Giornalista anch’io

Cerimonia di premiazione del concorso: ecco i vincitori


Per ora sono tutti talenti “nascosti” dietro ai banchi di scuola.
Però, anche grazie al concorso “Giornalista anch’io”, gli studenti delle scuole di Sant’Angelo hanno iniziato a uscire allo scoperto.

Sabato 14 aprile, presso la sala della Banca Popolare di via Mazzini, vincitori e partecipanti, insieme ai loro docenti, si sono presentati puntuali alla premiazione dell’iniziativa, organizzata dalla “Società della Porta” presieduta da Giancarlo Belloni. La giuria ha potuto spiegare quali sono le motivazioni che hanno portato alla selezione degli elaborati e allo stesso tempo ha potuto stringere la mano agli alunni che si sono conquistati il podio, consegnando attestati e premi. Anche questa volta il concorso, giunto alla sua seconda edizione, ha riscosso molto successo, catturando l’attenzione di oltre cento studenti.
Belloni, nell’ accogliere e ringraziare tutti gli ospiti, ha espresso la sua soddisfazione per la grande partecipazione e ha ricordato che i temi scelti per realizzare un articolo – crisi economica, stili di vita e vacanze – volevano essere un modo per permettere ai “giornalisti in erba” di riflettere su ciò che ci circonda.

È toccato al direttore de “Il Ponte”, Lorenzo Rinaldi, raccontare a tutti i presenti la storia del giornalismo, una “mini-lezione” che ha toccato tutti i passaggi più importanti della carta stampata. Senza dimenticare i consigli affinché questa professione possa essere definita “buon giornalismo”: verificare le fonti, approfondire le notizie e, soprattutto, “aiutare i cittadini a decidere del proprio futuro”. La vera sfida per chi lavora – e per chi lavorerà – in questo settore? Riuscire a far convivere Internet con tutto il resto.

In sala erano presenti anche diversi esponenti della politica locale, dai candidati alla poltrona di sindaco agli esponenti delle istituzioni. In prima fila anche il parroco, monsignor Ermanno Livraghi, che ha preso la parola per sottolineare il valore della verità per una professione come quella del giornalista. Il primo cittadino Domenico Crespi è intervenuto per un saluto, ricordando da una parte l’importanza della critica giornalistica e dall’altra la necessità per chi fa politica di fungere da “stimolo per far crescere la società”. Alla fine dell’incontro, tutti coloro che hanno partecipato al concorso ma che - almeno per quest’anno - non sono riusciti a salire sul podio hanno potuto ritirare un attestato.
Greta Boni.

L’articolo primo classificato nella sezione Scuola Elementare
LE MOTIVAZIONI DEL PREMIO

Originale, curioso e anche utile. Sono queste le caratteristiche che hanno convinto la giuria ad assegnare il primo premio al lavoro presentato dalla classe 5A della scuola Collodi. L’argomento è stato affrontato con chiarezza espositiva ed è stato sviluppato attraverso numerosi esempi, capaci di dare ricchezza al contenuto. L’elenco dei diversi metodi antichi, utilizzati dai nonni per pulire la casa rispettando l’ambiente e senza sprechi, presuppone un insolito lavoro di ricerca. Il fatto che ci si rivolga direttamente ai lettori, per spiegare loro come comportarsi, è un elemento che contribuisce a rendere l’articolo più coinvolgente e accattivante.
Anche la giuria si permette di dare un consiglio pratico, ma soprattutto utile per il futuro, per chi farà il giornalista e per chi dovrà consegnare un compito in classe: l’occhio vuole la sua parte, il testo può essere corredato da immagini in grado di rendere un articolo più fruibile, in questo caso si sarebbero potute aggiungere le fotografie dei prodotti che non inquinano e fanno risparmiare.

