Horror, legal-thriller, fanta-politica: è nel filone di una narrativa di genere che si inserisce il testo presentato poco prima di Natale presso le strutture dell’Oratorio San Luigi, in una data d’uscita mai così azzeccata per un romanzo tra il giallo e il nero, venerdì 17 (dicembre).
Intorno al luogo ai più familiare e affatto sinistro, hanno ruotato da tempo alcune delle esperienze personali del quarantenne barasino Alberto Manzoni e di alcuni amici, che torna alle stampe con la lodigiana Linee Infinite, a un paio d’anni dalla pubblicazione di debutto con “Buio Eterno” e non più per una neonata realtà editoriale del territorio.
Smorza allora i toni oscuri che avevano contrassegnato l’approdo iniziale alla sua passione per la narrativa, Manzoni, e al tetro che dal precedente romanzo sforava nell’inventiva legata al soprannaturale, matura un contesto più avvinghiato alla quotidiana realtà dei fatti di cronaca (spesso più macabra della finzione), trasformando i contorni a noi più prossimi in una fiction che non ci aspetteremmo.
Dentro, il nostro paese, un altro venerdì (di luglio, stavolta), un grande concerto di corali da più parti del mondo per Santa Cabrini in Basilica e… un flash-back l’anno prima, la sparizione di alcune ragazze, un’indagine, l’assassino o gli assassini, “La Rosa Rossa”. A cosa corrisponda il titolo tanto ovvio quanto misterioso non viene rivelato nemmeno dall’editore, Simone Draghetti, e con la sua “firma” procede attraverso la forma intervista di questa presentazione, alla presenza di una sala gremita nell’attesa.
Così, Alberto confessa un hobby cresciuto negli anni, prima di tutto attraverso la lettura (Stephen King, su tutti), poi con il proseguimento di un’iniziativa personale e grazie all’incontro con la piccola casa editrice, fronteggiando con una corrispondenza di intenti culturale forse una mancata ricettività del lodigiano, l’impero della grande distribuzione, e la conquista di una piccola fetta di sottobosco ora in tutta Italia, tra prosa e poesia (e un invito spagnolo).
Una crescita parallela, quella tra l’autore e la sua “casa”, e il tentativo di far confluire all’opera creativa un possibile scorcio di realtà locale, le compagnie, gli amici, l’oratorio, le passioni personali e le esperienze di tutti i giorni: la curiosità di leggersi in un libro alcuni aspetti che vorrebbero essere di un best seller, ma cominciano con un regalo di Natale.
(Alberto Manzoni, La Rosa Rossa, Linee Infinite Ed., Lodi 2010)
Matteo Fratti