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Negli ultimi giorni di novembre, ha terminato il suo cammino terreno Luciano Sismondi nato a Genova e abitante da diversi anni a Sant’Angelo insieme alla moglie Maria D’Angelo, che vuole ricordarlo così. Io e Luciano Cara fotografia di tempi molto felici quando i miei occhi avevano ancora il colore del mare... I capelli sapevano di sole e... le labbra, se le leccavi, eran salate! A quel tempo noi due eravamo più forti nell’anima e... allegri... allegrissimi nel cuore. Cavalcavamo la vita su due puledri alati senza timore alcuno. La forza del nostro amore e la salute dei corpi ci facevan sentire i padroni del mondo. Luciano amava fare lunghe nuotate al largo, era un piccolo campione di nuoto. Dalla riva ammiravo le sue spalle dorate fendere l’acqua, seguivo la possenza delle sue bracciate. Quando s’allontanava troppo avevo paura di perderlo... Ma lui ritornava ridendo, buttandosi al sole vicino a me, sull’asciugamano matrimoniale. Le giornate di quella vacanza furono azzurre... forti... imponderabili... potenti. E le serate ancor più belle; farcite di cibo e di luna. Mano nella mano mi parlava d’arte trasmettendomi la sua sapienza. E io gli donavo la mia felicità sussurrandogli rime ap-pena lette da “Tutte le poesie” di Mallarmé, dedicate a una piccola lavandaia bionda: “...se la tua bocca a cuore fu colta tra i lamponi saporosi, in quale bosco sogna sepolta la pervinca da cui hai preso gli occhi?”.
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