Venghino, signori, venghino... iniziava così l’esibizione di un famoso trio di cantastorie pavesi che almeno fino ai primi anni Ottanta giravano per mercati e sagre di tutto il Nord d’Italia. Certamente anche fra i nostri lettori in molti si ricorderanno di loro, essendo il mercato di Sant’Angelo una delle loro ricorrenti tappe. Parliamo di Adriano Callegari (1921-1992) di Voghera e dei coniugi Vincenzina Mellini (1929) e Angelo Cavallini (1928-2005) di Tromello, af¬fermati cantastorie che negli ultimi anni della loro carriera decisero di formare un affiatato trio (I Cantastorie Lombardi) che sapeva unire sapientemente la musica all’imbonimento.
Adriano Callegari nel suo abituale atteggiamento da imbonitore
Le “ballate” ispirate
a storie vere o inventate
Adriano Callegari, maestro nell’attirare l’attenzione del pubblico, suonava il sassofono, Angelo Cavallini la fi-sarmonica mentre la moglie Vincenzina suonava sia la batteria sia la fisarmonica.
Chi ha avuto la fortuna di vederli avrà ancora in mente i “fatti” come li chiamavano loro, cioè le ballate ispirate a storie talvolta vere, talvolta inventate, che loro illustravano con l’ausilio di un foglio volante che ne riportava il testo e che veniva venduto insieme all’altra merce che proponevano.
“Venghino, signori, venghino... avvicinarsi per ammirare i due topolini ammaestrati Tommi e Gimmi, uno suona la chitarra e l’altro il violino”.
Sembra di sentirlo il Callegari attirare così a sé, in cerchio, il gruppo di curiosi che poi avrebbe intrattenuto con le sue ballate fino alla vendita del lunario di Barbanera piuttosto che delle medagliette con la Madonna con cotone imbevuto dell’acqua di Lourdes. O, ancora, del miracoloso cofanetto con la catenina in similoro di Papa Giovanni XXIII, “fosforescente così lo vedete anche di notte”, magari “offerto in regalo” in cambio di mille lire...
Il Trio con Callegari, Vincenzina Mellini e Angelo Cavallini
Le commoventi canzoni
E le canzoni? Oltre a quelle in voga (di Luciano Tajoli in primis, ma anche Chitarra Romana e Vola Colomba) in molti ricorderanno quella sul povero Ermanno Lavorini, dodicenne ucciso nella pineta di Viareggio nel 1969, oppure quella intitolata “Mamma perché non torni?” nella quale Vincenzina riusciva a commuovere tutta la piazza con la vicenda del bimbo paralizzato abbandonato dalla propria madre (una canzone che “apriva il cuore e il portafoglio”). Ma anche quella su Luciano Lutring, il leggendario Solista del Mitra, autore di rapine in Francia e Italia arrestato nel 1965.
Eccone le prime strofe, per dare un esempio del testo e della metrica:
Spesse volte un bel cielo sereno
ad un tratto di nubi si oscura
e tra tuoni che fanno paura
tutto pare all’intorno tremar.
Nella vita succede a qualcuno
se il cervello più non ragiona
è Lutring costui la persona
che la storia vi voglio narrar...
Erano tempi in cui le notizie si diffondevano anche così... la televisione non aveva il potere che avrebbe avuto negli anni successivi sicché i cantastorie potevano contare ancora su un proprio spazio.
Sempre meno però: nel 1982 i tre decisero di ritirarsi.
Adriano Callegari morirà dieci anni dopo, nel 1992. Vincenzina e Angelo per qualche tempo hanno invece continuato a girare i mercati proponendo lucido da scarpe.
Angelo Cavallini morirà nel 2005. Due anni dopo Vincenza riceverà una lettera dal Presidente della Repubblica Napolitano a testimoniare l’apprezzamento per l’attività di cantastorie svolta con il marito. Una attività che i Cantastorie Lombardi hanno saputo interpretare magistralmente trasformando l’arte dell’imbonimento in vero e proprio teatro popolare.
Giancarlo Belloni