Le lettere pubblicate nella Posta sono quelle che trattano argomenti di interesse generale, nelle quali si possano riconoscere le istanze della cittadinanza. Le lettere vanno inviate all’indirizzo mail info@ilpontenotizie.it o lasciate nella cassetta delle lettere di Via Monsignor Rizzi.
“Il venerdì nero di Sant’Angelo Lodigiano”
Spettabile Redazione, gradirei fossero pubblicate queste mie considerazioni nella speranza che possano aprire un dibattito fra i cittadini di Sant’Angelo Lodigiano. Il Consiglio Comunale dello scorso 26 ottobre ha trasformato un normale venerdì in un vero e proprio “venerdì nero” per il nostro paese.
Elenco i cinque motivi che, a mio parere, hanno danneggiato la nostra comunità. Il primo è che è stata approvata l’IMU valida per il Comune di Sant’Angelo. Non servono grandi spiegazioni per dire che è stato un bagno di sangue. Rispetto alle già alte aliquote fissate a livello governativo, la Giunta Crespi ha deciso un ulteriore aumento della tassa. Il risultato finale è che i Santangiolini dovranno sborsare 900 mila euro in più (la precedente previsione era di 2 milioni e 300 mila euro; ora il Comune prevede di incassare 3 milioni e 200 mila euro). Quel che è ancora più drammatico è che, questa Giunta ha deciso di far pagare di più anche sulla prima casa i cui costi sono stati aumentati del 12,5 per cento.
Il secondo motivo è che è stato definitivamente approvato un Piano di Governo del Territorio (PGT) che rende edificabili più di 100.000 mq. di terreno oggi agricolo. Così facendo si sopprime una grossa fetta di verde per costruire una quantità di case di cui non si sente la necessità, considerato che quelle vuote sono oggi parecchie centinaia. Un PGT che non fa altro che premiare le legittime aspirazioni degli imprenditori immobiliari sacrificando però la vivibilità per tutti gli altri cittadini. Un PGT che pone le basi per una ulteriore massiccia crescita di persone provenienti da fuori, in un momento in cui il sentire comune chiede di non aumentare più l’immigrazione nel nostro paese. Il terzo motivo è che ancora una volta si è venduto un pezzo importante del patrimonio pubblico: si tratta di una vasta area del Parcheggio del Centro Commerciale “Il Castello”, che era da pochi giorni diventata di proprietà comunale. Sono altri 520 mila euro che entreranno nelle casse comunali e che, come gli incassi delle vendite degli ultimi anni, non si trasformeranno in opere perenni utili per la popolazione. Quando si sarà venduto tutto il Sindaco potrà dire, con orgoglio, di aver sempre avuto il bilancio in ordine e noi cittadini potremo dire, con rabbia, di essere poveri e senza proprietà. Il quarto motivo è che il Sindaco e la sua maggioranza hanno voluto discutere in seduta “segreta” un argomento che riguarda invece tutti noi. Non c’è motivazione alcuna perché non si dicesse pubblicamente come sono organizzate le spese dei soggiorni climatici per anziani. L’aver proibito il pubblico dibattito è stato un gesto che fa nascere dubbi più che chiarire situazioni. Una pessima pagina di politica. Infine il quinto motivo è che tutto questo è avvenuto nella quasi assoluta indifferenza dell’opinione pubblica. Annoto questa osservazione con estrema amarezza ricordando solo una frase, di J.F. Kennedy, che non dimentico mai: “puoi anche non interessarti della politica ma la politica si interessa di te”. Mai la frase è stata così vera come venerdì sera. E rivolgendomi a ciascun lettore mi permetto di ricordare che la politica ti ha tolto il verde, ti ha aumentato le tasse, ti ha nascosto la verità, ti ha venduto il patrimonio. Tu non ti sei interessato a quanto il Sindaco e la sua maggioranza hanno votato ma, come vedi, ti ha riguardato molto. Cosa aspetti a far sentire la tua voce?
