle Superiori determinazioni sarà opportuno che non sia posto al berretto alcun fregio”. La missiva è indirizzata al maestro Luigi Subinaghi.
La festa dell’Addolorata
Pure l’autorità religiosa è coinvolta nella situazione, infatti, il 3 settembre 1857, il vescovo Gaetano Benaglio comunica al pro-parroco don Giuseppe Vigorelli (essendo vacante il posto di parroco dopo la morte di don Giacomo Dolci): “che stante la differenza dei musicanti di questo paese è d’avviso non intervengano a decorare le funzioni ecclesiastiche”.
La nota del vescovo è inviata a Francesco Rozza am-ministratore dell’Oratorio di San Bartolomeo che, a nome degli abitanti di Borgo San Martino, richiede la presenza della Società Filarmonica santangiolina alla processione della Madonna Addolorata il 27 di settembre. L’amministratore non può far altro che accettare la decisione del Vescovo, essendo stato nominato in quell’incarico dalla Parrocchia stessa.
La reazione degli abitanti del Borgo è alquanto dura come si evince da questa lettera: “I sottoscritti si rivolgono a questa Fabbriceria invocando giustamente la di lei autorità, contro l’Ammini-stratore del loro Oratorio sig. ing. Francesco Rozza, il quale capricciosamente vorrebbe impedire che la solenne funzione della B. V. Addolorata venga decorata, come è di costume dalla Compagnia Filarmonica del paese legalmente costituita e posta sotto la tutela delle competenti autorità locali. Pertanto i sottoscritti dichiarano formalmente che essendo il popolo quello che concorre colle proprie offerte all’effettuazione ed al maggior decoro possibile della funzione, il popolo sia quello che abbi ancora un vero diritto a volervi quella pompa esterna che meglio gli aggrada. [...].Firmato: Antonio Bassi, Gio Batta Angelini, Giuseppe Bracchi, Costante Marzani, Carlo Bracchi, Giuseppe Devecchi, Anselmo Bassi”.
Nel frattempo l’amministratore Francesco Rozza contatta la Banda Filarmonica di San Colombano, con l’incarico di sostituire la Banda santangiolina.
In una lettera, datata 19 settembre, don Giuseppe Vigorelli riconferma l’esclusione della Banda santangiolina per la festa dell’Addolorata: “In seguito all’ordinanza Vescovile del 3 corrente mese mi è giunto ieri un rescritto dallo stesso veneratissimo Prelato in cui dichiara di fare assoluto decreto di esclusione dei detti musicanti di Sant’Angelo per le funzioni ecclesiastiche, approvando in pari tempo che sia stata invitata la Banda di S. Colombano per la funzione di S. Bartolomeo del 27 corrente mese”.
Per buona pace degli abitanti del Borgo San Martino, il Commissario Distrettuale, con lettera del 22 settembre, pone fine alla vicenda non permettendo né alla Banda di San Colombano né a qualunque altra di prendere parte alla festa della Beata Vergine Addolorata.
Il cambio della guardia
Il 12 dicembre 1857, il nuovo parroco don Bassano Dedè, che ha preso possesso della Parrocchia il 29 settembre, riceve un dispaccio firmato dal commissario di Sant’Angelo Giuseppe Quaglia e dai deputati Antonio Bassi, Antonio Semenza e conte Marco Bolognini, in cui: “[…] si riconosce nel Comune di Sant’Angelo, una sola Società Filarmonica, quella cioè che venne riconosciuta mediante Decreto 28 aprile 1855 n. 9905, col sorvegliante politico e colla Di-rezione nuovamente approvata in base all’appuntamento 21 maggio scorso”.
La lettera è accompagnata dal verbale della riunione, del 21 maggio, che recita così: […] Sono comparsi in questo Ufficio li nominati sig. Savarè Lodovico e Savarè Biagio, il primo Direttore ed il secondo Deputato Politico della società filarmonica di Sant’Angelo nonché il sig. Subinaghi altro degli individui componenti la detta società, ed ora istruttore musicale, […] e venne di condizioni letta la sullodata Delegazione (la Magistratura Provinciale – n.d.r.) colla quale incarica la Deputazione ed il Commissario di procurare di togliere le discrepanze insorte fra i suddetti membri ed addivenire ad una riconciliazione fra loro”.
L’oggetto del contendere sembra essere di natura economica, perché la risoluzione prevede la continuazione dell’incarico di istruttore musicale ancora al Subinaghi che: “continui ad istruire come maestro i suoi dilettanti ed a ricevere egli solo e personalmente quella retribuzione che ora gli corrispondono per tale insegnamento, rinunciando fin d’ora e per sempre a qualsiasi pretesa per tale titolo. Mentre il sig. Biagio Savarè scrivendo dei pezzi di musica per la società filarmonica, riceverà a carico della Cassa di detta società il relativo compenso”.
Nella riunione è nominata la nuova direzione nelle persone di don Pietro Bergamaschi e Anacleto Nosotti, mentre Antonio Bassi è il nuovo deputato politico e Antonio Oppio il cassiere. Viene inoltre affrontato anche l’aspetto delle uniformi: “Siccome attualmente alcuni bandisti sono forniti di uniformi antiche e non conformi ed altri né sono privi, così rimane stabilito che per ora potranno riunirsi tutti per suonare tanto nelle funzioni che in qualsiasi altra circostanza vestiti dei migliori loro abiti, e ciò fino a tanto che non verrà determinato di comune consenso di provvedere di una uniforme moderna”.
Nonostante queste solenni determinazioni, la Società dura per pochi anni. Lo si deduce da una deliberazione di Giunta del 22 maggio 1864, in cui l’assessore delegato Francesco Cortese, incarica il maestro organista della Parrocchia, Biagio Savarè, proprio quello che era stato tra i motivi di litigiosità nella precedente Società Filarmonica, di costituire una Banda musicale.
Sono avviate le procedure per ottenere le autorizzazioni dalla Prefettura, alla quale vengono inviati modelli di figurini per le uniformi, che in un primo momento dovevano essere rosse con pennacchio nero e successivamente divennero bianche con spalline in oro e pennacchio rosso.
Per motivi che non conosciamo la Banda non decollò.
A questo punto della storia s’inserisce quanto accertato dalla ricerca dei ragazzi nel 1984: l’inaugurazione, il 20 luglio 1884, della nuova Banda musicale, questa volta come emanazione della Società Cattolica di Mutuo Soccorso.
Antonio Saletta
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La quietanza rilasciata dalla Parrocchia alla Società Filarmonica per la partecipazione alla processione della Madonna del Rosario nel 1825. |
Un anonimo bandista santangiolino dell'Ottocento |
L’uniforme del Corpo Musicale “S. Cecilia” nel 1910
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