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Presentato il libro che ripercorre il secolo calcistico barasino Copertina rosso fiammante, 250 pagine, un'infinità di dati statistici, classifiche e tabelle. “Sant’Angelo, leggenda rossonera. Cento anni di calcio”, curato da Cristiano Devecchi e Fabrizio Quaini, è stato presentato lo scorso dicembre in una serata amarcord, alla presenza di molte vecchie glorie del calcio barasino. Partiamo dalla domanda più semplice: perché un libro sul Sant’Angelo calcio? “Perché esisteva un buco dal punto di vista storico. Il Sant’Angelo è una squadra su cui si è scritto molto e mi riferisco ai tantissimi articoli di giornale pubblicati in oltre cento anni: l’obiettivo era selezionare tutto questo materiale e dare vita a un testo organico. Paradossalmente, per una società importante come il Sant’Angelo calcio, non esisteva un libro che ne ripercorresse le gesta, dalla sua fondazione ai giorni nostri”.
Riscontri e critiche sul libro? “Tanti riscontri positivi dalle persone di una certa età, che hanno vissuto una parte significativa della leggenda rossonera. Ho ricevuto addirittura una telefonata da un siciliano di Giarre, che ha saputo del libro via Internet e ne ha chiesto una copia, sostenendo di essere un simpatizzante del Sant’Angelo”. Quanto lavoro c’è dietro questa pubblicazione? “Personalmente ho iniziato quattro anni fa raccogliendo materiale, passando intere mattinate all’archivio storico di Lodi spulciando giornali d'epoca. Sulla mia strada ho poi trovato Fabrizio Quaini, appassionato di numeri e statistiche. Abbiamo deciso di lavorare in sinergia, accelerando i tempi e cercando di rendere inconfutabili tutti i dati contenuti nel volume. La cavalcata trionfale della stagione 2009-2010 e la vittoria di un campionato dopo 21 anni ci hanno convinti che era arrivato il momento di dare alle stampe il volume”. Quattro personaggi, citati nel libro, ai quali è particolarmente affezionato? “Il primo è Pelli, capitano e presidente del Sant’Angelo fra gli anni Venti e gli anni Cinquanta. Poi Charlie Bellani: ho riscoperto un grande intenditore di calcio, come mi hanno confermato le persone che ho intervistato e che hanno lavorato con lui negli anni Settanta. E ancora, Luca Gaeli, il presidente che, dopo gli anni della C, ha inciso maggiormente nella vita del Sant’Angelo, portando giocatori di grande livello come Curti, Rossini, Dall'Orso e Pascali, oggi professionista della Serie A scozzese. Infine, anche se è antipatico citare il proprio presidente, indico Beppe Roveda, che sta ripercorrendo le gesta del papà, a suo tempo dirigente rossonero”. Ci sono margini per dare un seguito al libro? “Credo valga la pena approfondire alcuni personaggi che nel libro, per ragioni di spazio, sono soltanto menzionati. Molti di questi travalicano l'aspetto sportivo e rappresentano, a pieno titolo, protagonisti della vita sociale e civile della città di Sant’Angelo”. C’è un periodo particolare che varrebbe la pena approfondire? “Quello della presidenza di Carlo Chiesa. Conservo una fotografia in cui Cesar Menotti, allenatore dell’Argentina campione del mondo nel 1978, festeggiava assieme ai giocatori del Sant’Angelo alla discoteca Black River di via Cogozzo. Era il 1981. Questo testimonia che il periodo di Carlo Chiesa è stato il periodo d’oro, probabilmente il più importante nella storia del Sant’Angelo. Allo stadio in quegli anni si è visto addirittura Mike Buongiorno. E forse non è un caso che pochi giorni fa ho ricevuto un sms dal figlio, che si complimentava per il libro”. Chiudiamo con una partita indimenticabile. “Scrivendo mi sono reso conto che per ogni decennio se ne potrebbe individuare almeno una. Restando ancorati all'attualità mi piace ricordare la finale di Coppa Italia giocata a Caravaggio nel 2010, con migliaia di tifosi santangiolini al seguito. Una partita che è già entrata nella leggenda rossonera”. Lorenzo Rinaldi |
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