La sfida della raccolta rifiuti:“Serve una coscienza civica”

Affollata assemblea degli Scout santangiolini: il futuro è un consorzio pubblico


“Rifiutopoli, come riciclare una vecchia storia”. Se lo sono chiesti gli Scout di Sant’Angelo di fronte al “caso rifiuti” che ha scosso la nostra città nel 2009. E per cercare una risposta hanno organizzato un incontro pubblico, venerdì 3 dicembre, all’oratorio di San Rocco. Una serata che, complice un'affluenza massiccia (circa duecento persone), si è trasformata in una vittoria della società civile. Sul palco, per rispondere alle domande del moderatore e agli interrogativi del pubblico, il sindaco di Sant’Angelo Domenico Crespi, l’ex assessore provinciale all’ambiente Antonio Bagnaschi, l’ex assessore comunale all'ecologia Simona Malattia e il consigliere regionale dell’Italia dei valori Giulio Cavalli, artista sotto scorta, impegnato nella battaglia per la legalità.
Tra il pubblico, composto in buona parte da giovani (e questa è davvero una bella notizia), tanti amministratori, non soltanto santangiolini. Segno che il tema degli appalti per la raccolta rifiuti non ha confini. Segno anche che quanto successo nella nostra città potrebbe replicarsi altrove, perché le gare al massimo ribasso non sono una prerogativa santangiolina e perché gli appalti per i rifiuti, in ogni comune del territorio, mettono sul piatto cifre significative.


I relatori, da sinistra il sindaco Domenico Crespi, Simona Malattia, il moderatore Lorenzo Rinaldi,
Antonio Bagnaschi e Giulio Cavalli.

Se il punto di partenza è stato il “caso Sant'Angelo”, il punto di arrivo, o quantomeno la sintesi delle due ore di vivace dibattito, può essere condensata in un progetto che ha ottenuto l’appoggio trasversale della politica e degli addetti ai lavori: la creazione, nel Lodigiano, di un'azienda pubblica, controllata dai comuni, che si occupi di raccolta rifiuti. Sarebbe un modo per evitare di dover mettere a gara ogni volta un servizio di primaria importanza per i cittadini, considerato che spesso le gare, a causa anche di una legislazione che non aiuta le amministrazioni locali, rischiano di allontanare le aziende che offrono maggiori garanzie, impossibilitate ad applicare sconti sostanziosi.
Di fronte alla sfida rifiuti (un “bene economico” che non pare destinato a esaurirsi) i comuni lodigiani devono dunque seguire la strada del consorzio, devono mettersi insieme per gestire direttamente (attraverso una società pubblica) il servizio di raccolta, in modo da eliminare il rischio derivante dalle gare d'appalto. Un’idea che durante il dibattito organizzato dagli Scout è stata supportata sia dai quattro ospiti, sia dagli interventi del pubblico e, tra questi, dagli esponenti della Provincia di Lodi.

Ma la serata è servita non solo per lanciare (o rilanciare) con forza l’idea di una società pubblica lodigiana di raccolta dei rifiuti. È stata anche l'occasione per discutere del rischio che la malavita organizzata, anche al nord, anche nel Lodigiano, possa entrare nel business dei rifiuti. In questo caso gli interventi di Bagnaschi e di Cavalli sono andati ben oltre la realtà di Sant’Angelo, indicando in una legislazione poco efficace e nella scarsità di mezzi e uomini a disposizione delle forze dell'ordine due punti deboli della lotta alla criminalità.
Se è vero che la raccolta rifiuti muove interessi milionari, è logico aspettarsi che la malavita cerchi di approfittarne, ha sostenuto Cavalli. E un secondo ambito di possibili infiltrazioni, sempre secondo Cavalli, è quello dell’acqua, un altro bene a cui è impossibile rinunciare e che i processi di privatizzazione potrebbero mettere nelle mani di chi punta solo a massimizzare i profitti. La sensazione è che, su questi problemi, serva una presa di coscienza collettiva. I rifiuti, l’acqua, i servizi pubblici, incidono sulla vita di tutti e dunque sono troppo importanti per permettersi il lusso di delegare la loro ge-stione e la loro erogazione. È emerso chiaramente durante la serata, lo ha affermato anche il consigliere comunale Ugo Speziani nel suo intervento, indicando come il “caso rifiuti” è esploso anche a causa della disattenzione dei cittadini verso la vita pubblica.
RL


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