È morto don Carlo “Il prete del popolo”


«Amico di tutti», «Prete della gente», «Grande nell’umanità»; queste alcune delle espressioni rivolte alla figura di don Carlo Cerri, scomparso l’8 ottobre scorso all’età di 88 anni.
Unanime, quindi, il cordoglio per il sacerdote che racchiudeva, più di ogni altro, le caratteristiche espansive ed esuberanti tipiche dei santangiolini.
Don Carlo Cerri è nato a Sant’Angelo il 12 dicembre 1921, figlio di Giovanni e Teresa Quartiero, secondo di nove figli.
Il soprannome “Paiòn” affibbiato all’intera famiglia ha origine nell’attività del non-no paterno Carlo che commerciava in fieno, quindi in paglia.
Ordinato sacerdote nel 1947, a don Carlo è affidato l’incarico di vicario parrocchiale a Sant’Angelo che mantiene fino al 1960, con il compito di assistente dell’Oratorio San Luigi.
Segue la nomina a parroco della vicina Bargano dal 1960 al 1970 e quella, sempre di parroco, a Caselle Landi dal 1970 al 1987.
Concluso l’impegno nel paese della Bassa Lodigiana, don Carlo ritorna a Sant’Angelo come vicario, compito che manterrà fino a quando le forze lo sorreggeranno.



Dall’alto, in senso orario: don Carlo all’oratorio San Luigi negli anni ‘50; alla sua scrivania e con
i vigili del fuoco volontari, una delle associazioni cui prestava assistenza spirituale infondendo sostegno e incoraggiamento.

Ed è in questo periodo che ridiventa, con l’entusiasmo che lo contraddistingue, parte attiva della comunità santangiolina. Attento alle nostre tradizioni, il 17 gennaio era l’immancabile protagonista della benedizione degli animali nella festa patronale di Sant’Antonio; nella ricorrenza del 15 luglio, giorno della nascita della concittadina Santa Francesca Cabrini, la benedizione degli autoveicoli e la recita dell’Angelus che precede il tradizionale volo delle colombe, registrava la sua assidua presenza.
Tutte le associazioni di volontariato santangioline, nessuna esclusa, hanno beneficiato della sua vicinanza e assistenza spirituale e goduto del suo incoraggiamento e sostegno.
La mattina dell’11 ottobre scorso, la pur capiente basilica ha fatto fatica a contenere l’enorme massa di popolo che si è riversata per partecipare alle esequie del compianto sacerdote santangiolino. A concelebrare il rito funebre il vescovo monsignor Giuseppe Merisi, il parroco monsignor Ermanno Livraghi, don Pierluigi Leva e il santangiolino monsignor Giacomo Savarè, attorniati da molti sacerdoti e dai labari delle associazioni.
Accanto alla bara i fratelli Felice e Tarcisio, la sorella suor Assunta (al secolo Angelina).
Con il gonfalone comunale listato a lutto hanno occupato i primi posti il sindaco Domenico Crespi, il sindaco di Caselle Landi Gigi Bianchi, il consigliere di Villanova del Sillaro Enrico Bellarosa e il maresciallo Gaetano Carlino comandante la locale stazione dei Carabinieri. Intensa la commozione dei presenti alle parole del sindaco, all’omelia del vescovo, al saluto del parroco e all’intervento di monsignor Mario Ferrari, compagno di ordinazione sacerdotale di don Carlo, che ha delineato in modo vivace alcuni tratti della personalità del defunto.
Un lungo applauso finale è risuonato tra le alte volte della basilica, a significare la riconoscenza dei santangiolini per un sacerdote che ha saputo entrare nel cuore della gente con quella bontà d’animo che solo persone come don Carlo Cerri possiedono.
Antonio Saletta.


IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano