“Mangia, che ti fa bene”: quante volte da piccola me lo sono sentita dire da mia madre e poi a mia volta, da mamma, in quante occasioni ho incitato mia figlia a mangiare con questa frase… infinite!
“Mangia, che ti fa bene”: e io guardavo un mestolo di pasta e fagioli o un piatto di risotto con la zucca, il pane giallo o la polentina con il latte della stalla, le polpette di marisàn (melanzane) e le rape cotte con l’aceto, le barbabietole o ancora una cucchiaiata di mostarda nera, che Mentina cuoceva nel calderone della “corte grande”.
I nostri genitori utilizzavano prodotti “Bio” ancor prima che il “Bio” fosse scoperto, si cucinava e si mangiava con quello che l’orto e la campagna fornivano a seconda della stagione… che nostalgia per quei sapori così rustici e veri e che davvero facevano bene!
Se penso invece a quanto l’industria alimentare oggi ci offre sugli scaffali dei supermercati, nei fast food, nelle pizzerie e nei ristoranti… se penso a quanto trovo confezionato con l’etichetta “cibo” e a quanto poco ci sia, in queste confezioni, di cibo inteso come alimento per la vita, mi viene voglia di dire: “attenzione, non toccare, nuoce gravemente alla salute”.
Per fare qualche esempio si può partire dagli alimenti più semplici: farina e zucchero.
Le Linee guida internazionali per il mantenimento dello stato di salute e la prevenzione del cancro (documento pubblicato nel 2007 dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro e dall’Istituto Americano per la Ricerca sul Cancro, che riassume tutti i lavori scientifici prodotti a livello mondiale sulla correlazione tra alimentazione, stile di vita e rischio di insorgenza delle malattie cronico degenerative) raccomandano di assumere tutti i cereali allo stato integrale e di evitare l’utilizzo di farine e zuccheri raffinati, cioè la farina bianca e lo zucchero bianco che troviamo normalmente in commercio. Infatti, le farine bianche sono prodotti “morti”, perché i cereali vengono lavorati in modo tale da privarli di zinco e manganese, elementi indispensabili per l’equilibrio del sistema nervoso.
Anche lo zucchero bianco è il prodotto di una raffinazione che lo priva dei suoi nutrimenti indispensabili. Raffinato e sbiancato come il borotalco, entra immediatamente nel sangue provocando una richiesta di produzione abnorme di insulina da parte del pancreas, l’eccesso di insulina richiede poi il consumo di altro zucchero e si diventa inconsapevolmente “consumatori dipendenti di zucchero”. E il pancreas ne risulta affaticato con tutte le conseguenze del caso.
Lo zucchero integrale ed il miele, invece, sono ricchi di vitamine, sali minerali e oligoelementi tra cui il cromo, e non provocano dipendenza, perché il cromo funge da moderatore e blocca la richiesta quando il nostro organismo ne ha a sufficienza.
Per assurdo l’industria, per fini commerciali, da un lato toglie i nutrienti ai cibi, rendendoli inerti e dannosi e dall’altro ci propone gli stessi nutrienti sotto forma di integratori.
Io non sono una esperta di alimentazione, sono però convinta che le donne e gli uomini abbiano l’intelligenza per poter distinguere, fra tutto ciò che ci viene propinato, quali sono i nutrimenti che hanno effetti positivi sulla nostra salute. Inoltre in questo campo c’è una ricca letteratura scientifica.
Cito ad esempio gli studi della dottoressa C. Kousmine, il cui principio essenziale è la cura del malato e non della malattia.
Come dicevo non sono un’esperta, semplicemente penso che “il pasto sia un atto conviviale, una pausa saporita in un mondo dominato dallo stress”.
Mi piace pensare alla natura come linea guida della nostra vita e cerco di rispettarne tutte le forme, di trarre insegnamenti dal ciclo delle stagioni e di applicarli a tutti gli aspetti della vita, compreso quello alimentare.
Dalla teoria alla pratica: il pane per la colazione
È una valida alternativa a biscotti e fette biscottate prodotti industrialmente, spalmatelo con marmellata meglio se fatta in casa e servitelo con the verde o caffè.
È un piacere per l’anima e per la mente, oltre che per la gola, se lo si prepara e lo si mangia in compagnia.
Ingredienti: 450 gr di farina integrale da agricoltura biologica macinata a pietra; 5 gr di sale marino integrale; 400 cc di latte intero; 1 limone da agricoltura biologica; 40 gr di semi di lino (di cui metà macinati); 1 manciata di semi di finocchio; 1 cucchiaio di olio Extra Vergine di Oliva; 1 bustina di cremor tartaro o 1 cucchiaino di bicarbonato.
Preparazione: Spremere il limone, versarne il succo nel latte intero e lasciarlo riposare per circa 30 minuti, intanto accendere il forno e portarlo a 210°. In una marmitta versare la farina, il sale, i semi, il cremor tartaro (o il bicarbonato) e miscelarli bene fra loro; aggiungere poi il latte che si è nel frattempo addensato e l’olio. Mescolare con un cucchiaio di legno senza impastare con le mani: il risultato sarà una specie di pastone. Versare il pastone in una forma per il plum kake foderata di carta da forno; praticate con un coltello un taglio orizzontale e introducete il pane in forno. Ci deve stare per 45 minuti. Al termine ponete il pane su una gratella e lasciatelo riposare.
Il nostro corpo e la nostra mente necessitano di nutrimento per funzionare al meglio ed in armonia.
Se non vengono nutriti non funzionano. Se vengono mal nutriti di conseguenza mal funzionano.
Cibo e stile di vita sono nutrimenti indispensabili.
Ho tratto alcuni passaggi dal libro A tavola con il metodo Kousmine, S. Preney - B. Favre; la passione e gli insegnamenti dall’amica Jasmin (www.cucinandosenza.blogspot.com)
Marina Cecchi
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