Ho passato parte delle vacanze estive nel bacino di Arcachon nella Aquitania francese, famosa per le coltivazioni di ostriche, per le basse maree e per le sue piogge interminabili, tanto che i Francesi la chiamano “il pozzo della Francia”. Eppure, giusto per il nostro arrivo e per contraddire i Francesi, l’Aquitania ha regalato a noi santangiolini 15 giorni di tempo stupendo, che ci ha permesso di apprezzare il suo territorio, la magnifica Bordeaux (dichiarata patrimonio dell’umanità) e le coltivazioni viticole del Sauternes e del Mèdoc.
Le bellezze della natura ci hanno lasciato senza fiato: le basse maree hanno la capacità di trasformare il paesaggio che, a distanza di poche ore, diventa irriconoscibile; il bacino apre le porte all’Oceano immenso ed evoca in noi pensieri e sentimenti di pace e solidarietà.
Accanto a queste bellezze purtroppo la mano dell’uomo lascia la sua impronta, trasformando ciò che la natura ci offre in merce destinata al profitto: i piccoli porti dei coltivatori di ostriche sono stati trasformati in porti turistici e le coltivazioni abbandonate all’incuria: le ostriche sono coltivate in abbondanza e vendute a prezzi ridottissimi. Sono apprezzate in tutto il mondo, ma quando arrivano a destinazione il prezzo è lievitato ingiustificabilmente.
Non ancora pienamente apprezzato e conosciuto è invece il sale marino integrale, che consiglio di consumare in quanto meno costoso delle ostriche, ma molto più ricco di nutrimenti.
Infatti il sale raffinato che troviamo in commercio è composto quasi esclusivamente (97,5%) di cloruro di sodio, mentre il restante 2,5 % è dato da sostante chimiche sbiancanti, agglomeranti e stabilizzanti. Insomma: nulla di buono.
Così si esprime il dr. Perugini Billi, sul suo sito internet: “Il sale marino integrale, quello vero non raffinato, grigiastro ed umido al tatto, contiene almeno 70 delle 84 sostanze che sono presenti nell’acqua di mare. Oltre al sodio e al cloro, nel sale marino si trovano minerali (solfati, calcio, magnesio, potassio, ferro e minerali traccia come stronzio, manganese, iodio, zinco, fluoruri, argento, boro, silicio, rame a altri ancora), molto preziosi per la salute. Questi lavorano in sinergia tra loro e con altri minerali e vitamine presenti nel nostro corpo. Per esempio, per l’utilizzo dello iodio (tiroide) abbiamo bisogno del rame, mentre il magnesio, il manganese e il potassio aiutano il silicio (ossa, connettivo)”.
Con la raffinazione queste “impurità”, che bilanciano l’effetto del cloruro di sodio, vengono sottratte e vendute all’industria chimica: il guadagno ottenuto dalla loro vendita pare sia superiore a quello dello stesso sale. Il sale marino grezzo non è nocivo e trova posto in una dieta sana ed equilibrata, perché apporta numerosi minerali e bilancia il rapporto Sodio (Na) - Potassio (K). Nocivo è piuttosto il sale “nascosto” nei cibi preparati dall’industria alimentare, poiché si tratta sempre di sale raffinato (patatine, scatolame, salse, prodotti pronti etc.). Il sale grezzo va conservato in un barattolo chiuso affinché non perda la sua naturale umidità con la conseguente disattivazione di iodio organico. Concludo ricordando che oltre la Francia, anche l’Italia (Marsala ad esempio) produce ottimi sali marini integrali, purtroppo difficilmente reperibili nella grande distribuzione.
Mangia che ti fa bene
Cheesecake
light ai frutti di bosco
“Il cheesecake è preparato con crema di formaggio e si ritiene abbia antiche origini greche; se ne ha traccia nel 776 a.C. nell’isola di Delos, come dolce servito agli atleti nei primi giochi olimpici. I romani utilizzarono la ricetta, che si propagò in tutta Europa. Gli immigrati la portarono in America e nel 1872 un lattaio americano di nome James L. Kraft, nel tentativo di ricreare il formaggio francese Neufchatel, incidentalmente (buon per lui!) inventò il formaggio fresco pastorizzato che poi chiamò Philadelphia. Nel 1880 cominciò la grande diffusione del Philadelphia e il suo utilizzo per la preparazione della moderna cheesecake” (da www.giallozzafferano.it).
Ingredienti:
Per la base:
250 gr di biscotti secchi tipo Digestive; 60 gr di burro; 2 cucchiai di miele di acacia o millefiori.
Per la farcitura:
100 gr di zucchero integrale bianco Bio; 500 gr di ricotta Bio; 150 gr di marmellata senza zuccheri aggiunti da agricoltura Bio ai frutti di bosco; 2 vasetti di yogurt magro Bio; 200 gr di panna liquida da montare Bio; la scorza grattugiata ed il succo di 1 limone Bio; 1 bustina di colla di pesce.
Per la decorazione:
frutti di bosco
Procedimento:
Tritare i biscotti ed impastarli con il miele ed il burro fuso. Versarli in uno stampo a cerniera e pressarli bene sul fondo, quindi ricoprirli con della carta da forno e riporli in freezer per 10 minuti. Nel frattempo fare ammollare la colla di pesce in poca acqua fredda.
Lavorare la ricotta con lo zucchero, aggiungere lo yogurt, la scorza del limone ed infine la panna montata. Scaldare il succo del limone, aggiungervi i fogli di colla di pesce strizzati e dopo che si sono sciolti unirli al composto, distribuirlo successivamente sulla base di biscotti che avrete tolto dal freezer. Coprire con pellicola trasparente e riporre in frigorifero per almeno 3 ore.
Distribuire la marmellata e decorare con i frutti di bosco.
Da gustare con un buon bicchiere di Sauternes.
Dedico la ricetta alle amiche d’infanzia Piera, Giovanna, Teresa, Lina e Stefania, divoratrici appassionate di cheesecake.
Marina Cecchi
carmenmartingaite@gmail.com