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Torna l’invito del Fai a valorizzare il nostro patrimonio Si presenta come un’operazione monumentale quella del Fondo per l’Ambiente Italiano insieme con la Banca Intesa San Paolo, ma di grande valenza civica e di partecipazione collettiva: con la proposta di sensibilizzazione dei cittadini a segnalare i beni di un patrimonio italiano troppe volte lasciato in disparte, l’organizzazione dal 2003 è arrivata oggi a censire innumerevoli elementi da un tessuto territoriale da ricucire intorno alla memoria di luoghi grandi o piccoli che possano tornare a far parte di un vissuto, troppe volte in abbandono per circostanze disparate, ma che nel peggiore dei casi potrebbe essere confinato all’oblio per le nuove generazioni. Ecco allora che tramite un “rimpallo” non soltanto mediatico (che dai primi movimenti ha visto incrementarsi di centinaia di migliaia le segnalazioni negli anni) il Fai è riuscito a sollecitare concretamente istituzioni nazionali e locali con commissioni di competenza, a riconoscere il vivo interesse dei cittadini nei confronti delle bellezze del Paese, per garantire quindi il possibile recupero e la salvaguardia dei beni più votati. Col 2012 quest’iniziativa vuole essere resa internazionale, e il riscontro telematico offre di certo un più ampio respiro ad un progetto che vede la possibilità di inserire il proprio luogo del cuore in un censimento annuale valido fino al 31 ottobre 2012, non soltanto sul sito www. iluoghidelcuore.it, ma anche attraverso cartoline distribuite dal Fai e sue delegazioni, oltre che da Intesa San Paolo e mediante modulistica inerente per raccolta firme. Stavolta una campagna internazionale, la prima in trentasette anni di storia del Fai, in cui anche il castello Bolognini potrebbe ritrovare ben più ampio spazio rispetto alle sole 48 segnalazioni web allo stato attuale: un po’ poche per una città con 13mila abitanti, così abituati alla presenza del maniero da farne un forte marcatore territoriale (l’orizzonte simbolico santangiolino trova sempre la sua linea demarcativa nei contorni della torre maestra e del campanile, come New York la ritrovava in quella delle torri gemelle …) e allo stesso tempo ricordandosene soltanto allorché la possibilità di accedervi si è viepiù limitata nell’arco degli ultimi tempi (e per le troppo dibattute problematiche). Accogliere l’invito del Fai è allora una presa di coscienza che parte dal basso, e non aspetta il classico “… bisogna che facciano qualcosa …”, rispondendo così all’esigenza di veder oltremodo valorizzato un bene di cui la cittadinanza ne fruisce attualmente soltanto in ma-niera parziale, perdendo altrimenti, con la disaffezione verso certi luoghi (storici e per questo intrisi di un’identità che non è certo quella di un centro commerciale) lo stesso senso di appartenenza culturale. Un dibattito aperto, che segnala anche tra i commenti nel sito di cui sopra, il castello non soltanto per un ricordo affettivo legato a un con-testo da foto di matrimonio, ma anche quale gioiello il cui valore viene troppe volte ignorato, appellandosi a una riapertura che solo recentemente sta vedendo luce. Una consapevolezza che deve pertanto farsi largo, come unica occasione per ciascuno di noi per fare qualcosa a favore di un luogo del cuore del panorama lodigiano, che si spera possa ritrovare anche in questo 2012 dal respiro internazionale l’auspicabile posizione del 2010 (in cui guadagnava il numero 117, con 514 segnalazioni) o forse più. Altre informazioni e aggiornamenti sul sito, appunto: www.iluoghidelcuore.it. Intanto nei giorni scorsi sul lato sud del castello è spuntata un’impalcatura: la ragione è intuibile, lo stato di precarie condizioni in cui si trova la torre di sud-ovest. Matteo Fratti
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