Sabato 13 novembre si è svolta la cerimonia per la dedicazione della stazione Centrale di Milano a Santa Francesca Cabrini. La partecipazione dei santangiolini (semplici cittadini, scuole ed esponenti delle istituzioni) era più che doverosa.
L’orario di partenza da Sant’Angelo (poco prima delle nove) e il giorno feriale (sabato), verosimilmente, hanno favorito un percorso in pullman e, di conseguenza, un’atmosfera tranquilla e, potremmo dire, lietamente raccolta nel nome di Madre Cabrini. Questa sensazione si è poi trasformata in gioiosa trepidazione non appena si è arrivati nella “Galleria delle Carrozze” della stazione milanese.
Già da quel momento ci si è resi subito conto della portata di tale evento e, una volta di più, dell’internazionalità di Madre Cabrini. Accanto a giornalisti, ingrossavano le fila dei presenti gli insegnanti e le loro scolaresche. Alcuni bambini si sono presentati con un palloncino giallo tenuto stretto in mano con una cordicella. Inevitabile, a causa di un istante di distrazione, la perdita di un palloncino qua e là… Eppure, persino questo ha contribuito a creare la giusta atmosfera: quei palloncini gialli, che di tanto in tanto fluttuavano timidamente nell’aria fredda della stazione, sembravano simboleggiare i molti emigranti confusi e insicuri, che, infine, trovarono conforto nelle braccia amorevoli e capaci di Santa Francesca Cabrini.
La folla festante che ha partecipato all’evento
Alle undici è incominciata la cerimonia. Davanti a una folla fatta di santangiolini, milanesi, lombardi e persone di lontane origini straniere, hanno raggiunto il palco le personalità politiche e religiose: Letizia Moratti, sindaco di Milano, Mauro Moretti, amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, Domenico Crespi, sindaco di Sant’Angelo, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano e il cardinale Tarciso Bertone, Segretario di Stato Vaticano.
Ciascuno di essi è intervenuto con parole commosse, volte a sottolineare l’importanza di questo significativo evento, tanto desiderato dai santangiolini, che, da tempo e giustamente, desideravano un riconoscimento che, una volta per tutte, varcasse i confini di Sant’Angelo e facesse conoscere la figura di Santa Francesca Cabrini, una figura in verità spesso assai più conosciuta, apprezzata e venerata all’estero che in Italia.
Il sindaco Moratti ha sottolineato come e quanto la santa “abbia dedicato tutta la sua vita al suo sogno missionario, costruendo scuole, educandati e ospedali, per prestare assistenza ai suoi connazionali, in particolare negli Stati Uniti. Una vita votata al sostegno degli emigranti italiani - ha aggiunto il sindaco di Milano - per aiutarli nelle difficoltà quotidiane e a comprendere i valori del rispetto e della legalità a favore dell’integrazione, preservando le proprie tradizioni e la propria identità. Per le sue iniziative è ritenuta uno straordinario riferimento del moderno servizio sociale”.
Un gruppo di santangiolini ritratti davanti alla dedicazione
Subito dopo l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Moretti ha spiegato perché proprio la stazione Centrale è stata dedicata alla Cabrini: “La stazione di Milano è, nell’immaginario collettivo, il luogo delle partenze e degli arrivi, non solo per milanesi o lombardi. L’immagine simbolica dei grandi flussi migratori del dopoguerra ha abitualmente avuto come sfondo le arcate e i bi-nari di questa stazione. Per questo riteniamo significativo accostare il suo nome a quello di Madre Cabrini, patrona degli emigranti”.
La parola è passata poi al sindaco di Sant’Angelo, Domenico Crespi che ha sottolineato con vigore quanto sia importante e significativo, ai fini di una più vasta conoscenza del nostro patrimonio storico e, soprattutto, al fine di una più profonda consapevolezza della nostra identità umana, riscoprire, valorizzare e diffondere la dimensione squisitamente locale della storia di un popolo, di una città, di un territorio e di come le singole dimensioni locali debbano poi collaborare per fornire una visione di insieme realistica, dalla quale trarre insegnamento e progresso.
Il cardinale Bertone, che ha portato la benedizione papale, ha rivolto un cordiale e sincero ringraziamento a chi ha reso possibile questo evento e in modo particolare al sindaco Moratti, che ha accolto la richiesta, non solo di tanti cittadini milanesi, lombardi e italiani, ma persino di tanti sparsi per il mondo, di dare un segno finalmente concreto del significato permanente dell’opera di Santa Francesca Cabrini. “Dedicare la stazione a Madre Cabrini - ha affermato il cardinale Bertone - equivale a ricordare che il vero progresso, verso cui dobbiamo tendere, comprende l’accoglienza generosa e disinteressata”. Il cardinale Tettamanzi ha poi aggiunto che l’esempio di questa grande donna e la stele che è stata inaugurata “servono a non farci dimenticare la nostra storia e di aprire le braccia e il cuore verso coloro che arrivano da noi italiani in cerca di speranza”.
Non poteva mancare alla cerimonia, inoltre, l’arcivescovo Rino Fisichella, originario di Codogno, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Presente anche la Superiora Generale delle suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù, madre Patricia Spillane.
Il culmine della cerimonia è stata la benedizione della lapide marmorea posta all’ingresso principale della stazione che reca questa iscrizione: “Da questi binari tante volte si avventurò nel mondo santa Francesca Cabrini (1850-1917), santa per la fede cattolica, apostola di solidarietà per tutte le genti del mondo”. È stata pure inaugurata una scultura luminosa sospesa nel vuoto, opera dell’architetto svizzero Mario Botta. Con le sue linee che si incrociano al centro, l’installazione offre la visione di una croce quasi a voler rassicurare chi intraprende un viaggio.
Lo stesso giorno, dalle pagine dell’Osservatore Romano, anche Lucetta Scaraffia, storica e docente di Storia Contemporanea all’università degli studi di Roma “La Sapienza” ha messo in evidenza, in un articolo intitolato “Una donna Coraggiosa”, la figura di questa straordinaria personalità umana e religiosa, concludendo con parole che devono riempire i santangiolini di grande orgoglio: “È dunque una donna piena di spirito e di coraggio quella a cui viene intitolata la Stazione di Milano Centrale: sempre pronta ad aiutare tutti, senza distinzione di religione o di colore della pelle e particolarmente attenta a difendere i diritti delle donne. Proprio la persona che ci voleva, nel nostro difficile mondo di oggi”.
Veronica Paolini