Dopo Milano e Lodi una nuova provincia
con tante domande e poche risposte
Ma le province servono o non servono? Le recenti decisioni del Governo in materia di riordino delle province italiane non hanno dato una risposta definitiva. Intanto le province vengono ridotte con una operazione che genera incertezze. E dubbi, non necessariamente legati al solito campanilismo all’italiana.
Dopo il periodo del decentramento a tutti i costi viviamo ora il processo inverso. Era solo il 2004 quando vennero istituite le ultime tre province: Barletta-Andria-Trani (addirittura triplice capoluogo di provincia) in Puglia, Fermo nelle Marche, Monza e Brianza in Lombardia.
Con esse siamo arrivati a contarne 110, un bel salto dalle 59 province dell’Italia del 1861.
Ora il Governo ha deciso di ridurre da 86 a 51 le province delle regioni a statuto ordinario (ma la riduzione dovrà procedere anche in Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta che, grazie al loro statuto speciale, dovranno provvedere autonomamente).
La riforma coinvolge pesantemente anche la nostra regione. In Lombardia le province saranno: Milano (con lo status di città metropolitana che ingloberà anche l’ex provincia di Monza e Brianza), Brescia, Bergamo, Pavia, Sondrio (che non subiscono variazioni), e le due nuove province nate dall’accorpamento di Como-Varese-Lecco e Lodi-Mantova-Cremona. Dunque noi saremo presto “cremonesi” perché il decreto prevede che la città più popolosa (nel nostro caso Cremona) diventi capoluogo di provincia. Cremona ha anche il vantaggio di occupare una posizione centrale nella topografia del nuovo Ente, che gestirà circa 1 milione di abitanti suddivisi in 246 comuni.
Ma cosa cambierà per i lodigiani? La risposta a questa domanda ancora non c’è.
Come non ci sono ancora risposte ad altri interrogativi che meritano un approfondimento. Dove finiranno i 180 dipendenti della provincia di Lodi? Che fine faranno gli edifici, sede dell’attuale provincia, dopo che sono stati spesi 15 milioni di euro per restaurarli? Inoltre, visto che l’orientamento governativo considera il riordino delle province come primo atto di un più ampio intervento sulla organizzazione territoriale della amministrazione pubblica, che ne sarà della prefettura, della questura, dell’ufficio scolastico, della motorizzazione?
Insomma come al solito servono chiarimenti per passare dalla teoria alla pratica e dare qualche elemento di sicurezza ad un territorio, come quello lodigiano, che sembra marginale in questa nuova mega-provincia.
Il Lodigiano, rispetto a Cremona e Mantova, ha un peso specifico inferiore in termini di numero di abitanti, numero di comuni, estensione territoriale e indicatori economici. Servirà quindi tutta la forza dei nostri amministratori locali per garantire che il nostro territorio non subisca disagi.
Una penalizzazione è però già sicura e dipende dalla geo-grafia. Da Sant’Angelo, solo per fare un esempio che ci riguarda direttamente, per raggiungere il nuovo capoluogo con un’auto propria, ci vuole almeno un’ora e mezza!
Giancarlo Belloni
Ma di cosa si occupano le province?
Alla provincia, con le leggi attualmente in vigore, spettano le funzioni amministrative relative a vaste zone intercomunali o all'intero territorio provinciale nei seguenti settori:
- difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell'ambiente, prevenzione delle calamità, protezione civile;
- tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche;
- valorizzazione dei beni culturali;
- viabilità e trasporti;
- protezione della flora e della fauna, parchi e riserve naturali;
- caccia e pesca nelle acque interne;
- organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore;
- servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale;
- compiti connessi alla istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed alla formazione professionale, compresa l'edilizia scolastica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale;
- raccolta ed elaborazione dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali;
- risparmio e rendimento energetico;
- lavoro e centri per l’impiego.
Inoltre, alle Province sono attribuiti compiti di:
- promozione e coordinamento di attività nel settore economico, produttivo, commerciale, turistico, sociale, culturale e sportivo
- programmazione del territorio (localizzazione delle maggiori infrastrutture e delle principali vie di comunicazione, interventi per la sistemazione idrica).
Oltre a tali uffici, ogni provincia è dotata di un proprio corpo di Polizia provinciale con compiti di Polizia Amministrativa, Ambientale, Edilizia, Ittica-Venatoria, Giudiziaria e Stradale
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