Riscopriamo rimedi antichi che salvano l’ambiente e il portafoglio
Consigli pratici per pulire la casa evitando inquinamento e sprechi

In tutte le nostre case ci sono tantissimi prodotti chimici, reclamizzati in TV, che servono a pulire ed igienizzare le abitazioni. Tuttavia è bene ricordare che nei detersivi, che le mamme usano abitualmente, sono contenute sostanze tossiche che il nostro organismo può assorbire attraverso la pelle o inalare nei polmoni. L’utilizzo frequente di questi prodotti ha, inoltre, un impatto ambientale altrettanto negativo, infatti, una volta finiti nello scarico fognario di abitazioni non collegate ad un depuratore, inquinano le falde acquifere e gli ecosistemi di fiumi, laghi e mari. Senza contare che l’inquinamento può raggiungere le acque di canali e fiumi utilizzati per l’irrigazione di campi coltivati, i cui prodotti finiscono poi sulle nostre tavole.
Che cosa possiamo fare per ottenere una casa pulita e soprattutto salvaguardare l’ambiente nel quale viviamo? Iniziare a cambiare le nostre abitudini partendo da cose semplici. Guardare al passato per riscoprire i rimedi ai quali le nostre nonne ricorrevano per pulire la casa. Loro disponevano di prodotti innocui, facili da reperire e soprattutto economici, infatti non ne abbiamo ancora parlato, ma i prodotti superpubblicizzati in TV costano cari. Un occhio al portafoglio, in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, è sicuramente indispensabile.
Quali sono dunque i prodotti che non inquinano e che ci fanno risparmiare?
L’aceto di vino bianco, l’acqua calda, il bicarbonato di sodio, la cera vergine d’api, la cenere del camino, i fogli di carta dei quotidiani, il limone, l’olio di oliva, i panni di lana e il sale.
Ecco dei semplici consigli su come utilizzarli:
per la pulizia dei vetri delle finestre: appallottolate le pagine di un quotidiano, inumiditele con un po’ d’acqua, poi strofinatele sulla superficie da pulire, grazie all’inchiostro presente sulla carta, i vetri torneranno lucenti;
per la pulizia dei pavimenti: versate in un secchio d’acqua calda un bicchiere di aceto di vino bianco, la forza sgrassante e pulente dell’aceto li renderà splendenti, l’odore di aceto svanirà in breve tempo;
per la pulizia del parquet: utilizzate piccole quantità di cera vergine d’api e lucidate con un panno di lana;
per la pulizia dei mobili in legno: servitevi di cera vergine d’api in piccole quantità, distribuitela uniformemente con una pezza sulla superficie da pulire, dopo un paio d’ore è necessa rio lucidare con un panno di lana; potete utilizzare anche una soluzione formata da una tazza di olio d’oliva e il succo di mezzo limone, applicate una piccola quantità di soluzione su un panno morbido e pulite i vostri mobili di legno;
per la pulizia dei mobili in laminato: versate acqua tiepida saponata oppure ¾ di acqua tiepida e ¼ di aceto in uno spruzzino, poi nebulizzate sulla superficie da pulire e passate una spugna, si lascerà agire il prodotto se lo sporco è resistente;
per la pulizia del lavello: preparate una pasta con bicarbonato di sodio e acqua, passatela direttamente sul lavello con una spugnetta, risciacquate abbondantemente con acqua, la superficie risulterà luminosa ed igienizzata;
per la pulizia della lavastoviglie: aggiungete al lavaggio una tazza di aceto di vino bianco e risciacquate a bassa temperatura;
per la pulizia dei fornelli in acciaio: imbevete una spugnetta di acqua calda e bicarbonato oppure di acqua calda e aceto di vino bianco, l’azione emolliente e sgrassante dei prodotti renderà luminoso l’acciaio dei fornelli;
per la pulizia della biancheria: sciogliete la cenere del camino in acqua calda, lavate e risciacquate abbondantemente;
per ammorbidire la biancheria: utilizzate l’aceto per il risciacquo della stessa agirà come un ammorbidente naturale;
per ravvivare i colori dei capi colorati: lavateli in una soluzione di acqua salata e i colori si ravviveranno;
per la pulizia del vimini: per prevenire l’ingiallimento degli oggetti di vimini, potete spazzolarli con acqua calda salata, poi lasciateli asciugare al sole;
per la pulizia dell’argenteria: unite il succo di limone con un po’ di bicarbonato di sodio e utilizzatelo per pulire gli oggetti in argento;
per la pulizia degli oggetti in rame: tagliate a metà un limone, applicate del sale grosso sulla parte tagliata, utilizzate il limone con il sale come spazzola per la pulizia;
per rimuovere macchie di muffa o ruggine dagli abiti: bagnate le macchie con una miscela di succo di limone e sale, poi stendete il capo al sole;
per la pulizia dei sanitari: utilizzate bicarbonato di sodio oppure una miscela di aceto di vino bianco e acqua calda. Le incrostazioni di calcare dei lavandini e dei rubinetti possono essere tolte dall’azione dell’aceto caldo;
per la pulizia del water: versate il bicarbonato di sodio sullo scopino e strofinate, per rimuovere le incrostazioni servitevi dell’aceto diluito in acqua caldissima.
Si può dunque contribuire a risolvere i problemi di inquinamento ambientale riscoprendo i sani ed economici rimedi delle nonne.
classe 5A Scuola Elementare Collodi

L’articolo primo classificato nella sezione Scuola Media
LE MOTIVAZIONI DEL PREMIO

Un viaggio divertente e fantasioso per Grazzi di Romagnese. Colombo Domenico Bruno Dehò ha colpito la giuria per la scelta dell’argomento e, soprattutto, per come è stato sviluppato: accanto alle informazioni più descrittive e più pratiche, necessarie per spiegare al lettore le caratteristiche del luogo, sono stati inseriti alcuni aspetti legati alle leggende e alle tradizioni del paese.
L’autore prende per mano il lettore con simpatia, non si limita a fornire le classiche informazioni geografiche o paesaggistiche ma allarga la descrizione ai racconti del posto, chiamando in causa anche l’incontro tra San Colombano e il diavolo per spiegare la costruzione del ponte a 11 archi. In questo modo è stato possibile evitare l’effetto “guida turistica”, con il puro e semplice elenco di dati e attrazioni, regalando un quadro più pittoresco di Grazzi Superiore.
Anche dal punto di vista grafico, l’elaborato si è rivelato completo, grazie all’utilizzo delle immagini e degli spazi, che rendono il testo più invitante.

Vacanza a Grazzi di Romagnese
Siete stanchi di asfalto, cemento e traffico? O della vita frenetica e piena di impegni?
Se la risposta è affermativa, ecco per voi una vera vacanza, dove potrete unire la passione per la natura, il relax, l’enogastronomia e l’arte

A pochi minuti da Milano, circa un’ora, percorrendo la sta tale 412 in direzione Monte Penice, ecco apparire la Val Tidone con lo sconosciuto ma incantevole Grazzi Superiore (fraz. di Romagnese, PAVIA).
Piccolo paese di poche anime, venti abitanti in tutto, ha la particolarità di avere case e strade, con architettura originale dell’epoca, interamente lastricate in pietra.
Posto a 900 metri circa di altitudine, a confine fra Lombardia ed Emilia Romagna, sembra un borgo medioevale immerso nei boschi di castagni.
Molto popolato in passato, ha subito negli anni una lenta e graduale emigrazione verso le città a causa della scarsa offerta di lavoro locale.
Fino a vent’anni fa era ancora più caratteristico e si potevano vedere i ragazzini che portavano le mucche al pascolo.
Ora si anima solo d’estate col ritorno dei figli degli abitanti e l’arrivo dei turisti.
Il punto di forza di Grazzi è rappresentato dalla vita semplice, dalla quiete e dal silenzio che emana questo luogo; non come altre mete, che vi obbligano ad avere orari e impegni che alla fine risultano stressanti.
Migliaia sono i sentieri da percorrere a piedi, che vi permetteranno di lasciarvi il paese alle spalle in pochi secondi, per “immergervi” nei meravigliosi boschi di castagni che lo circondano.
Qui, potrete cimentarvi nella ricerca dei funghi porcini (abbondanti nella zona) o nella ricerca degli animali selvatici tra cui falchi pellegrini, lepri, scoiattoli e cervi allo stato brado.
Degno di nota è il percorso che dal paese porta al “Giardino Alpino di Pietra Corva”, dove potrete ammirare più di 1200 specie di piante d’alta quota, provenienti da tutto il mondo.
Ma sicuramente, il percorso più suggestivo è quello che porta dal Giardino al Monte Pietra Corva (950 m di altezza): attraverso meravigliose foreste di conifere, percorrendo ripidi sentieri, arriverete dopo circa un’ora alla vetta.
La vista è mozzafiato: di fronte a voi uno strapiombo di 300 metri nel vuoto e tutt’intorno vallate, vallate, vallate.
Il Monte Pietra Corva è un antico affioramento di roccia vulcanica dal caratteristico colore nero lucido.
Esiste un’antica leggenda locale secondo cui Pietra Corva sarebbe stata scagliata, in preda all’ira, dal demonio, per non essere riuscito ad impedire a San Colombano di arrivare a Bobbio (dove il santo avrebbe poi fondato il suo monastero).
Nota curiosa: le pietre nere di Pietra Corva, furono usate come amuleti contro i fulmini ed i serpenti fin dal Paleolitico.
Grazzi si trova anche in una favorevole posizione strategica, infatti a pochi km, si trovano molte mete turistiche raggiungibili in appena 15 minuti di auto.
Per gli appassionati dello sci invernale ricordiamo il Monte Penice (1.460 m di altezza) con la stazione sciistica del Passo Penice; avrete a disposizione 2 piste con skilift con quota tra 1.000 e 1.150 m (la vetta). Questa stazione ha la particolarità di poter praticare lo sci notturno: dalle 8:00 alle 23:30, in quanto dotata di piste illuminate.
In vetta è possibile visitare il millenario santuario di S. Maria Del Penice.
D’estate nella località di Casa Matti è possibile praticare lo sci d’erba: 2 piste ed una scuola per chi volesse iniziare questo nuovo sport; si usano particolari sci con pattini “cingolati” che permettono di scivolare sull’erba come se fosse neve.
A pochi chilometri di distanza si trova anche Bobbio; una città piena d’arte e storia.
In questo luogo numerose sono le opere d’arte: le chiese tra le quali quella in cui è sepolto San Colombano, e poi i castelli e il monastero del santo.
Da visitare sicuramente è il Ponte del diavolo: un ponte unico nel suo genere è lungo 280 m con 11 archi uno diverso dall’altro.
La leggenda narra che mentre San Colombano si stava recando a Bobbio per fondare il monastero, si trovò di fronte il diavolo che gli promise che avrebbe costruito un ponte in una sola notte, in cambio della prima anima che lo avrebbe attraversato. Il santo accettò e il diavolo costruì il ponte con archi irregolari, a causa della diversa altezza dei demoni che sorreggevano le arcate durante la costruzione.
Ma il mattino seguente il primo a percorrere il ponte fu un cane.
Se poi amate il brivido ed il mistero, allora non dovete perdervi una gita al castello di Zavattarello: dove si aggira ancora oggi il fantasma del nobile Pietro Dal Verne, morto tragicamente per avvelenamento.
Il fantasma si aggira nell’ultima stanza dell’ultimo piano del castello ed i discendenti raccontano che fin da piccoli si rifiutavano di dormire in quella stanza, dove ogni notte alla stessa ora, la porta si apriva improvvisamente.
Natura, relax, fascino, mistero e tante curiosità vi aspettano in questa vacanza alternativa e soprattutto, coi tempi che girano, poco costosa.
Colombo Domenico Bruno Dehò, scuola media, classe 3C

