Vecchia Milano sotto la neve

Antonio Cazzamali al bar “Il Viaggiatore”


Al bar “Il Viaggiatore”, questa volta, una proposta alquanto diversa dalle precedenti: opere di Antonio Cazzamali, all’insegna della Vecchia Milano. L’artista famoso per la sua arte spaziale, propone, nel caso specifico, opere figurative, scorci della sua città, tutti ritratti nella stagione invernale, con la neve, in maniera poetica e con un tocco di melanconia.
I Navigli con le lavandaie, i tram che passano dietro il duomo, il vetturino che conduce i cavalli sempre su strade innevate, piazza Sant’Ambrogio, vetrine di negozi: in sintesi questi sono i soggetti prescelti da Cazzamali, che con finezza ed estrema dolcezza ci trasporta in una dimensione dove il tempo si è fermato in anni già trascorsi, dove tutto sembrava inserirsi in una favola, un mondo idilliaco che oggi non sembra esistere più.
La mia mente, nell’osservare queste opere mi ha trascinato in una città, Milano, che ho sempre amato e che, sono sicura, attraverso i quadri di Cazzamali non si può non amare. Il sentimento viaggia nei suoi quadri, come una musica che viene da lontano, come una nenia che culla il pianto del bambino appena venuto alla luce. Si dice, infatti, che le opere artistiche sono creature, figlie dell’artista e che il lavoro da lui profuso è come il gesto di un padre nei confronti dei suoi figli.
A me è parso estrapolare questo osservando i quadri di Cazzamali: una specie di rimembranza, un bagliore come quello di un ricordo, che si fissa nella memoria, che compone colori di una realtà paradossalmente immaginata nella sua verità.
È noto come Milano sia metropoli, città viva e spesso definita frenetica. Ecco, nella raffigurazione compiuta dal nostro la frenesia improvvisamente scompare, tutto tace e parlano le immagini. L’osservatore diventa fanciullo ed incomincia a sognare.
La neve si fa candida amica, le cose e le persone si sistemano in un quadro che appare perfetto nei suoi particolari. La vita della città cammina pari passo con quella della memoria, e si mettono a fuoco man mano gli elementi più caratteristici. Così mi sento anch’io lavandaia, vetturino, o, più semplicemente, donna che passeggia guardando le vetrine. Fa bene, ogni tanto, tornare nel passato per rilevare e conservare foto-ricordo.
Tatiana Gorla


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