La dice lunga il titolo scelto per il libro di Peppo Castelvecchio (L’utopia possibile, Bevivino Editore, 160 pagine, 15 euro), responsabile della Comunità Il Pellicano a Monte Oliveto di Castiraga Vidardo.
Ma l’ “Utopia possibile”, in uscita al momento in cui il nostro bimestrale va in stampa, è il concetto che al meglio può rendere l’idea di un percorso attraverso il filo autobiografico dell’autore nel racconto delle vicende che, dalla nascita delle prime comunità terapeutiche all’evoluzione di interventi sempre più urgenti, hanno portato, poco lontano dal nostro paese, al consolidamento di una delle strutture di accoglienza e recupero presente ormai da vent’anni sul nostro territorio, per chi da tempo ha vissuto dalla parte sbagliata della strada o lì ci si è trovato, giovane o meno giovane.
E Giuseppe Castelvecchio, detto più familiarmente Peppo, ne ha posto le basi sin da quando lo stesso centro era gestito da Famiglia Nuova di Don Leandro Rossi, presente dalla fine degli anni Settanta nel Lodigiano, a Cadilana.
Così, la storia della quale l’autore ci mette a conoscenza in questo testo è anche la storia preziosa e poco conosciuta di queste realtà che, senza farsi troppa pubblicità, spesso diventano il punto di partenza per l’inizio di una nuova vita da parte dei molti che da qualsiasi parte vengano, attraverso un cammino difficile, si preparano al reinserimento in quella società che per troppo tempo li ha visti ai margini.
Un cambiamento a volte radicale come quello vissuto, d’altra parte, dallo stesso Peppo, nel crescere la sua famiglia e i suoi cinque figli all’interno dello stesso luogo, offrendo a fronte di un tessuto sociale allargatosi negli anni uno sprone motivazionale sempre più solido al rinnovarsi, tra ciò che era ieri e quello che è oggi e che, condividendo gli stessi obiettivi di speranza e armonia, potrebbe essere domani.
È questa l’“utopia possibile” e attraverso il libro, anche quella grande verità dietro la quale, se molti sognano la stessa cosa, il sogno diventa realtà (e con una comune lettura, una vera e propria presa di coscienza).
L’intero ricavato della vendita di “L’utopia possibile” sarà devoluto all’innovativo progetto di social - housing che si sta sviluppando a Monte Oliveto, voluto dallo stesso Castelvecchio proprio per fronteggiare le nuove emergenze sociali legate alla mancanza di una dimora dignitosa.
Matteo Fratti