Ugo Speziani
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Da parte di un’insegnante della Scuola dell’infanzia
Sono una mamma e un’insegnante della Scuola dell’Infanzia Madre Cabrini di Sant’Angelo (forse proprio la struttura chiamata in causa nella lettera di sfogo di un papà in forte difficoltà - così si firma - pubblicata lo scorso mese su “Il Ponte”), mi rattristo e mi dispiaccio, sinceramente, pensando alla sua famiglia e a tutte quelle numerose famiglie, che, in questo periodo, si trovano a vivere forti difficoltà economiche; e non posso che dare ragione allo sfogo dettato dalla disperazione. Non capisco, tuttavia, perché questo sfogo debba screditare il lavoro e l’operato di una scuola. Non entro in merito alle questioni economiche, che, come insegnante, non mi competono; mi riferisco alla frase, che cito: “ma la retta che paghiamo è per l’intrattenimento o l’insegnamento?”
Sono più di dieci anni che lavoro in questa struttura e, neppure per un giorno, nonostante le comprensibili e umane difficoltà, ho pensato di recarmi con l’intento di intrattenere i miei alunni. Non credo di essere un clown, né un mago o l’animatrice di una ludoteca. Vivo il mio lavoro con passione e responsabilità educativa, convinta che ogni occasione sia un momento importante di crescita per i bimbi e per me. Alla base del nostro operato c’è un progetto educativo (peraltro sottoscritto dai genitori) fondato sulla convinzione che ciascun bambino sia unico, autentico e originale protagonista della storia che sta vivendo, dono prezioso dell’Amore di Dio (visto che la nostra è, tra le altre cose, una scuola cattolica, che, pur non rinnegando la sua identità, accoglie tanti bambini di religioni diverse e si impegna al fine di promuovere una serena integrazione).
Come mamma di due bambine vi assicuro (nonostante si possa pensare che sia di parte!) che la ritengo una vera “palestra di vita”, dove le mie figlie hanno potuto (e può, tuttora, la minore) sperimentare molti aspetti, da quelli propriamente didattici a quelli legati alla gestione dell’autonomia, alla socializzazione, alla condivisione e, perché no, anche le prime piccole sofferenze, che tanto fanno crescere, soprattutto perché non si sono sentite sole, ma sostenute e protette da un’insegnante, che, a volte, spronando, altre, abbracciando, le ha accompagnate dove sono arrivate. Si vuole dare voce all’iniziativa di costruire una scuola comunale?
Benissimo!!! Lo si faccia perché è un diritto dei cittadini, ma la si finisca di attaccare e dubitare della qualità educativa e didattica di una scuola che ha seguito la crescita di numerose generazioni, che si è evoluta grazie alla parificazione e, che si impegna nell’aggiornamento costante di chi vi lavora e la vive, “credetemi”, con serietà e dedizione. Non ho nessuna pretesa di infallibilità, non fraintendetemi, sono sinceramente stanca e delusa perché, per l’ennesima volta, mi sembra che non si possa far a meno di diffidare di noi, per raggiungere uno scopo ben specifico.
Rosella Cerri
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Scuola dell’infanzia: no alle contrapposizioni
Sono la mamma di una bambina frequentante il primo anno della scuola dell’infanzia “Madre Cabrini”. Ho letto con rammarico la lettera pubblicata sul numero 5 di questo foglio d’informazione, in cui un papà lamentava i costanti esborsi cui sono sottoposti i genitori dei frequentanti la scuola.
A quel papà, rimasto senza lavoro, tutta la mia solidarietà e comprensione. Dal suo punto di vista non si può non ammettere che anche la richiesta di un solo euro in più crea ulteriore affanno perché è un euro tolto a bisogni ben più essenziali a tutela della vita. Non si può non essere convinti che questo papà, alla pari di tutti noi, ami i suoi figli e voglia il meglio per loro ed è innegabile che l’esperienza scolastica sia estremamente positiva per tutti i bambini e non solo per quelli i cui genitori se lo possano permettere.