L’articolo primo classificato nella sezione Scuola Superiore
LE MOTIVAZIONI DEL PREMIO

Un lavoro completo e non superficiale. Dario Pruonto e Alice Rana sono riusciti a sviluppare l’argomento attingendo a piene mani dall’attualità, per esempio attraverso alcune citazioni del premier Mario Monti o il richiamo ai dipendenti licenziati della Lehman Brothers. Allo stesso tempo sono stati in grado di inserire all’interno della riflessione sull’andamento dell’economia mondiale alcuni spunti più letterari e filosofici, che partono da Manzoni e arrivano all’economista Schumpeter, nel tentativo di approfondire a 360 gradi l’argomento.
Da apprezzare lo sforzo finale di dare un suggerimento per affrontare la crisi, nonostante cronaca e commento debbano essere solitamente distinti. Nel complesso, però, i due studenti hanno saputo elaborare un testo ricco di informazioni e punti di vista, in un salto tra passato e futuro, tra l’America e l’Italia, capace di incuriosire il lettore.
Due le osservazioni da ricordare: più attenzione alla punteggiatura, che regala a un testo armonia e ritmo, ma anche alle ripetizioni, che invece lo appesantiscono.

STA A NOI. PUNTO

“Nessuno di voi, nessuno dei vostri gruppi sarà contento e soddisfatto di ciò che abbiamo portato qui, non potete esserlo. Deluderemmo le vostre attese se lo foste, perché è nella natura di questo governo e del mandato che da voi ci è stato conferito di cercare di far contribuire il paese, con sacrifici ragionevoli e distribuiti in modo equo, ad un’operazione nell’interesse comune.”
Così apre il discorso tenuto alla Camera dei Deputati dal neo-Presidente del Consiglio Mario Monti, il 5 dicembre scorso, quando è stata presentata la manovra “Salva - Italia”.
Una mossa che lascia molti italiani spiazzati, con le spalle al muro, intrappolati in una via senza uscita. Una mossa che può sembrare obbligata, anche se ci sono forti dubbi sulle soluzioni scelte e decise. Ma partiamo dall’inizio.
Il terremoto finanziario che ha investito gli Stati Uniti, a causa della crisi dei mutui subprime, per effetto della mondializzazione dei mercati e della globalizzazione, si è propagato in tutto il mondo. Anche in Italia.
Come molti altri stati appartenenti all’Unione europea, si trova in una grande fase di crisi economica. Ma non si parla di certo di una novità. Sono diversi anni, per non dire decenni, che il nostro Paese è immerso in una situazione economica difficile, che si aggrava costantemente col passare del tempo, testimoniato anche dalla caduta del governo di qualche mese fa. Lavoro precario, licenziamenti, cassa integrazione, disoccupazione, famiglie in serie difficoltà costituiscono ormai lo scenario quotidiano per milioni di persone che abitano in questo Paese. I giovani laureati trovano sempre più difficoltà nel trovare un lavoro fisso, il fenomeno del precariato si fa sempre più vivo. Una delle cause principali è che sia questo governo, che quelli precedenti, non sono ancora riusciti a far fronte a questa situazione, non sono stati ancora in grado di trovare riforme che possano risollevare il grande tasso di di soccupazione del nostro Paese. La crisi è ormai in atto da diversi anni, nonostante fino a poco tempo fa veniva trascurata, ma ora siamo davvero giunti al culmine. I licenziamenti nelle ditte, i negozi falliti e i ragazzi disoccupati rivestono davvero un numero spropositato di persone del nostro Paese. In molti affermano che quella che sta vivendo la nostra generazione sia riconducibile alla crisi del 29-33, ed effettivamente si tratta in entrambi i casi di una crisi strutturale, causata da un’inadempienza improvvisa e dalla mancanza di liquidità; ma è anche vero che se una volta erano le imprese in fallimento i soggetti inadempienti, oggi lo sono le famiglie che non hanno risorse economiche sufficienti a pagare gli interessi sui mutui immobiliari, ai quali vanno aggiunte le bollette e le ingenti tasse che incombono ogni fine mese. Le tasse sono in continuo aumento, le famiglie sono sempre più impoverite e non sono in grado di sostenere queste spese sempre più grandi.
