Interessanti spunti di riflessione sul rapporto tra alcol e guida nello studio realizzato dalla Commissione Patenti per il 2008
AÈ maschio, istruito, ha meno di 30 anni e guida di notte.
È il candidato ideale alla sospensione della patente se sorpreso alla guida in stato di ebbrezza!
Almeno questo è ciò che emerge da uno dei pochi studi disponibili in Italia sul rapporto fra alcol e guida, quello realizzato sull’attività della Commissione Patenti Provinciale nel 2008 (ASL Lodi – Quaderni dell’Osservatorio Territoriale Dipendenze - Settembre 2009).
Un quadro che, al di là della semplificazione proposta dall’identikit, riserva anche alcune sorprese e interessanti spunti di riflessione.
Ricordiamo che il codice della strada stabilisce il divieto di guida in stato di ebbrezza in conseguenza dell’uso di sostanze alcoliche. Mettersi alla guida dopo aver assunto alcol, anche in piccole quantità, è un comportamento abbastanza diffuso e socialmente tollerato, con il rischio della sottovalutazione dei seri pericoli che ciò comporta.
La normativa in vigore prevede che una persona venga definita “in stato di ebbrezza” se dall’analisi effettuata sull’aria spirata, risulti una concentrazione di alcol pari o superiore a 0,5 grammi per litro.
Dunque chi viene fermato per un controllo e non supera il test, viene sanzionato con la sospensione della patente e con l’obbligo di sottoporsi ad una verifica da parte di una apposita Commissione.
Tale prassi ha suggerito l’idea di una indagine sociologica orientata alla migliore comprensione del fenomeno e alla messa in atto di strategie di prevenzione.
Sebbene l’indagine si sia potuta svolgere solo su base volontaria e anonima (non vi è alcun obbligo di legge in proposito) e quindi abbia in-teressato circa la metà dei 589 soggetti inviati nel 2008 alla Commissione Patenti della Provincia di Lodi, i curatori dello studio ritengono che i risultati siano attendibili - soprattutto nella sincerità delle risposte - ed in linea con i pochi studi confrontabili.
Vediamo allora qualche dato significativo emerso fra coloro che hanno compilato il questionario proposto dalla Commissione.
Iniziamo dalla grande differenza di genere fra le persone valutate, prevalentemente maschi (le femmine solo il 6,6%), dato questo che non trova corrispondenza con quelli sul consumo generale di alcol e che viene piuttosto letto come segnale di minor attenzione dei maschi ai pericoli della guida sotto l’effetto dell’alcol.
Interpretazione avvalorata anche da risposte che evidenziano una blanda percezione del tipo di infrazione commessa, se è vero che quasi 60 su 100 si ritengono vittime di una ingiustizia o semplicemente sfortunati ad essere incorsi nel controllo che ha portato alla sospensione della loro patente.
Altro dato significativo è l’età. Quasi il 40% sono giovani sotto i 30 anni, ma impressiona anche il dato della fascia 30 - 40 anni (34%) e degli over 50 che rappresentano l’8% delle persone coinvolte.
Trasversale sembra invece essere il livello di studi (più della metà ha il diploma o la laurea) e lo status sociale: ci sono tutte le professioni, dal libero professionista all’operaio, dall’imprenditore al-l’impiegato.
Interessante notare la presenza di due professioni quale quella del barista e del camionista che dovrebbero - lo immaginiamo - essere più sensibili ai rischi provocati dal consumo dell’alcol.
Anche la responsabilità di un nucleo familiare non sembra incidere nel ridurre i comportamenti a rischio se è vero che le persone con figli sono più del 26%.
I soggetti sono stati prevalentemente fermati in orari notturni (dalle 22.00 alle 5.00) ma questo è dato che va interpretato anche alla luce di un diverso approccio della Polizia, che durante il giorno interviene principalmente in seguito ad incidenti stradali, mentre di notte attiva una vera azione di prevenzione con controlli di routine più numerosi.
Ma giorno e notte evidenziano anche due tipologie di comportamento: di giorno è più probabile che vengano intercettati i consumatori problematici, mentre di notte è più probabile la presenza di consumatori occasionali di ritorno da locali di ristoro.
Proprio questi ultimi, che sono la maggior parte dei fermati, rappresentano un bacino di utenza in cui può essere utile un potenziamento della prevenzione.
Un campo nel quale sono chiamate non solo le strutture sanitarie ma anche gli enti locali, le scuole, le scuole guida, le famiglie, i centri di aggregazione… insomma tutti i soggetti che possono aiutare a far capire che il consumo di alcolici, per quanto ancora socialmente accettato, è incompatibile con la guida. Non comprenderlo mette a rischio la propria vita e quella degli altri.
Giancarlo Belloni
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