È vero che questo papà avrebbe potuto cercare un dialogo interpersonale con chi dirige la scuola, nel rispetto di tutti, ma è anche vero che la questione è assolutamente pubblica, e che l’ingiustizia non è nell’agire della scuola, ma in questa società capace solo di produrre deboli da mettere ai margini!
Di fatto quest’anno la scuola ha messo uno stop alla libera e volontaria raccolta di fondi natalizia che avrebbe potuto essere utilizzata a procurare quel che in ogni classe mancava ai nostri piccoli. Giochi non semplicemente per il divertimento, ma che favorissero il loro sviluppo e la loro crescita assieme all’attività didattica. Alla scuola vorrei dire: la rabbia è un sentimento umano. Si scatena per reazione in noi e provoca chiusura per difenderci da ciò che ci procura dolore. A chi dirige, alle docenti, a chi serve la mensa e si preoccupa ogni giorno di far trovare locali stupendamente puliti il mio grazie, la mia solidarietà e la mia stima, ma, noi (e mi metto dentro anch’io in qualità di genitore e di credente) siamo una scuola cattolica e Gesù non ci insegna a rivolgerci al fratello col cuore chiuso nell’ira. Questo non può che portare male, e incomprensioni e vere e proprie omissioni d’amore. Diverso forse sarebbe un pensiero che portasse non ad una reazione, ma a un’azione positiva come l’ascolto della sofferenza dell’altro, anche se espressa in modo scomposto, il dialogo e l’apertura, doverosi per tutti, ma ancor più per noi.
Spiegate a questo papà a cosa servono le rette che noi paghiamo, quali costi coprono, quali risorse occorrono per gestire una scuola come la nostra. Parlategli della vostra esperienza di insegnanti, il lavoro si può raccontare.
Ogni anno, caro papà, viene indetta un’assemblea di classe a volte, purtroppo, scarsamente partecipata in cui le insegnanti, con pazienza, illustrano nel dettaglio il programma rendendo noti soprattutto i valori che col puntualissimo lavoro svolto in classe intendono trasmettere. Quest’anno i diritti dei bambini: la scuola è un diritto di tutti! Io sono una mamma che ha concluso ormai due cicli di scuola e ne ho iniziato una terzo con la mia ultima figlia e posso dare testimonianza di un lavoro infaticabile ed eccellente.
Così come i bambini sono alle prese con il proprio carattere e la propria personalità stimolati a diventare persone migliori, anche le maestre, ogni giorno, credo come noi mamme siano in lotta costante contro sé stesse per diventare persone migliori per meglio accompagnare i nostri figli nel percorso di crescita. Queste due scuole presenti sul nostro territorio sono una risorsa, una ricchezza, un patrimonio non fosse altro che per i valori umani e non solamente cristiani, valori condivisibili da tutti, che trasmettono e infondono nei nostri figli, di fatto creando una società migliore per il futuro di tutti noi. Penso solo al valore della tolleranza che i nostri figli imparano in quegli ambienti, privati si, ma non elitari. Davvero non si sa inventare niente di nuovo per difendere tutto questo se non la creazione di una terza scuola statale? Davvero Sant’Angelo ha bisogno di questo? A me non sembra che nessuno abbia mai messo in discussione l’alto valore qualitativo del lavoro che in questi istituti viene portato avanti, tra difficoltà sempre crescenti.
Sembra che l’unica risposta che abbiamo sia ancora una volta quella della contrapposizione: genitori contro scuola, scuole private contro scuole statali. A tutti vorrei dire che la carta vincente è quella di creare alleanze, di trovarsi tutti sullo stesso fronte per il bene dei nostri piccoli che sono il domani di tutti noi! Perché scuole private e scuole statali non si alleano a salvaguardia di quel patrimonio di valori umani che queste scuole garantiscono di trasmettere? E il Comune che risposte dà perché davvero la scuola sia per tutti e non per pochi? A questo proposito io sono assolutamente con quel papà che chiede: “Ma le famiglie – prima cellula della società – si aiutano o si distruggono?”. Come fare non saprei, ma ciascuno nel suo piccolo può fare qualcosa partendo dal punto di vista dell’altro.