Nonostante questa situazione, ci si chiede se il vero volto dell’Italia in crisi sia quello di coloro che per arrivare a fine mese devono “tirare la cinghia” o quello di coloro che, al contrario, contribuiscono a “far girare l’economia”.
Secondo gli ultimi dati Istat la situazione economica del nostro Paese sarebbe davvero preoccupante, ma nonostante i dati, il popolo del “Belpaese” non rinuncia ai viaggi e il ponte dell’Immacolata è stata la prima grande occasione per rendersi conto del fatto che magari si preferisce risparmiare su alcune spese, pur di non rinunciare a spostarsi.
Da questo tragico presupposto sorgono, inoltre, una serie di reazioni a catena le quali non possiamo evitare, come ad esempio le speculazioni, l’impoverimento del cittadino medio, l’indebitamento pubblico, le crisi bancarie, edilizie e industriali. Bisogna perciò unire i nostri sforzi per intraprendere altre strade per una migliore soluzione e per salvaguardare il Paese.
Tutto ciò è davvero preoccupante; emerge che la popolazione del nostro paese preferisce indebitarsi piuttosto che affrontare la realtà dei fatti e trovare soluzioni adatte a migliorare questa situazione di “regressione economica”.
L’Italia è un Paese ricco di bellezze turistiche, di varietà dialettiche che suscitano interesse e di strutture artistiche favolose. Il fatto che si stia riducendo in frantumi provoca davvero molta tristezza e angoscia per quei cittadini che amano il loro Paese e che vorrebbero ritornare ai “tempi d’oro” senza più ritrovarsi sul lastrico a fine mese.
Questa situazione ha dell’incredibile.
Ogni giorno viene inventano un nuovo modello di telefonino, nuovi iPod con memorie sempre più vaste, sono state addirittura create aspirapolveri che puliscono da sole la casa e computer che scrivono attraverso comandi vocali, e nonostante ciò noi umani, noi uomini che abbiamo dato vita a tutto questo, non siamo più in grado di far funzionare correttamente il nostro Paese. Come se non bastasse l’economia sta inesorabilmente cambiando e di conseguenza anche gli stili di vita, e gli italiani stanno pagando l’immensa competitività di Paesi, come la Cina, dove il lavoro e la manodopera costano decisamente meno. Di fatto, ormai, le economie mondiali sono tutte interconnesse tra loro, i mercati della borsa strettamente collegati, le aziende, non solo quelle multinazionali, ma anche quelle medie e piccole, sono in grado di dislocare la produzione fuori dai confini nazionali, laddove è più conveniente.
Tutto il mondo, sopratutto i Paesi occidentali, ma anche gran parte degli altri Paesi sparsi nei cinque continenti, consuma gli stessi prodotti, vede gli stessi film, legge i medesimi romanzi, beve Coca-Cola e mangia da Mc Donald’s, sfoglia giornali assemblati tecnicamente e ideologicamente allo stesso modo, si connette alla grande rete mondiale, Internet. Tutto è strettamente collegato e, riportando una citazione di Edward Lorenz, padre della teoria del caos, si può dire che “un batter d’ali di una farfalla a New York è in grado di provocare conseguenze concrete e spesso imprevedibili in tutto il mondo”. Anche se già da diversi anni la leadership degli Stati Uniti è stata radicalmente messa in crisi, sia sul piano economico, sia su quello militare, rimane, anche se agli sgoccioli, la vera e propria realtà guida della