“Come vi renderete conto leggendo questo libro, esso è pieno di citazioni di persone più o meno famose, che scrivono sull’Italia e sugli italiani, alcune volte in modo speranzoso, altre in maniera drastica. Da queste considerazoni e dalle mie riflessioni emerge un libro satirico, a cui partecipa con il suo umorismo l’amico Marco Raja”.
Con queste parole Sergio Pizzuti presenta la sua ultima fatica letteraria, “L’Italia in mutande (ma in piedi)”, edita da Montedit, nelle librerie in occasione delle festività natalizie. Pizzuti, già segretario comunale a Sant’Angelo Lodigiano, ancora una volta dimostra una spiccata capacità nel rintracciare e selezionare citazioni più o meno illustri, regalando ai lettori uno spaccato dell’Italia in un periodo di grande incertezza.
In attesa di offrirvi una recensione dell’ultima fatica letteraria di Pizzuti, vi lasciamo con tre gustose citazioni contenute nel libro.
“Fra trent’anni l’Italia sarà non come l'avranno fatta i giovani ma come l'avrà fatta la televisione” (Ennio Flaiano). “Conosci tu il paese dei floridi aranceti che ha su cento abitanti settanta analfabeti? Il paese poetico, dall’aure profumate, che riceve le rondini a fucilate?” (Mario Rapisardi). “Gli italiani a che sono buoni? Non san fare che il proprio danno. Essere liberi non sanno: o sono servi o son padroni” (Curzio Malaparte).
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