I fiori sbocciano a primavera, ma a volte in Sant’Angelo, anche prima. Non è un azzardo allora quanto possa essere fiore all’occhiello dietro quel che le nebbie a volte ci nascondono in paese: l’amore per la musica di Doriana Bellani, “barasina d.o.c.”, da famiglia altrettanto complice della sua passione, nata e cresciuta in “casa”, nell’incoraggiamento dei genitori e tra gli stessi fratelli, visto che la sorella Luisella è anche lei pianista.
Può capitare allora di avere un cognato bassista e di ritrovarsi non a caso sul palco dell’Ariston di Sanremo, proprio tra il 15 e il 19 febbraio (giusto per quest’anno) per un appuntamento che, dei Centocinquant’anni dell’Italia, ne ha caratterizzati circa un terzo. Edizione storica quindi, quella di questo Festival 2011, e per stare col vecchio detto di un santangiolino in ogni dove, Doriana Bellani si è ritrovata nel posto giusto al momento giusto. Guarda caso, per non smentire quanto sopra, proprio nella città dei fiori! Ma che il suo talento musicale fosse sbocciato da un pezzo ci fa onore da tempo, allorché ci racconta, il “gioco” del violino coltivato fin dall’età di sei anni diventerà il suo diploma di formazione classica al Conservatorio “A. Boito” di Parma.
Sopra: Doriana Bellani con il cognato, il bassista Lorenzo Poli. A destra la violinista sul palco dell’Ariston di Sanremo.
Solo successivamente, ci dice, «la musica moderna è arrivata incontrando Enrico Ruggeri per la tournée “Oggetti Smarriti”». Ecco allora la conoscenza del futuro cognato Lorenzo Poli, ricercato bassista di ambito “leggero” et voilà anche l’approdo alla kermesse canora. «In effetti - rivela la musicista - la musica moderna è da un po’ che bussa alle porte della classica e quest’ultima le sta offrendo il caffè! Sono diventati per certi eventi compagni d’avventura e tra questi, uno dei più importanti è il Festival di Sanremo».
Noi avevamo incontrato la violinista quando nel 2005 aveva suonato con gli U2 a San Siro, oggi la ritroviamo a raccontarci di un’altra straordinaria esperienza con la musica del pubblico, per così dire, “meno colto” (noto stereotipo che oppone la formazione classica a quella moderna).
«Penso che questo sodalizio - incalza Doriana - se proposto in modo costruttivo, possa essere per entrambi motivo di crescita musicale e professionale; gli scambi culturali esistono da sempre, non vedo perché la musica ne debba essere esente, tanto è vero che si dice: “la musica unisce”». La prendiamo in parola, perché non a caso l’unione, non solo nella musica, è un tema che ha segnato decisamente anche l’attuale manifestazione sanremese. Ma ai critici che temevano solo uno slogan di facciata per la squadra conduttrice di Morandi (quel “restiamo uniti” annunciato insistentemente alle apparentemente competitive Belen e Canalis e all’indissolubile coppia di Luca e Paolo) confessa la Bellani: «È stato un bel festival, si è creata un’atmosfera molto accogliente, si è interagito con i cantanti e i conduttori e questo ha fatto si che l’armonia regnasse per tutto il lungo periodo che da Roma (dove si trovavano per le prove, ndr) ha portato a Sanremo. Il “restiamo uniti” di Morandi è stato vissuto da tutti, non come uno slogan puramente televisivo, ma realmente condiviso sia dalle due bellissime conduttrici che dai due conduttori, che hanno dimostrato di essere simpatici anche a telecamere spente». Qualcosa che in qualche modo ci consola, per il fatto che di fronte dell’attuale ipocrisia politica, quantomeno un evento popolare torni a essere spunto, non soltanto di unione, ma anche di Unità. Ne vantiamo i testimoni: ringraziando Doriana per aver condiviso questo breve spazio, auguriamo quanto di meglio e auspichiamo che dietro la nebbia continuino a spuntare i fiori.
Matteo Fratti