globalizzazione. Il modello che tutti imitano universalmente. Così dopo che i famosi mutui subprime avevano gettato sul lastrico migliaia di famiglie, abbiamo visto in tv gli impiegati della banca d’affari Lehman Brothers portarsi via dai propri uffici gli scatoloni contenenti gli effetti personali, perché licenziati dall’oggi al domani, e il crollo di Wall Street con l’indice Dow Jones in caduta libera, la crisi si è propagata a macchia d’olio in tutto il mondo e tuttora, per l’effetto della globalizzazione e della stretta connessione dei mercati finanziari, sta avendo ripercussioni sull’economia del pianeta, il che significa sacrifici, difficoltà economiche e insicurezza esistenziale per miliardi di persone.
Si tratta di un argomento spinoso, un fenomeno le cui cause, come quelle della peste manzoniana, vengono dibattute e mai a fondo comprese. Di certo le crisi finanziarie che si sono succedute nella storia un po’ si assomigliano tutte. C’è una tendenza all’indebitamento, ci sono individui che mettono in atto speculazioni, ci sono folle di persone che si fanno prendere dell’euforia di guadagni facili e che si rifiutano di guardare in faccia la realtà. Infine, quando tutto il sistema di strumenti finanziari messo in piedi si rivela carta straccia, esplode la crisi, come già avvenne nell’America del 1929, come si ripeté poi, solo per ricordare le crisi più recenti, con gli junk bond ideati da Milken, la bolla speculativa della new economy, lo scandalo Enron. Ma il vero problema è che la crisi non è solo economica, ma è racchiusa in un quadro globale. La crisi non è quella che ci raccontano i giornali, nè quella che ci spiegano gli economisti, è una realtà che non si può più etichettare al solo mercato, è una crisi che investe l’esistenza stessa dell’uomo, il suo organismo, ed è proprio questo che sta facendo esplodere tutte le contraddizioni del sistema che ci domina. Eppure continuiamo a non vedere la portata di quanto è accaduto e sta accadendo, continuiamo a vederne solo il piano economico, ancora una volta misuriamo la crisi sulla nostra capacità di consumare e sulla concretezza dei mercati.
I cavalli di battaglia che più si spronano in questa situazione di crisi sono Crescita e Recessione. La prima è detta condizione necessaria per uscire dalla crisi, la seconda è la scusa che si usa per rendere fattibili i cosiddetti “sacrifici”.
Ma perché dovremmo crescere? Quello che abbiamo non ci basta? Viviamo in una situazione di carenza, non abbiamo abbastanza “cose” per poter vivere?
La verità è che la nostra vita ormai è immersa nel superfluo, in un superfluo di cose, di oggetti, di merci che nascondono ai nostri occhi i bisogni esistenziali, è un superfluo, citando il professore di filosofia Gianpaolo Zucchelli, “che rende superflua l’esistenza dell’uomo stesso, come bisogno e desiderio di vivere, di relazione con la vita, consumiamo le nostre vite tra oggetti, tra cose che non hanno vita e non possono restituire vita”. Scambiamo erroneamente questo superfluo con il “lusso”, non ci accorgiamo più che il lusso è nei sentimenti, nei pensieri e nelle relazioni, la cui crescita è nella vita che viviamo, nel confronto aperto con la propria persona e con quella altrui.
La domanda ora sorge spontanea: siamo sicuri che se riducessimo questo superfluo, le nostre vite, i nostri stili di vita e le nostre relazioni cambierebbero davvero in peggio? In mol ti casi non ci accorgeremmo nemmeno. Le nostre vite sono colme di cose accumulate, abbandonate o dimenticate in un cassetto e, quasi sempre di queste cose non sentiamo né il bisogno, né la mancanza, sono solo un ingombro. Se fossero state nuove allora queste cose avrebbero avuto un senso, ma consumata la novità, l’oggetto perde tutta la sua bellezza.
