La serata della riconoscenza
Appuntamento in occasione della festa patronale
Al Cupolone la maratona delle premiazioni


Un’occasione per dire grazie a chi, a vario titolo, si è speso per la comunità di Sant’Angelo, nei più disparati settori. Questa è stata la Serata della riconoscenza, andata in scena giovedì 17 gennaio al Cupolone, in coincidenza della festa patronale di Sant’Antonio abate. Lunghissimo l’elenco dei premiati, a cui sono andate riconoscenze (i premi più significativi) e benemerenze civiche, ma anche diplomi per l’attività commerciale. A questi occorre aggiungere l’“esercito” degli studenti di ogni ordine e grado (o quasi), che hanno ricevuto premi in denaro. Su questo punto, e in particolare sulle modalità di erogazione di questi denari pubblici, torneremo più avanti. Ora vediamo quanto successo al Cupolone. La serata si è aperta con il primo discorso del sindaco Domenico Crespi, che ha tenuto il palco per l’intera cerimonia, accompagnato da Valentina Ripa e dai maestri dell’Accademia Dimensione musica. Buona l’affluenza di pubblico. Nelle prime file, oltre ai premiati e ai loro familiari, anche numerose autorità del territorio, tra cui i sindaci di diversi comuni del circondario.
La prima a salire sul palco è stata Alice Filaretti di Castiraga Vidardo, che ha ricevuto la benemerenza civica per la tesi sul castello Morando Bolognini. La seconda benemerenza è stata assegnata a suor Ulderica Patrini, religiosa dell’Istituto missionario Sacro Cuore di Gesù, che oggi vive a Roma ma che a Sant’Angelo ha trascorso due periodi della sua vita, dal 1981 al 1986 e dal 1998 al 2012, svolgendo attività educativa. Sul palco, a ricevere la terza benemerenza, atlete, allenatori e dirigenti della Junior Volley, bella realtà sportiva collegata all’oratorio San Luigi, attiva da molti anni a Sant’Angelo.
Spazio poi alle quattro riconoscenze civiche, contraddistinte da altrettanti quadri-sculture in argento raffiguranti i principali monumenti di Sant’Angelo, ideati alcuni anni fa da Claudio Grilli. La prima è stata assegnata alla memoria all’ex assessore Gino Ladiè, morto lo scorso giugno. Sul palco, accanto a un sindaco commosso,

sono saliti i familiari di Ladiè; per l’occasione il vescovo di Nazareth Giacinto Marcuzzo ha inviato uno scritto per ricordare l’amico scomparso, che è stato letto durante la serata. La seconda riconoscenza è stata assegnata a don Giancarlo Baroni, oggi parroco di Valera Fratta, sacerdote a Sant’Angelo per quasi dieci anni come coadiutore dell’oratorio San Luigi. Don Giancarlo è salito sul palco accompagnato dai parroci monsignor Ermanno Livraghi, don Angelo Manfredi, dal papà e dallo zio e ha ricordato con molto affetto i sacerdoti oggi scomparsi, ma che hanno percorso con lui un tratto di strada.
Protagonisti della serata anche i carabinieri di Sant’Angelo, a cui è andata la terza riconoscenza per aver assicurato alla legge i rapinatori che avevano organizzato un colpo in una banca della città. Il premio è stato consegnato in particolare a Massimo Missoni e Mauro Savino. Accanto a loro, sul palco, il comandante della stazione di Sant’Angelo Gaetano Carlino e il comandante della compagnia di Lodi Valeria Nestola. La quarta riconoscenza è andata invece al comando della polizia locale, in particolare agli agenti Maria Carlone e Mauro Passoni, che hanno salvato un uomo in procinto di togliersi la vita. Sul palco, per ricevere il premio, anche il comandante Angelo Saletta. Riconoscenza civica anche per Antonio Ravarelli, “campione” della solidarietà e del volontariato, nel corso degli anni impegnato in parrocchia, in oratorio e con il gruppo missionario Africa chiama.
Sotto i riflettori anche il mondo economico, in particolare quello del commercio e dei piccoli imprenditori. Sono stati premiati alla memoria Giorgio Pezzini e Giuseppe Oldani. Attestati poi per Domenico Bianchi, Paolo Bellani, Edilferramenta di Paolo Tonali, Angelo Cabrini, Angelo Rizzo, officina Cremascoli, Antonio Daccò, Battista Amici e il Raviolificio Torri.

Nel corso della serata, come detto, sono stati assegnati premi in denaro a decine di studenti. Il meccanismo di assegnazione di questi premi è cambiato rispetto al passato, tanto che non si può più parlare di classiche borse di studio, ma di premi basati sul rendimento e sulle condizioni economiche di partenza dello studente. Nei giorni scorsi alla redazione de “Il Ponte” sono arrivate numerose lamentele circa le modalità di assegnazione dei premi. Lamentele che facciamo nostre. In primo luogo si è scelto di escludere i migliori studenti universitari, i cui sforzi non ottengono la minima attenzione. In secondo luogo il nuovo meccanismo di assegnazione non tiene più unicamente conto del merito scolastico e questo, in un momento in cui si cerca di far comprendere alle nuove generazioni il concetto di meritocrazia, appare un evidente controsenso. Terzo: i premi sono stati assegnati anche sulla base della situazione economica di partenza. Ma chi ha stabilito questa condizione? Insomma, sarebbe doveroso - per rispetto soprattutto dei giovani - tornare al vecchio meccanismo e assegnare borse di studio al merito, cioè a chi ha ottenuto i risultati scolastici migliori.
Il Ponte.


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