Ci vuole fantasia, la buona volontà di quegli uomini a cui gli angeli a Natale augurano pace, ci vogliono spinte altruistiche.
Fulvia Cresta
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A proposito dei recenti furti nelle abitazioni...
Buongiorno, recentemente si sono verificati parecchi furti nelle abitazioni di Sant’Angelo, anche mia sorella e un vicino di casa ne sono stati vittime. L’ironia della sorte è che il mio vicino abita di fronte alla Caserma dei Carabinieri in Via S.Martino, dove risiedo anch’io... Ora questa banda, a detta dei Carabinieri, ha colpito anche a Inverno, dove una mia amica è stata derubata ieri sera. La mia domanda, che so comune a molti conoscenti, è la seguente: a fronte della situazione dilagante dei furti non è stato notato nessun pattugliamento o controllo ulteriore sul territorio da parte delle forze dell’Ordine o da parte del Comune tramite iniziative dedicate.
Dobbiamo solo provvedere a rivedere la sicurezza e i sistemi di allarme delle nostre abitazioni? Cordiali saluti.
Nicoletta Cantoni
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Timori e domande sul Primo intervento dell’ospedale
Il 15 dicembre saranno 5 mesi esatti che il posto di primo intervento (ex pronto soccorso) dell’Ospedale Delmati lavora a orari ridotti dal lunedi al venerdì dalle ore 8,30 alle 16,00, Sabato, Domenica e festivi CHIUSO. I nostri timori di un “falso” provvedimento estivo propedeutico invece a un graduale svuotamento del servizio si stanno purtroppo avverando.
La Direzione dell’Azienda Ospedaliera, con dichiarazioni alla stampa, del Direttore Generale Rossi si è impegnata a monitorare il numero di accessi, dichiarando poi che al momento non si riscontrano criticità (ma chi fa il monitoraggio quando il reparto è chiuso, chi riceve le lamentele sempre più rassegnate e scoraggiate degli utenti che si devono sobbarcare un lungo viaggio verso Lodi, tempi, costi, disagi?).
Noi dell’Associazione Sviluppo Santangiolini vogliamo una risposta chiara e definitiva su un aspetto fondamentale: se il posto di primo intervento serve, allora và riaperto con gli orari iniziali; se il posto di primo intervento non serve a nulla è antieconomico e drena risorse preziose, si abbia il coraggio di dichiararlo e chiuderlo senza indugi. Così come è strutturato non serve a nulla crea solo false aspettative e confusione. Capofila di questa richiesta di chiarezza dovrebbe essere l’Amministrazione Comunale, fino ad ora silente, e soprattutto l’assessore ai servizi sociali, che dovrebbe almeno essere informato e certamente conoscere i disagi che tanti suoi cittadini, soprattutto fragili e anziani, sono costretti a subire.
E al Sindaco di Sant’Angelo Lodigiano, che a luglio ha bollato le nostre legittime preoccupazioni come “temporale estivo”, chiediamo senza polemica alcuna di non prendere questa nostra nuova presa di posizione come “evento Natalizio”. E per chiarire una volta per tutte le motivazioni che ci spingono ad interessarci della cosa pubblica è che noi rivendichiamo il diritto come cittadini prima, e quindi datori di lavoro degli amministratori, e come Associazione poi, di poterci occupare liberamente di tutte quelle questioni politiche, amministrative, sociali, che riterremo più opportune. Nel massimo della trasparenza e della libertà di espressione e critica che come cittadini ci viene garantita dalla Costituzione.
Associazione Sviluppo Santangiolino
P.S. Un suggerimento propositivo e gratuito al Sindaco: non sarebbe stato il caso di convocare la “Commissione Delmati” istituita per verificare le criticità del nostro Ospedale? Se non è critica questa situazione...
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