Noi non abbiamo bisogno di crescere, se non nella nostra umanità e questo non è compatibile con la crescita di cui ha bisogno questa economia.
Siamo così di fronte alla teoria della distruzione creatrice, dell’ economista tedesco Joseph Schumpeter. Così come la teoria darwiniana, ove gli individui di una popolazione sono in competizione fra loro per le risorse naturali e combattono per la sopravvivenza in un ambiente che opera una selezione, detta selezione naturale, così secondo lo studioso tedesco, l’economia procede per crisi, che vedono morire le imprese meno competitive ed obsolete e trionfare le aziende competitive e innovative.
Soltanto così si potrà “risorgere” dalle proprie ceneri. Ma la gente, forse, non è in grado di risorgere, o meglio, forse non ne ha voglia! Gli uomini sembrano invecchiati ed impigriti. Ormai da diversi anni il benessere raggiunto li ha viziati e riempiti di pretese.
C’è bisogno di un spirito nuovo, uno spirito di cambiamento, uno spirito che faccia mutare le persone nella loro interiorità. Che modifichi il tutto alle radici. Questo sommato a un cambiamento concreto di quello che abbiamo ora. La soluzione migliore sarebbe sicuramente quella di impegnarsi a guardare il mondo con occhi diversi, a non mentire a se stessi, osservando cosa sta succedendo in questo periodo.
Si tratta di tagliare privilegi e rendite a politici, professionisti e membri della pubblica amministrazione, valorizzare i giovani, le nuove idee e le nuove tecnologie. La nostra classe dirigente deve liberarsi finalmente dal “politicamente corretto”, ormai ridotto a deprimente ipocrisia in tutte le questioni nazionali di maggior rilievo.
Ma forse nemmeno questo basterà. Forse potremmo cambiare tutti da un giorno all’altro, anche di poco, il rapporto che abbiamo con le persone, con le cose, con la nostra stessa vita e da questi cambiamenti possiamo trovare il senso e la forza per cambiamenti più grandi.
Tornare ad apprezzare il mondo nelle sue piccolezze, nelle sue bellezze naturali, sta a noi imparare a tornare ad amare i paesaggi naturali, l’aria di montagna o il profumo di salsedine, le giornate in compagnia, sta a noi imparare ad ascoltare le vere emozioni, quelle provocate dalle persone che amiamo o soltanto dall’abiente che ci circonda, iniziando a evitare le spese superflue per riuscire a risparmiare qualcosa e salvaguardare tutti insieme il nostro mondo che sembra andare a rotoli. Probabilmente noi non saremo in grado di far mutare la crisi da situazione subita, a vera e propria spinta per cambiare e trasformare la nostra condizione. Per ora essa sta distruggendo un meccanismo che pretendeva di incanalare tutti in unica direzione, secondo determinati schemi e ingiuste leggi non egualitarie.
Forse saranno altri a produrre un cambiamento, a far crollare il meccanismo prima che imploda, forse nemmeno loro ci riu sciranno, però tanto vale provarci.
Sta a noi. Punto.
“Questo è uno di quei momenti storici nei quali il dovere di tutti è di essere fedeli all’Italia e di pensare, in ogni istante e in ogni comportamento, alla salvezza di questa grande nazione che attraversa un momento molto critico. Gli interventi, anche dolorosi, deliberati e trasmessi alla valutazione del parlamento – deliberati nel consiglio dei ministri tenutosi ieri – contengono in sé i semi di un’azione che mira a disegnare l’Italia dei nostri figli, un’Italia seria, europea, saldamente ancorata ai valori del lavoro e del risparmio, ma, finalmente, capace di esprimere una crescita duratura.” (Mario Monti)
Dario Pruonto & Alice Rana - Istituto Pandini classe 5L




IL PONTE - foglio d'informazione locale di Sant'Angelo Lodigiano