Questa volta al Caffè “Il Viaggiatore” è presente una mostra fotografica di Lorenzo Sommariva che ha per tema l’inverno. Si tratta della prima esposizione personale di questo fotografo emergente dove le immagini presenti delineano una visione del mondo mediata dal gioco dell’immaginazione. Le foto presenti catturano istanti della realtà quotidiana rivisitati in maniera quasi surreale. Salta all’occhio inizialmente l’uomo che corre dove si vedono solo le gambe ed i piedi: già in questo tipo di immagine è evidente una scelta precisa, la decisione di esaltare un particolare del reale enfatizzandolo. Non la persona interessa al nostro fotografo bensì l’atto del correre, l’azione, il movimento.
Allo stesso modo la barca solitaria in mezzo ad un ipotetico lago dall’acqua grigia allude ad un’atmosfera sognante, al tema della solitudine e del silenzio.
Particolari prosaici che acquistano un valore superiore facendosi carico di sentimenti ed emozioni. La pianta con annesso cestino di rifiuti rimanda alla quotidianità dove la natura abdica all’uomo perdendo consistenza e lasciando che sia un oggetto semplice come il cestino a catturare l’attenzione. Vi sono poi immagini ancora più sfumate come quelle di luci giallognole, lampi di pensiero. Il figurativo fa capolino in quelle che sembrano bambole russe, tonde ma inespressive.
In ogni caso, rispetto a foto che ritraggono palline di Natale le immagini più riuscite sono quelle delle barche e delle gondole che “riposano” sul mare veneziano.
Un volto mascherato, un balcone di fattura romantica che propende da una casa sul lago: quest’ultima, forse, è la foto più riuscita in quanto molto suggestiva e con particolari che rimandano al sogno, al mistero, a un che di musicale. L’acqua, i pontili ad essa affacciata, la veduta da un arco sempre su quello che pare un lago, tutti elementi di una fiaba in attesa di compiersi, in un’atmosfera sospesa, dove ci si aspetta che all’improvviso qualcosa accada, dove ogni moto è bandito, dove il dominatore è l’inconscio dell’artista che esplora le profondità del proprio animo per tradurle in opere quanto inusuali quanto rappresentazioni di momenti intimi che possono appartenere a tutti noi.
Tatiana Gorla